Da Boldini a De Pisis. Firenze accoglie i capolavori di Ferrara
Dal 19 Febbraio 2013 al 19 Maggio 2013
Firenze
Luogo: Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti e Villa Bardini
Indirizzo: piazza Pitti 1
Orari: da martedì a domenica 8.15-18.50
Costo del biglietto: intero 8, ridotto 6
E-Mail info: info@polomuseale.firenze.it
Sito ufficiale: http://www.polomuseale.firenze.it
Fin dal suo titolo la mostra “Da Boldini a De Pisis. Firenze accoglie i capolavori di Ferrara” pone l’iniziativa sotto l’egida di un valore speciale: l’accoglienza, quella che caratterizza per definizione ogni iniziativa culturale, ma che qui assume la sfumatura ulteriore di una viva solidarietà nei confronti delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara in Palazzo Massari colpite, al pari della città e del territorio, dal sisma del maggio 2012.
La selezione di dipinti (presentata in Palazzo dei Diamanti nell’autunno scorso con la cura di Maria Luisa Pacelli, Barbara Guidi e Chiara Vorrasi) approda dunque a Firenze in due sedi d’eccellenza, la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti e la Villa Bardini della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron. Quei capolavori di artisti di prima grandezza nel nostro recente passato, l’Otto e il Novecento che conducono verso la contemporaneità, non hanno bisogno di commento: quelli di Boldini e De Pisis sono i più famosi e i più amati, ma la selezione è ampia e varia, e consente di aprire prospettive non ovvie anche ad un pubblico di amatori informati. La presenza di questi quadri, in un anticipo di primavera fiorentina, rinnova l’attrattiva di sedi museali in Oltrarno che il turismo di massa - non per sua colpa - trascura, ma che sono punti di riferimento per la comunità locale e nazionale.
Le pagine iniziali di questo bel catalogo, insieme con il colophon, danno conto dell’ampio e qualificato impegno scientifico, organizzativo, finanziario che le istituzioni coinvolte hanno profuso in questa esposizione gemina, grazie alla disponibilità della Fondazione Ferrara Arte, alla tempestiva fattività di Opera Laboratori Fiorentini, al sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze presieduto da Jacopo Mazzei. Riunisco tutti i colleghi ed amici protagonisti di questa eccezionale collaborazione in un unico sentito ringraziamento, con un pensiero speciale per le direzioni dei due luoghi espositivi, che hanno saputo e voluto introdurre questa mostra in programmi già fitti e prestabiliti nel segno, appunto, d’una pronta accoglienza.
Presentazione della mostra di Simonella Condemi e Alessandra Griffo
(Direzione della Galleria d’arte moderna di Firenze)
In seguito ai gravi danni provocati al territorio emiliano dal sisma del maggio scorso, anche gli ambienti di Palazzo Massari, sede delle collezioni dell’Ottocento e del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Filippo de Pisis a Ferrara, non garantivano più l’indispensabile sicurezza per l’esposizione al pubblico delle opere d’arte. Dopo averne presentato una significativa scelta a Palazzo dei Diamanti, la direzione dei musei ferraresi, non rassegnandosi alla necessità di ricoverare le opere in deposito, ha domandato ospitalità ad altre realtà museali, in modo da consentire ad un pubblico più vasto la visione almeno temporanea di alcuni di questi capolavori, riassumibili nella sintetica cifra da Boldini a De Pisis.
Firenze ha risposto positivamente a questa iniziativa, in virtù di quella solidarietà tra istituzioni che ha avuto la sua prima, immediata motivazione nella consapevolezza di quanto sia importante mantenere viva l’attenzione su quell’evento drammatico, ma che ha trovato anche ulteriori motivi di sintonia nelle corrispondenze tra le raccolte ferraresi e fiorentine e nei legami che alcuni artisti rappresentati in mostra intrecciarono con la nostra città.
Sotto tale aspetto basti pensare al fatto che tra questi Giovanni Muzzioli nel 1875 si trasferì a Firenze, con studio lungo il Mugnone, che Giuseppe Mentessi fu tra i collaboratori all’edizione di Vittorio Alinari della Divina Commedia del 1903, mentre Arrigo Minerbi lavorò come restauratore presso alcuni antiquari fiorentini, partecipando inoltre all’esposizione La fiorentina primaverile del 1922. D’altro canto la stessa Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti conserva il nucleo più importante dei dipinti del periodo macchiaiolo di Giovanni Boldini, legati al museo nel 1955 da Adriana Banti Ghiglia. Significative sono inoltre le presenze simboliste di Gaetano Previati, o quelle ancora prossime al sentimento della natura espresso dalla pittura di macchia di Alberto Pisa, che tra l’altro a Firenze studiò presso l’Accademia di Belle Arti collaborando successivamente come illustratore con la casa editrice Salani.
La vicinanza tra le collezioni dei due musei viene ribadita procedendo nel XX secolo; ai Carrà, Sironi e De Pisis provenienti da Ferrara, rispondono le opere riferite agli stessi artisti donate alla galleria fiorentina da alcuni esponenti del variegato e vitale ambiente dell’intellighentia cittadina o giunti in seguito ad acquisti o agli arrivi annuali dal Premio del Fiorino.
Per riuscire ad allestire il patrimonio ferrarese in modo da riproporne, sia pure in parte, il percorso e l’accrescimento delle collezioni, sono state predisposte due sedi che ospitano le opere secondo un ordine cronologico: Villa Bardini dove, partendo dal romanticismo storico e includendo un assoluto capolavoro di Previati, si arriva al gruppo di ritratti internazionali di Boldini, mentre a Palazzo Pitti gli ambienti della Sala del Fiorino e della Sala della Musica accolgono opere comprese tra il simbolismo e le avanguardie del XX secolo, per giungere alla serrata sequenza finale dei dipinti di De Pisis.
La scelta consapevole di riservare alla nostra sede le opere novecentesche ha un suo corollario nella presentazione presso il Saloncino delle Statue di una scultura di Minerbi e di quattro dipinti di Boldini, Carrà, Sironi e De Pisis di proprietà delle collezioni fiorentine, esemplificative di una notevole raccolta che non ha ancora trovato la sua complessiva esposizione museale.
L’attuale mostra diviene così l’incipit ideale per inaugurare quel calendario di iniziative che la Galleria d’arte moderna intende dedicare d’ora in avanti al Novecento, in vista della celebrazione del centenario del suo primo allestimento predisposto nel 1914 nei pochi ambienti attigui all’Accademia fiorentina di Belle Arti.
La selezione di dipinti (presentata in Palazzo dei Diamanti nell’autunno scorso con la cura di Maria Luisa Pacelli, Barbara Guidi e Chiara Vorrasi) approda dunque a Firenze in due sedi d’eccellenza, la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti e la Villa Bardini della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron. Quei capolavori di artisti di prima grandezza nel nostro recente passato, l’Otto e il Novecento che conducono verso la contemporaneità, non hanno bisogno di commento: quelli di Boldini e De Pisis sono i più famosi e i più amati, ma la selezione è ampia e varia, e consente di aprire prospettive non ovvie anche ad un pubblico di amatori informati. La presenza di questi quadri, in un anticipo di primavera fiorentina, rinnova l’attrattiva di sedi museali in Oltrarno che il turismo di massa - non per sua colpa - trascura, ma che sono punti di riferimento per la comunità locale e nazionale.
Le pagine iniziali di questo bel catalogo, insieme con il colophon, danno conto dell’ampio e qualificato impegno scientifico, organizzativo, finanziario che le istituzioni coinvolte hanno profuso in questa esposizione gemina, grazie alla disponibilità della Fondazione Ferrara Arte, alla tempestiva fattività di Opera Laboratori Fiorentini, al sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze presieduto da Jacopo Mazzei. Riunisco tutti i colleghi ed amici protagonisti di questa eccezionale collaborazione in un unico sentito ringraziamento, con un pensiero speciale per le direzioni dei due luoghi espositivi, che hanno saputo e voluto introdurre questa mostra in programmi già fitti e prestabiliti nel segno, appunto, d’una pronta accoglienza.
Presentazione della mostra di Simonella Condemi e Alessandra Griffo
(Direzione della Galleria d’arte moderna di Firenze)
In seguito ai gravi danni provocati al territorio emiliano dal sisma del maggio scorso, anche gli ambienti di Palazzo Massari, sede delle collezioni dell’Ottocento e del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea Filippo de Pisis a Ferrara, non garantivano più l’indispensabile sicurezza per l’esposizione al pubblico delle opere d’arte. Dopo averne presentato una significativa scelta a Palazzo dei Diamanti, la direzione dei musei ferraresi, non rassegnandosi alla necessità di ricoverare le opere in deposito, ha domandato ospitalità ad altre realtà museali, in modo da consentire ad un pubblico più vasto la visione almeno temporanea di alcuni di questi capolavori, riassumibili nella sintetica cifra da Boldini a De Pisis.
Firenze ha risposto positivamente a questa iniziativa, in virtù di quella solidarietà tra istituzioni che ha avuto la sua prima, immediata motivazione nella consapevolezza di quanto sia importante mantenere viva l’attenzione su quell’evento drammatico, ma che ha trovato anche ulteriori motivi di sintonia nelle corrispondenze tra le raccolte ferraresi e fiorentine e nei legami che alcuni artisti rappresentati in mostra intrecciarono con la nostra città.
Sotto tale aspetto basti pensare al fatto che tra questi Giovanni Muzzioli nel 1875 si trasferì a Firenze, con studio lungo il Mugnone, che Giuseppe Mentessi fu tra i collaboratori all’edizione di Vittorio Alinari della Divina Commedia del 1903, mentre Arrigo Minerbi lavorò come restauratore presso alcuni antiquari fiorentini, partecipando inoltre all’esposizione La fiorentina primaverile del 1922. D’altro canto la stessa Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti conserva il nucleo più importante dei dipinti del periodo macchiaiolo di Giovanni Boldini, legati al museo nel 1955 da Adriana Banti Ghiglia. Significative sono inoltre le presenze simboliste di Gaetano Previati, o quelle ancora prossime al sentimento della natura espresso dalla pittura di macchia di Alberto Pisa, che tra l’altro a Firenze studiò presso l’Accademia di Belle Arti collaborando successivamente come illustratore con la casa editrice Salani.
La vicinanza tra le collezioni dei due musei viene ribadita procedendo nel XX secolo; ai Carrà, Sironi e De Pisis provenienti da Ferrara, rispondono le opere riferite agli stessi artisti donate alla galleria fiorentina da alcuni esponenti del variegato e vitale ambiente dell’intellighentia cittadina o giunti in seguito ad acquisti o agli arrivi annuali dal Premio del Fiorino.
Per riuscire ad allestire il patrimonio ferrarese in modo da riproporne, sia pure in parte, il percorso e l’accrescimento delle collezioni, sono state predisposte due sedi che ospitano le opere secondo un ordine cronologico: Villa Bardini dove, partendo dal romanticismo storico e includendo un assoluto capolavoro di Previati, si arriva al gruppo di ritratti internazionali di Boldini, mentre a Palazzo Pitti gli ambienti della Sala del Fiorino e della Sala della Musica accolgono opere comprese tra il simbolismo e le avanguardie del XX secolo, per giungere alla serrata sequenza finale dei dipinti di De Pisis.
La scelta consapevole di riservare alla nostra sede le opere novecentesche ha un suo corollario nella presentazione presso il Saloncino delle Statue di una scultura di Minerbi e di quattro dipinti di Boldini, Carrà, Sironi e De Pisis di proprietà delle collezioni fiorentine, esemplificative di una notevole raccolta che non ha ancora trovato la sua complessiva esposizione museale.
L’attuale mostra diviene così l’incipit ideale per inaugurare quel calendario di iniziative che la Galleria d’arte moderna intende dedicare d’ora in avanti al Novecento, in vista della celebrazione del centenario del suo primo allestimento predisposto nel 1914 nei pochi ambienti attigui all’Accademia fiorentina di Belle Arti.
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