Dis-Intossicazione. L'altalena dello sciamano

Francomà, Dis-Intossicazione. L'altalena dello sciamano, dettaglio opera
Francomà, Dis-Intossicazione. L'altalena dello sciamano, Pramantha Arte, Lamezia Terme (CZ)
Dal 03 Maggio 2012 al 31 Maggio 2012
Lamezia Terme | Catanzaro
Luogo: Pramantha Arte
Indirizzo: corso Giovanni Nicotera 165
Orari: da mercoledì a domenica 11-13/ 17-20
Curatori: Maria Rosaria Gallo
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 339 5028498
E-Mail info: arte@pramantha.com
Con Dis-Intossicazione. L'altalena dello sciamano, Pramantha Arte presenta la produzione recente di Francomà (l'unica reperibile in studio, come il Maestro stesso si diverte a rimarcare!), e con essa la potenza espressiva e creativa maturata dall'artista, nel corso di una esistenza dedicata alla pittura. Dedizione che in Dis-Intossicazione si "mostra" in tutta la sua ricchezza e contraddizione, sapienza e umiltà, entusiasmo e disincanto, parzialità e universalità.
Sospendendo ogni necessità di "mediazione culturale", si può dire che la personale di Francomà è innanzitutto una mostra di Pittura. Di tutta quella pittura che si può vedere nei più grandi musei del mondo; di tutta quella pittura che si può consultare nelle più importanti pubblicazioni di arte e storia dell'arte; di quella pittura che - aldilà del cambiamento di soggetti, stili, idee, forme, colori, poetiche, prospettive, intenzioni, committenze, provocazioni, denunce, schieramenti, eccetera eccetera - resta sempre uguale a sé stessa e trova il suo valore nel prodursi autenticamente come potenza conoscitiva di sé e del mondo che la circonda. Trova il suo valore in quella istintiva e intramontabile pratica pittorica che relega l'uomo davanti ad una tela per l'intera durata di una vita e costringe l'artista ad essere - come scrisse Picasso - "un ricettacolo in cui si raccolgono impressioni che provengono da ogni parte: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una figura che passa in fretta o da una ragnatela".
Oli su tele di dimensioni variabili fino a oltre due metri di larghezza; architetture minuziosamente progettate e impiantate; pennellate d'azione e liberazione; gettiti di colore; umori discordanti; idee pensate e scoperte; superfici spesse e materiche, lisce e piane; colori caldi, freddi, brillanti e opachi; linee leggere e pesanti; rigore e caos; storie udite e storie inaudite; fiabe dicibili e trame indicibili.
Su questi elementi agiscono le forze dell'Universo Francomà: vis costruens e vis destruens, vis estetica, vis visionaria: vis satirica. Un universo che si popola di strane e grottesche figure: misteriosi interpreti di allegorie, rebus e vicende a cui paiono appartenere solo per caso. Giusto il tempo del racconto. Testimoni di tempi e fatti non loro. Un popolo di demoni pronti a intercettare il volo magico dello sciamano ogni qual volta punta il pennello in direzione del vento e s'invola nudo seguendo il ritmo incessante del tamburo. Andare e tornare costantemente. In un'altalenare estenuante dell'espressione tra l'intossicazione con una realtà ordinaria e consueta - che chiede di essere attraversata e assorbita - e la disintossicazione di una pratica poietica che producendo espelle gli elementi tossici per poi continuare ad intossicarsi ancora, seguendo un andamento che non ha fine, ma che lascia notevoli tracce.
Dis-Intossicazione. L'altalena della sciamano mette in mostra la dinamica creativa di un artista e al contempo l'approccio di vita di un maestro, il Maestro Francomà che non si stanca mai di ripetere: "artista è un modo di essere: nella sua esistenza, le sue opere sono soltanto apparizioni, incidenti di percorso tramite i quali i destinatari divideranno o crederanno di dividere con l'autore parte delle sue emozioni" (Francomà, Scritti mai scritti). Dal testo critico di Maria Rosaria Gallo.
Sospendendo ogni necessità di "mediazione culturale", si può dire che la personale di Francomà è innanzitutto una mostra di Pittura. Di tutta quella pittura che si può vedere nei più grandi musei del mondo; di tutta quella pittura che si può consultare nelle più importanti pubblicazioni di arte e storia dell'arte; di quella pittura che - aldilà del cambiamento di soggetti, stili, idee, forme, colori, poetiche, prospettive, intenzioni, committenze, provocazioni, denunce, schieramenti, eccetera eccetera - resta sempre uguale a sé stessa e trova il suo valore nel prodursi autenticamente come potenza conoscitiva di sé e del mondo che la circonda. Trova il suo valore in quella istintiva e intramontabile pratica pittorica che relega l'uomo davanti ad una tela per l'intera durata di una vita e costringe l'artista ad essere - come scrisse Picasso - "un ricettacolo in cui si raccolgono impressioni che provengono da ogni parte: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una figura che passa in fretta o da una ragnatela".
Oli su tele di dimensioni variabili fino a oltre due metri di larghezza; architetture minuziosamente progettate e impiantate; pennellate d'azione e liberazione; gettiti di colore; umori discordanti; idee pensate e scoperte; superfici spesse e materiche, lisce e piane; colori caldi, freddi, brillanti e opachi; linee leggere e pesanti; rigore e caos; storie udite e storie inaudite; fiabe dicibili e trame indicibili.
Su questi elementi agiscono le forze dell'Universo Francomà: vis costruens e vis destruens, vis estetica, vis visionaria: vis satirica. Un universo che si popola di strane e grottesche figure: misteriosi interpreti di allegorie, rebus e vicende a cui paiono appartenere solo per caso. Giusto il tempo del racconto. Testimoni di tempi e fatti non loro. Un popolo di demoni pronti a intercettare il volo magico dello sciamano ogni qual volta punta il pennello in direzione del vento e s'invola nudo seguendo il ritmo incessante del tamburo. Andare e tornare costantemente. In un'altalenare estenuante dell'espressione tra l'intossicazione con una realtà ordinaria e consueta - che chiede di essere attraversata e assorbita - e la disintossicazione di una pratica poietica che producendo espelle gli elementi tossici per poi continuare ad intossicarsi ancora, seguendo un andamento che non ha fine, ma che lascia notevoli tracce.
Dis-Intossicazione. L'altalena della sciamano mette in mostra la dinamica creativa di un artista e al contempo l'approccio di vita di un maestro, il Maestro Francomà che non si stanca mai di ripetere: "artista è un modo di essere: nella sua esistenza, le sue opere sono soltanto apparizioni, incidenti di percorso tramite i quali i destinatari divideranno o crederanno di dividere con l'autore parte delle sue emozioni" (Francomà, Scritti mai scritti). Dal testo critico di Maria Rosaria Gallo.
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