Contemporary Art Hates You

Angelo Crespi, Ars Attack Il bluf del contemporaneo

 

Dal 15 Settembre 2017 al 28 Settembre 2017

Firenze

Luogo: Museo Marino Marini

Indirizzo: piazza San Pancrazio

Orari: h 19

Telefono per informazioni: +39 055.219432

E-Mail info: info@museomarinomarini.it

Sito ufficiale: http://www.museomarinomarini.it/



Il Museo Marino Marini di Firenze presenta il ciclo “Contemporary Art Hates You”, una serie di incontri che, prendendo spunto dalla famosa frase del regista e provocatore John Waters, e invita alcuni protagonisti dell'arte contemporanea a discutere intorno a uno dei temi più attuali del momento: quale, come e perché arte contemporanea in Italia.

Si inizia venerdì 15 settembre, alle ore 19, con Angelo Crespi che converserà con Stefano Monti su temi che affronta nel suo libro “Ars Attak – il bluff del contemporaneo”, edito da Johan & Levi.

Successivamente toccherà a Francesco Bonami con Sergio Risaliti, martedì 19 settembre (ore 19.00),  e  poi a Ludovico Pratesi con Arturo Galansino, giovedì 28 settembre, sempre alle ore 19.00.

Il programma

Venerdì 15 settembre | ore 19
Angelo Crespi presenta
"Ars Attack - Il bluff del contemporaneo”
(Johan & Levi editore)
ne parlerà con l'autore Stefano Monti
 
Dissacrazione, nonsense, divertimento inutile sembrano le nuove categorie dell’arte contemporanea, in cui solo il mercato definisce il valore di un’opera, e ogni giudizio estetico è bandito. Oggi niente ha più senso se non il marchio di fabbrica dell’artista che genera, al di là del risultato, arte come il melo fa le mele, obbedendo al cieco verbo della produzione e del guadagno, mentre i musei del contemporaneo, vuoti esoscheletri senza contenuti, certificano i prezzi di questi nuovi “titoli spazzatura”. Nessun problema se questa nuova arte non aspirasse al paragone con l’arte della Tradizione, a confrontarsi con i grandi del passato. Per essa bisognerebbe trovare un nuovo nome, una nuova categoria per una nuova tassonomia in cui comprendere tutte quelle cose brutte, insensate, spesso mal formate, che però si autodefiniscono arte. Per quest’ultime, Angelo Crespi s’inventa il termine sgunz, affondando la lama dell’osservatore disincantato e competente nel marcio dell’attuale sistema: critici, curators, galleristi, giovani e vecchi artisti di fama, tutti al tempo stesso vittime e fautori di un meccanismo che non fa altro che perpetuare se stesso. Sulla scia di una consolidata scuola di pensiero che va da Robert Hughes a Jean Clair, un pamphlet che si pone come un manuale di sopravvivenza in una giungla sempre più intricata, una scialuppa di salvataggio per chiunque senta di aver perso la bussola, per chi naviga controcorrente e crede ancora nell’arte. Quella vera.

Martedì 19 settembre | ore 19
Francesco Bonami presenta
“L'arte nel cesso. Da Duchamp a Cattelan, ascesa e declino dell’arte contemporanea” (Mondadori)
ne parlerà con l'autore Sergio Risaliti
in omaggio ai partecipanti un biglietto omaggio per la mostra YTALIA a Forte Belvedere
 
Con l'autoironia che lo contraddistingue, Francesco Bonami, uno dei più brillanti critici d'arte internazionali, riprende il discorso avviato dieci anni fa in Lo potevo fare anch'ioL'autore ammette che, in fondo, tante opere alla cui vista restiamo sgomenti forse avremmo potute farle pure noi, e comunque, anche se le ha fatte qualcun altro prima, questo non significa affatto che si tratti di arte. Per concludere, provocatoriamente ma non del tutto, che l'arte contemporanea – che ha avuto inizio nel 1917 con l'orinale capovolto ( Fontana ) di Marcel Duchamp – oggi, a un secolo esatto, è giunta alla sua fine, e deve lasciare il posto a una nuova fase.Attraverso una serie di racconti e riflessioni, l'autore ci mostra perché ora all'arte non bastano più solo idee che si rincorrono con l'obiettivo di essere una più rivoluzionaria dell'altra. E perché, provocazione dopo provocazione, la contemporaneità ha esaurito il suo potere di stupire. E conclude che, per tornare a essere utile, l'arte deve ritrovare la capacità d'inventare e narrare storie, recuperando quell'essenziale cocktail di ingenuità e genialità che è alla base della creatività umana.

Giovedì 28 settembre | ore 19
Ludovico Pratesi presenta
“Perché l'Italia non ama più l'arte contemporanea”
(Castelvecchi Editore)
ne parlerà con l'autore Arturo Galansino
 
Come mai l’Italia odia l’arte contemporanea? È a causa del peso del nostro patrimonio artistico o ci sono altre ragioni? Perché non sappiamo promuovere i nostri giovani talenti sulla scena internazionale? Come mai non abbiamo una grande collezione nazionale dedicata all’arte di oggi? Partendo da queste domande, il libro di Pratesi suggerisce alcune direzioni per individuare, in Italia, un nuovo rapporto con l’arte del nostro tempo.

SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI