Vanessa Billy. The white Goddess

© Ph. Gunnar Meier | Vanessa Billy, Centuries, 2016. Detail. Jesmonite, dust, sand, pigment and lead

 

Dal 19 Gennaio 2019 al 14 Marzo 2019

Firenze

Luogo: Galleria Gentili

Indirizzo: Borgo Pinti 80-82/R

Curatori: Rita Selvaggio

Telefono per informazioni: +39 055 9060519

E-Mail info: info@galleriagentili.it

Sito ufficiale: http://www.galleriagentili.it i



Così a un’ora fissa 
Matuta soffonde con la rosea luce dell’aurora 
le rive dell’etere e spande la luce… 
Lucrezio , De rerum natura (Lib. V, 656-662)
 
Incroci di ecologia politica e il passaggio dell’energia da un’entità all’altra, visioni distopiche e grumi di materia mitologica: sono questi alcuni dei temi sviluppati dalla pratica di Vanessa Billy (1978, Ginevra) contraddistinta da un forte credo nell’ibridismo e nella capacità di tramutazione degli elementi. Le opere in mostra occupano lo spazio con una presenza  tanto corporea quanto vulnerabile, combinano una varietà di forme e sostanze tangibili traducendo le allusioni ad un momento o a un’azione trasformativa che genera l’effetto di ancorarle all’ambiente più  prossimo. Assecondando infatti il principio interpretativo dell’analogia, il percorso espositivo si collega idealmente alla Mater Matuta (V sec a.C.) uno dei monumenti più significativi della produzione di statue cinerarie in pietra fetida conservato proprio a Firenze, nel vicino Museo Archeologico. A guisa delle fasi lunari che scandiscono giornalmente il ritmo del tempo, Mater Matuta, con il suo sguardo pervaso da un’intensa malinconia e prolungato oltre la vita terrena, è la dea italica protettrice dell’aurora, della fecondità e della nascita.
Matuta è la “dea bianca” –sorella del miraggio e dell’eco – che, nella sua nudamente indossata magnificenza, ci riporta a quell’istante fuori da ogni durata in cui il mito esplose alla luce per la prima volta. Alla stessa dimensione femminile che da tempo immemorabile è collegata alla luna e che evoca la madre in ogni sua funzione. È quella Dea Bianca che Robert Graves aveva inseguito attraverso tante incarnazioni e metamorfosi. Il corpo della donna offre  la medesima visione microcosmica dei ritmi universali della luna, metafora di ciclicità, mutamento, inconscio, segreto, mistero, maternità e fecondità, è simbolo dello scorrere del tempo e rende manifesto il perpetuo ricominciare, la catena ininterrotta di nascite e morti.
Da alba in alba gira la terra e la notte continua a seguire il giorno.

Vanessa Billy (1978, Ginevra, CH) ha studiato al Chelsea College of Art di Londra.
Tra le sue mostre personali più recenti: Future Perfect (2018) a Assembly Point di Londra; Dear Life (2017) al Centre Culturel Suisse di Parigi; We Dissolve (2016) alla Kunsthalle St.Gallen (CH). La sua commissione d’arte pubblica Tränen  sarà visibile fino a Marzo 2019 alla St.Peter Church di Zurigo (CH). Tra i suoi prossimi progetti: Konkrete Gegenwart (Febbraio 2019), all’ Haus Konstruktiv, Zurigo (CH); Oil. Beauty and Horror in the Petrol Age (Settembre 2019), al Kunstmuseum Wolfsburg (DE) e al Belvedere Museum, Vienna; una mostra personale (September 2019) alla galleria BolteLang, Zurigo (CH).
Attualmente vive e lavora a Zurigo (CH).

Inaugurazione 19 gennaio h 18.30 

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