Alla genesi dell’atto creativo nel buio delle caverne abitate dall’ “uomo di Grimaldi”: Guido Strazza, i Balzi Rossi e la Galleria Nazionale della Liguria

 

Dal 28 Maggio 2024 al 28 Maggio 2024

Genova

Luogo: Palazzo Spinola

Indirizzo: Piazza di Pellicceria 1

Orari: Dalle ore 16

Curatori: Antonio Pinelli

Costo del biglietto: Ingresso gratuito

E-Mail info: palazzospinola@cultura.gov.it


Martedì 28 maggio alle 16.00 è in arrivo a Palazzo Spinola l’ultimo appuntamento del ciclo di incontri dedicato alle nuove acquisizioni per la Galleria Nazionale della Liguria: Alla genesi dell’atto creativo nel buio delle caverne abitate dall’ “uomo di Grimaldi”: Guido Strazza, i Balzi Rossi e la Galleria Nazionale della Liguria, a cura di Antonio Pinelli.

L’incontro sarà l’occasione per presentare al pubblico dei Musei Nazionali di Genova tre tele donate dall’artista Guido Strazza nel 2023. I dipinti - realizzati nel 1956 e nel 1958 - raccontano i Balzi Rossi e le pitture rupestri attraverso linee e colori, capaci di ricalcare ricordi e riflessioni mentali dell’incontro dell’artista con quel tratto di costa ligure.

La costa di Grimaldi, nel territorio di Ventimiglia, custodisce all’interno delle grotte dei Balzi Rossi un’importante testimonianza: le pitture rupestri sono, infatti, una suggestiva traccia della presenza umana in questi ambienti durante la Preistoria. La finalità di questo tipo di immagini rappresenta ancora per l’uomo moderno una grande incognita.

Nel 1956 Guido Strazza entrò in rapporto con questo paesaggio marittimo traendone una notevole suggestione che si tradusse in un primo nucleo di opere. Esse reinterpretano le pitture rupestri dei Balzi Rossi attraverso l’indagine sulla loro natura segnica. Da sempre, l’enigmaticità dei segni e delle pitture lasciate da chi è temporalmente o spazialmente lontano ha attratto una volontà di indagine nell’uomo moderno che ha toccato diversi ambiti di studio, dall’antropologia fino ad arrivare all’arte.

Lo studio di Guido Strazza, che parte dall’Aeropittura futurista fino ad inserirsi nella corrente dell’Informale in un percorso al cui centro vi è sempre il segno, non è esente dalla fascinazione verso il primitivo, il quale ha toccato le corde profonde della creazione artistica del pittore grazie al contatto con la pittura precolombiana - tra 1948 e 1954 - e con le pitture rupestri dei Balzi Rossi qualche anno più tardi.

LE OPERE

Guido Strazza (Santa Flora, Grosseto 1922), Balzi Rossi, 1956, olio su tela applicata su legno / oil on canvas affixed on wood; GNL 153/2023
Spesso nei dipinti di Strazza i segni sono espressione di ricordi di alcuni istanti o di paesaggi di cui egli stesso ha fatto esperienza. Il primo contatto dell’artista con i Balzi Rossi di Grimaldi avvenne nel 1956 e da questo incontro nacque un primo nucleo di opere, espressione di quel paesaggio ligure: la personale visione di Strazza emerge con forza sulla tela per mezzo di linee e macchie di colore rosso, giallo e blu, in uno spazio sempre costruito e condizionato dai segni.
L'opera è stata donata dall'artista alla Galleria Nazionale della Liguria nel 2023.

Guido Strazza (Santa Flora, Grosseto 1922), Balzi Rossi, racconto segnico, 1956, olio su tela / oil on canvas; GNL 154/2023
Per Guido Strazza lo spazio è composto da un sistema complesso di segni la cui comprensione consiste nel cercare di estrapolarli dal contesto reale per farli propri. In questo modo il paesaggio fatto di mare, sabbia e roccia rossastra in cui svettano le grotte dei Balzi Rossi è catturato nella tela attraverso linee e colori che ricalcano ricordi e riflessioni mentali del primo incontro dell’artista con quel tratto di costa ligure, avvenuto nel 1956.
L'opera è stata donata dall'artista alla Galleria Nazionale della Liguria nel 2023.

Guido Strazza (Santa Flora, Grosseto, 1922), Ricordo dell’uomo di Grimaldi, 1958, olio su tela / oil on canvas; GNL 155/2023
Due anni dopo il primo incontro con i Balzi Rossi riemerge nella mente di Strazza il ricordo delle pitture rupestri all’interno delle grotte. La memoria contribuisce all’atto creativo agendo come un filtro e permette una rappresentazione della realtà priva di banalità: ciò che riaffiora dalla memoria è allora la visione dell’ambiente enigmatico della grotta abitata dai segni incisi dalle remote mani degli uomini preistorici, il cui ricordo si traduce sulla tela in un’oscurità profonda e nei segni ambigui di una realtà che a noi posteri sembra indecifrabile.
L'opera è stata donata dall'artista alla Galleria Nazionale della Liguria nel 2023.

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