Vivere alla Ponti. Esperimenti di vita domestica e architetture per l’abitare, dalle case agli uffici. Una storia di design
ivere alla Ponti. Esperimenti di vita domestica e architetture per l’abitare, dalle case agli uffici. Una storia di design
Dal 13 December 2019 al 6 January 2020
Como
Luogo: Ridotto del Teatro Sociale
Indirizzo: via Vincenzo Bellini 1
Orari: dal lunedì alla domenica 10 –13 | 14.30 – 19
Curatori: Molteni&C.
Enti promotori:
- Ance Como – Associazione dei costruttori edili
- Società Palchettisti del Teatro Sociale di Como
Ance Como – Associazione dei costruttori edili - e la Società Palchettisti del Teatro Sociale di Como organizzano e promuovono un evento culturale d’eccezione: dal 13 dicembre al 6 gennaio i suggestivi ambienti del Ridotto del Teatro Sociale di Como ospitano la mostra “Vivere alla Ponti” a cura di Molteni&C. con il contributo di Banca Mediolanum e di Arredamenti Peverelli. Questo nuovo e ambizioso progetto culturale sigilla l’attenzione che Ance Como ormai da anni rivolge al design e all’arte facendosi promotrice, al fianco di partner qualificati, di eventi di elevata valenza artistica.
Realizzata in occasione della riedizione di alcuni arredi di Gio Ponti, a cura dell’Ordine degli architetti di Milano e il contributo di Molteni&C e Gio Ponti Archives, l’esposizione “Vivere alla Ponti” rende omaggio al grande Maestro del ‘900, al suo design domestico, alla cura per il dettaglio e a una visione della modernità ancora attuale.
La mostra è un racconto insieme intimo e professionale, dentro le case milanesi della famiglia Ponti ma anche nello Studio Ponti, tra i tecnigrafi, i redattori di Domus e gli amici come Bruno Munari, fino ai primi progetti per l’ambiente di lavoro, tra le scrivanie di Palazzo Montecatini a Milano e nei più noti uffici Pirelli. Tutti luoghi pensati per chi li abita, per la felicità dei figli, per il comfort degli impiegati, per l’efficienza del lavoro. “L’architettura è un’interpretazione della vita”, scriveva Gio Ponti, progettando luoghi in cui architettura, interni e arredi si integrano armoniosamente.
Molteni&C, fondata nel 1934, festeggia la sua storia di qualità, ricerca e innovazione, rinnovando l’attenzione per i maestri dell’architettura e del design con un progetto di riedizione di arredi disegnati da Gio Ponti, il grande maestro del ‘900 ambasciatore dell’Italia nel mondo. Un percorso iniziato nel 2010 che ha permesso di produrre una collezione che di anno in anno si amplia con novità spesso inedite, e che sfocia, nel 2016, in un accordo in esclusiva mondiale con gli eredi Ponti, ad eccezione di alcuni arredi in precedenza già in produzione, per la riedizione dei suoi arredi nel prossimo futuro.
Al grande maestro del ‘900 è stato dedicato anche il documentario “Amare Gio Ponti”, presentato in anteprima al Milano Design Film Festival 2015, che sarà proiettato in occasione della mostra. Il film è curato da Francesca Molteni e prodotto da Muse, in collaborazione con Salvatore Licitra/Gio Ponti Archives e promosso da Molteni&C.
L’esposizione “Vivere alla Ponti” avrà come cornice d’eccezione le storiche Sale del Ridotto del Teatro Sociale di Como. Inaugurato nel 1813, il Teatro è situato nel centro storico della città. A pochi passi dal Duomo e dal gioiello razionalista della Casa del Fascio, il suo Ridotto si affaccia su una piazza-non piazza, capace di restituire in una visione sintetica le sorgenti culturali della città. È dal cuore di questo genius loci che la Società Palchettisti, fondata nel 1764, si adopera da più di due secoli per un luogo di cultura aperto alla città e al suo territorio.
La mostra sarà, infine, occasione per presentare la ristampa del volume originale “Gio Ponti. Lettere ai Parisi” curata da Ance Como e dalla Società Palchettisti del Teatro Sociale di Como con l’architetto Paolo Donà e con il contributo di Banca Mediolanum, a prosieguo della ristampa di “Quadrante 35- documentario sulla Casa del Fascio di Como” e “Colori e Forme nella casa d’oggi”. Il volume pubblicato nel 1994 e conservato presso la Galleria Civica di Modena, contiene il più significativo epistolario che Ponti tenne con la famiglia Parisi: in queste lettere il testo quasi non esiste, il pensiero è disegnato e la parola diventa segno grafico.
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