YESOD | FRANCO FERRO

Franco Ferro, Catania, 2021, stampa glicèe, cm. 60x100
Dal 10 June 2022 al 10 September 2022
Catania
Luogo: Galleria Massimo Ligreggi
Indirizzo: Via Indaco 23
Curatori: Enzo Gabriele Lanza
S’inaugura il prossimo 10 giugno alle ore 19 presso la galleria Massimo Ligreggi di Catania la mostra personale del fotografo Franco Ferro, Yesod a cura di Enzo Gabriele Leanza che resterà visitabile fino al 10 settembre. In occasione dell’opening sarà possibile ascoltare la sonorizzazione musicale di Massimo Napoli aka Galatea.
Sono due le serie fotografiche esposte nello spazio della galleria: tre terzine di trittici cui seguono sette immagini in formato panoramico. Apparentemente simili per soggetto ma diverse per formato, giustapposizione e cromia. In entrambe le serie ciò che viene rappresentato sono dei corpi immersi nell’acqua, fotografati mediante l’utilizzo di lunghe esposizioni che conferiscono loro la fluidità onirica necessaria a smaterializzarne l’identità personale per ricostruire figure archetipiche che possano entrare in contatto con i piani spirituali superiori.
«Può la semplicità essere complessa? – si chiede Enzo Gabriele Leanza - Può il concetto (spirituale) travalicare il referente fotografico? Sembra questa la sfida che s’è posto Franco Ferro con la sua serie fotografica Yesod. Già il titolo è spiazzante. Che significa Yesod? (…) Per la concettualizzazione del suo lavoro l’artista ha infatti attinto a piene mani al SeferYetzirah. (…) Si tratta di un antico testo esegetico – risalente nella sua versione definitiva al IV secolo ma con delle connessioni dirette indietro nel tempo fino ai tempi di Abramo - in cui vengono rappresentate tutte le dieci sephiroth che compongono l’Albero della vita. (…) L’artista tra queste sephiroth ne ha presa in considerazione una in particolare, quella di Yesod (Fondamento), che si trova nella parte bassa dell’asse centrale dell’Albero, quello dell’equilibrio, e che raccoglie, come un ricettacolo, tutte le emanazioni delle sephiroth sovrastanti. Quindi Yesod ha la funzione di catalizzatore, ma, al tempo stesso, essendo direttamente connesso con Malkuth - la sephirah che rappresentata il piano fisico - è anche un trasmettitore e un ponte di collegamento tra la dimensione spirituale e quella materiale».
In quest’atto generativo di coscienza e conoscenza prendono forma, proprio come fossero preghiere, le immagini di Ferro, concrezioni luminose all’interno delle quali le sue figure fantasmatiche sembrano muoversi in una sorta di primordiale liquido amniotico, un umido limbo da cui nascere e in cui rinascere. Se da un lato la biologia ci informa che il nostro corpo è composto principalmente di acqua, miti e religioni hanno spesso attribuito all’acqua la funzione simbolica di elemento purificatore. Nessun altro elemento ha avuto così tanti usi simbolici quanti può vantarne l’acqua
Le serie fotografiche di Franco Ferro non sono delle semplici fotografie, ma dei tasselli nel suo percorso di coscienza. Si parte dall’acqua - elemento apparentemente semplice anche se in realtà è la materia fondante della vita materiale e spirituale - consapevoli che, come teorizzato da Archimede nel suo famoso Principio, un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto pari al peso della quantità di fluido spostata.
Sono due le serie fotografiche esposte nello spazio della galleria: tre terzine di trittici cui seguono sette immagini in formato panoramico. Apparentemente simili per soggetto ma diverse per formato, giustapposizione e cromia. In entrambe le serie ciò che viene rappresentato sono dei corpi immersi nell’acqua, fotografati mediante l’utilizzo di lunghe esposizioni che conferiscono loro la fluidità onirica necessaria a smaterializzarne l’identità personale per ricostruire figure archetipiche che possano entrare in contatto con i piani spirituali superiori.
«Può la semplicità essere complessa? – si chiede Enzo Gabriele Leanza - Può il concetto (spirituale) travalicare il referente fotografico? Sembra questa la sfida che s’è posto Franco Ferro con la sua serie fotografica Yesod. Già il titolo è spiazzante. Che significa Yesod? (…) Per la concettualizzazione del suo lavoro l’artista ha infatti attinto a piene mani al SeferYetzirah. (…) Si tratta di un antico testo esegetico – risalente nella sua versione definitiva al IV secolo ma con delle connessioni dirette indietro nel tempo fino ai tempi di Abramo - in cui vengono rappresentate tutte le dieci sephiroth che compongono l’Albero della vita. (…) L’artista tra queste sephiroth ne ha presa in considerazione una in particolare, quella di Yesod (Fondamento), che si trova nella parte bassa dell’asse centrale dell’Albero, quello dell’equilibrio, e che raccoglie, come un ricettacolo, tutte le emanazioni delle sephiroth sovrastanti. Quindi Yesod ha la funzione di catalizzatore, ma, al tempo stesso, essendo direttamente connesso con Malkuth - la sephirah che rappresentata il piano fisico - è anche un trasmettitore e un ponte di collegamento tra la dimensione spirituale e quella materiale».
In quest’atto generativo di coscienza e conoscenza prendono forma, proprio come fossero preghiere, le immagini di Ferro, concrezioni luminose all’interno delle quali le sue figure fantasmatiche sembrano muoversi in una sorta di primordiale liquido amniotico, un umido limbo da cui nascere e in cui rinascere. Se da un lato la biologia ci informa che il nostro corpo è composto principalmente di acqua, miti e religioni hanno spesso attribuito all’acqua la funzione simbolica di elemento purificatore. Nessun altro elemento ha avuto così tanti usi simbolici quanti può vantarne l’acqua
Le serie fotografiche di Franco Ferro non sono delle semplici fotografie, ma dei tasselli nel suo percorso di coscienza. Si parte dall’acqua - elemento apparentemente semplice anche se in realtà è la materia fondante della vita materiale e spirituale - consapevoli che, come teorizzato da Archimede nel suo famoso Principio, un corpo immerso in un fluido riceve una spinta verso l’alto pari al peso della quantità di fluido spostata.
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