Levi van Veluw. Between belief and delusions
Dal 19 Novembre 2021 al 15 Gennaio 2022
Firenze
Luogo: Galleria Eduardo Secci
Indirizzo: Piazza Carlo Goldoni 2
Orari: Lunedì - Sabato 10.00 - 13.30 / 14.30 - 19.00
Telefono per informazioni: +39 055 661356
E-Mail info: exhibitions@eduardosecci.com
Sito ufficiale: http://www.eduardosecci.com
La galleria Eduardo Secci è lieta di annunciare l’inaugurazione di “Between belief and delusions”, personale di Levi van Veluw, che avrà luogo venerdì 19 novembre 2021 (dalle ore 16.00 alle 20.00) negli spazi espositivi di Firenze (Piazza Carlo Goldoni, 2). La mostra sarà visitabile fino al 15 gennaio 2022.
L’artista multidisciplinare olandese presenta un nuovo corpus di sculture in argilla, secondo la tradizione di Beyond Matter. Con questa serie di opere blu polimerico, van Veluw indaga il legame fra razionale, spirituale e materiale. Attraverso la creazione di immagini di manufatti religiosi, si interroga in merito al nostro desidero di rendere la fede tangibile. Nipote di un pastore, è affascinato dai rituali fin dall’infanzia.
Il concetto di “credenza” viene analizzato da secoli. Nell’epistemologia, per esempio, i filosofi utilizzano questo termine per riferirsi agli atteggiamenti che abbiamo quando accogliamo o consideriamo qualcosa come vero. Credere a qualcosa o avere un credo non richiede propriamente un processo di introspezione attiva, talvolta l’essere umano semplicemente acquisisce un concetto come la verità. La formazione di credenze è quindi una delle funzioni più basilari e importanti della mente umana, e il credere svolge un ruolo cruciale specialmente nell’epistemologia, che ruota attorno alla questione concernente quando e come le nostre convinzioni siano giustificate o qualificate come conoscenza.
In “Between belief and delusions”, Levi van Veluw riflette su uno specifico argomento: quando una credenza diventa illusione? L’artista esamina e concepisce un vocabolario visuale dove il pensiero viene divorato dall’immaginazione. Le opere scultoree vogliono provocare un senso di smarrimento facendoci perdere nella loro illusione. Questi oggetti, alludendo a quei simboli a lungo associati agli aspetti spirituali della vita, sviluppano un sentimento di confusione nell’osservatore che contempla un prodotto dell’immaginazione, anziché una forma divina.
La serie di opere esposte presenta un elemento dinamico attraverso la parte meccanica all’interno delle sculture in argilla. Il cuore di questo motore è alimentato da una molla. L’ingranaggio, non visibile esternamente, viene azionato con un atto rituale come la rotazione o altri movimenti ripetitivi, dando vita alla scultura e generando effetti allucinatori ed immersivi.
Inoltre, l’intera parete di una sala è coperta da un intenso e potente motivo, le cui grandi dimensioni costringono il visitatore a sentirsi piccolo e insignificante. La complessità e il lento movimento disorientano. Il lavoro cerca infatti di attrarre l’attenzione e sedurre, ma nello stesso momento il fruitore vuole distogliere lo sguardo e fuggire da questa illusione
Levi van Veluw, nato nel 1985 a Hoevelaken (Paesi Bassi), vive e lavora ad Amsterdam. Dopo gli studi all’ArtEZ University of the Arts ad Arnhem (2007) concepisce lavori multidisciplinari, che includono installazioni scenografiche, fotografie, video, sculture e disegni.
Van Veluw basa la sua pratica sull'idea di una realtà alternativa, creando un laboratorio visivo in cui sono presenti sia l'ordine che il caos. L'artista indaga la relatività della materia e attinge a teorie scientifiche e fisiche per affrontare dilemmi esistenziali. Le sue installazioni misteriose e sensoriali incoraggiano l’osservatore a riflettere sullo sviluppo di una nuova conoscenza, derivante dal desiderio di un universo regolato, pur riconoscendo l'impossibilità razionale del controllo totale.
Tra le sue mostre personali più recenti ricordiamo: Videocittà, Roma (2021); Eduardo Secci, Firenze (2020); Rijksmuseum Twenthe, Enschede, Paesi Bassi (2020); Praz-Delavallade, Parigi (2020); Het HEM, Zaandam, Paesi Bassi (2020); Tenuta Dello Scompiglio, Lucca (2019); Domaine de Kerguéhennec, Bignan, Francia (2018); La Galerie Particulière, Parigi (2017); Galerie Ron Mandos, Amsterdam (2019); Rosenfeld Porcini Gallery, Londra (2016). Tra le numerose mostre collettive: Museum Kranenburgh, Bergen, Paesi Bassi (2017); labellisée Normandie Impressonniste 2016, Jumièges, Francia; Museum de Fundatie, Zwolle, Paesi Bassi (2016); Maddox Arts, Londra (2015). Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come Borusan Contemporary Collection, Caldic Collection, Ekard Collection e KPMG Art Collection.
L’artista multidisciplinare olandese presenta un nuovo corpus di sculture in argilla, secondo la tradizione di Beyond Matter. Con questa serie di opere blu polimerico, van Veluw indaga il legame fra razionale, spirituale e materiale. Attraverso la creazione di immagini di manufatti religiosi, si interroga in merito al nostro desidero di rendere la fede tangibile. Nipote di un pastore, è affascinato dai rituali fin dall’infanzia.
Il concetto di “credenza” viene analizzato da secoli. Nell’epistemologia, per esempio, i filosofi utilizzano questo termine per riferirsi agli atteggiamenti che abbiamo quando accogliamo o consideriamo qualcosa come vero. Credere a qualcosa o avere un credo non richiede propriamente un processo di introspezione attiva, talvolta l’essere umano semplicemente acquisisce un concetto come la verità. La formazione di credenze è quindi una delle funzioni più basilari e importanti della mente umana, e il credere svolge un ruolo cruciale specialmente nell’epistemologia, che ruota attorno alla questione concernente quando e come le nostre convinzioni siano giustificate o qualificate come conoscenza.
In “Between belief and delusions”, Levi van Veluw riflette su uno specifico argomento: quando una credenza diventa illusione? L’artista esamina e concepisce un vocabolario visuale dove il pensiero viene divorato dall’immaginazione. Le opere scultoree vogliono provocare un senso di smarrimento facendoci perdere nella loro illusione. Questi oggetti, alludendo a quei simboli a lungo associati agli aspetti spirituali della vita, sviluppano un sentimento di confusione nell’osservatore che contempla un prodotto dell’immaginazione, anziché una forma divina.
La serie di opere esposte presenta un elemento dinamico attraverso la parte meccanica all’interno delle sculture in argilla. Il cuore di questo motore è alimentato da una molla. L’ingranaggio, non visibile esternamente, viene azionato con un atto rituale come la rotazione o altri movimenti ripetitivi, dando vita alla scultura e generando effetti allucinatori ed immersivi.
Inoltre, l’intera parete di una sala è coperta da un intenso e potente motivo, le cui grandi dimensioni costringono il visitatore a sentirsi piccolo e insignificante. La complessità e il lento movimento disorientano. Il lavoro cerca infatti di attrarre l’attenzione e sedurre, ma nello stesso momento il fruitore vuole distogliere lo sguardo e fuggire da questa illusione
Levi van Veluw, nato nel 1985 a Hoevelaken (Paesi Bassi), vive e lavora ad Amsterdam. Dopo gli studi all’ArtEZ University of the Arts ad Arnhem (2007) concepisce lavori multidisciplinari, che includono installazioni scenografiche, fotografie, video, sculture e disegni.
Van Veluw basa la sua pratica sull'idea di una realtà alternativa, creando un laboratorio visivo in cui sono presenti sia l'ordine che il caos. L'artista indaga la relatività della materia e attinge a teorie scientifiche e fisiche per affrontare dilemmi esistenziali. Le sue installazioni misteriose e sensoriali incoraggiano l’osservatore a riflettere sullo sviluppo di una nuova conoscenza, derivante dal desiderio di un universo regolato, pur riconoscendo l'impossibilità razionale del controllo totale.
Tra le sue mostre personali più recenti ricordiamo: Videocittà, Roma (2021); Eduardo Secci, Firenze (2020); Rijksmuseum Twenthe, Enschede, Paesi Bassi (2020); Praz-Delavallade, Parigi (2020); Het HEM, Zaandam, Paesi Bassi (2020); Tenuta Dello Scompiglio, Lucca (2019); Domaine de Kerguéhennec, Bignan, Francia (2018); La Galerie Particulière, Parigi (2017); Galerie Ron Mandos, Amsterdam (2019); Rosenfeld Porcini Gallery, Londra (2016). Tra le numerose mostre collettive: Museum Kranenburgh, Bergen, Paesi Bassi (2017); labellisée Normandie Impressonniste 2016, Jumièges, Francia; Museum de Fundatie, Zwolle, Paesi Bassi (2016); Maddox Arts, Londra (2015). Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come Borusan Contemporary Collection, Caldic Collection, Ekard Collection e KPMG Art Collection.
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