Braccia

Braccia, Museo Marino Marini, Firenze

 

Dal 29 Novembre 2013 al 04 Gennaio 2014

Firenze

Luogo: Museo Marino Marini

Indirizzo: piazza San Pancrazio

Orari: 10-17; chiuso martedì, domenica e festivi

Costo del biglietto: intero € 4, ridotto € 2

Telefono per informazioni: +39 055 2347273

E-Mail info: davis.franceschini@dada.it

Sito ufficiale: http://www.museomarinomarini.it


Il Museo Marino Marini inaugura giovedì 28 novembre 2013, alle ore 19, Braccia un progetto in due tappe dell’artista Alessandro Biggio (Cagliari, 1974), nato dalla necessità di sperimentare una diversa relazione tra ideazione e realizzazione nella produzione dell’opera d’arte. 
Dopo la prima tappa, al Museo MAN di Nuoro dal 13 settembre al 3 novembre 2013, il Museo Marino Marini di Firenze ospita la seconda che vedrà, oltre alla partecipazione dei sei artisti internazionali, già presenti in Sardegna - Alexandra Bircken (Colonia, Germania 1967), Michael Höpfner (Krems, Austria 1972), Luca Francesconi (Mantova, Italia 1979), J. Parker Valentine (Austin,Usa 1980), Ian Pedigo (Anchorage, Usa 1973) e Luca Trevisani (Verona, Italia 1979) – anche la presenza di Diego Perrone (Asti, Italia 1970), Esther Klaes (Mainz, Germania 1981) e di Luca Monterastelli
Agli artisti coinvolti, selezionati da Biggio secondo criteri di affinità e di vicinanza al suo lavoro, è stato chiesto di elaborare un progetto inedito per la realizzazione di un’opera partendo da alcune informazioni generali, diverse di volta in volta e dal successivo scambio che ne è conseguito. Definiti questi intenti, Biggio si è fatto carico della realizzazione delle opere, tenendo fede alle indicazioni ricevute. Tutti i lavori sono stati eseguiti lontano dai loro autori intellettuali, in Sardegna, luogo di residenza dell’artista. La condizione della distanza, insieme al principio della delega, viene a costituirsi come uno degli elementi chiave di Braccia. Oltre all’emergere di specifiche dinamiche legate ai processi creativi dell’opera d’arte, Braccia cerca di rompere l’associazione semantica tra i concetti di insularità e isolamento, promuovendone un’idea alternativa, andando a definire questa reale e apparente incolmabile distanza come luogo della relazione. 

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