Claudio Cargiolli. All’ombra del Parnaso

Claudio Cargiolli, Casa e zenobia, olio su tela tavola, 2017

 

Dal 17 Dicembre 2017 al 07 Gennaio 2018

Genova

Luogo: Palazzo Ducale

Indirizzo: piazza Matteotti 9

Orari: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle19

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Sito ufficiale: http://www.palazzoducale.genova.it/



Da domenica 17 dicembre 2017 a domenica 7 gennaio 2018, nella Sala Liguria di Palazzo Ducale, mostra del pittore Claudio Cargiolli.  
Un pittore ispirato, incline al racconto di luoghi e anime imperturbabili, in cui stupisce la maniacale perfezione che esibisce nella cura dei dettagli, indizi infinitesimali, come parti di un misterioso, seducente, pulviscolo. Cargiolli dipinge con l’anima di un sognatore in perenne viaggio fra le stelle e la testa di un abile matematico che sperimenta ogni volta soluzioni sempre più complicate e ardite. Un pittore dei prodigi, dunque, capace di affascinare per la tecnica ricercata nella raffigurazione di scene germinate all’interno del proprio teatro immaginifico.

Claudio Cargiolli nasce a Ponzanello nel 1952, piccolo borgo nei pressi di Fosdinovo (Massa Carrara). Ha frequentato il Liceo Artistico e poi in seguito l’Accademia di Belle Arti di Carrara, città dove vive e lavora. Fin dall’inizio curioso, libero, privilegia l’immaginazione e la fantasia, lontano da ogni concessione alle mode, ma sempre attento e rigoroso nel ricercare la buona pittura e nello sperimentare le antiche tecniche e gli artifici pittorici a lui più congeniali. Giovanissimo partecipa dal 1968 in poi a numerose rassegne di pittura. La sua prima mostra personale si colloca nel 1971, presso la galleria Fillungo di Lucca, curata dal critico e storico dell’arte Pier Carlo Santini, che lo seguirà per molti anni nella sua ricerca artistica. Con queste precoci esperienze, continua il suo percorso fino a diplomarsi all’Accademia nel 1974. Dal 1983 e negli anni a seguire, Cargiolli riesce ad assegnare ordine alle sue visioni e forma ai suoi sogni, la pittura prende a consolidarsi proprio nella misura in cui i volumi, le forme e gli oggetti, si collocano sulla tela in un racconto fantastico. Gli accostamenti al limite dell’incongruenza fra scene, visioni e descrizioni diverse, concorrono alla costruzione di una realtà metafisica, soffusa di poesia, irreale e tuttavia rasserenante, pur nella sua impossibilità. Tale processo di ricerca e lavoro si incrementa e si concretizza dalla seconda metà degli anni ’80; da quel periodo inizia, infatti, la collaborazione con la galleria Forni di Bologna e il ciclo di esposizioni di alto prestigio in Italia e all’Estero. Da segnalare fra le numerose mostre personali e partecipazioni collettive, le antologiche svoltesi a Palazzo Ducale di Massa e Palazzo Ducale di Urbino.
Hanno scritto di lui: D. Ambrosio. M.A. Baitello, R. Bavastro, F. Basile, F. Battolini, L. Bernardi, M. Bertozzi, O. Biagioni, A. Bosica, D. carlesi, G.M. Carli, M. cattafesta, M. Corradini, O. De Bernardi, M. Di Capua, A. Dragone, R. Fabrizio, G. Faccenda, R. Farroni, T.Forni, D. Garofalo, G.Gigliotti, C. Giumelli, W. Gorni, P. Levi, R. Magrini, N. Micieli, A. Mistrangelo, C. Orlando, T. Paloscia, E. Prayer, M. Rocchi, U. Russo, P.C. Santini,G. Scalco, V. Sgarbi, L. Strozzieri, R. Tabozzi, R. Valerio, G. Zaza
 

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