Cristof Yvorè. Senza Titolo
Dal 26 Settembre 2013 al 31 Ottobre 2013
Genova
Luogo: Museo d'Arte Contemporanea di Villa Croce
Indirizzo: via Jacopo Ruffini 3
Orari: da martedì a venerdì 9-18.30, sabato e domenica 10-19
Curatori: Ilaria Bonacossa
Telefono per informazioni: +39 010 580069/ 010 585772
E-Mail info: staffmostre@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it/spip.php?lang=it
Villa Croce è il primo museo di arte contemporanea ad ospitare un’ampia mostra monografica di Cristof Yvoré (Tours, 1967), in collaborazione con il FRAC PACA Marsiglia (Francia).
In bilico fra coerenza e ossessione, i quadri di Yvoré sono il prodotto di una profonda ricerca sullo statuto odierno della pittura.
Partendo dal ricordo di cose ordinarie e banali, l’artista costruisce, tela dopo tela, un immaginario opaco di nature morte e tonalità neutrali, un universo asfittico privo di vie di fuga composto di volta in volta da vasi di fiori, ciotole, boccali, angoli di stanze, soffitti.
L’attenzione dello spettatore rimane incagliata nello spessore della stesura pittorica che l’artista accumula sulla tela fino all’eccesso, caricando il pennello al punto tale che i confini fra figura e sfondo diventano irruenti e fanno vibrare l’insieme di vita propria. Questa concezione del colore come materia plastica è funzionale alla volontà dell’artista di spingersi sempre “sul limite oltre il quale si cade nel caos più completo”.
La sequenza di forme e spazi anonimi dei quadri di Yvoré, così come le tonalità soffuse e la mancanza di profondità ricordano l’opera di Morandi, ma risultano inariditi, prosciugati dal calore esistenziale che distingue l’atteggiamento del maestro bolognese. Ciò che più colpisce del lavoro di Yvoré è l’apparente assenza di riferimenti immediati alla contemporaneità intesa in senso ampio: dalla scelta dei soggetti ritratti – impossibili da collocare con precisione nel tempo –, al medium utilizzato – la pittura su scala ridotta e non spettacolare –, che conosce fortune alterne negli sviluppi dell’arte contemporanea.
Nelle parole dell’artista: “Far scomparire degli elementi è un modo per eliminare gli indici che indicano la natura delle figure dipinte, quando il mio tratto pittorico è più ampio si creano delle figure più immediate senza dettagli e senza narrativa. Ciò che mi interessa è l’unità concreta della tela più che la rappresentazione di un’immagine.”
In occasione della mostra verrà presentato il catalogo monografico Cristof Yvorè, Roma Publications Antwerp, prodotto in collaborazione con FRAC PACA Marsiglia con il supporto di ZENO X Gallery Anwerp-
In bilico fra coerenza e ossessione, i quadri di Yvoré sono il prodotto di una profonda ricerca sullo statuto odierno della pittura.
Partendo dal ricordo di cose ordinarie e banali, l’artista costruisce, tela dopo tela, un immaginario opaco di nature morte e tonalità neutrali, un universo asfittico privo di vie di fuga composto di volta in volta da vasi di fiori, ciotole, boccali, angoli di stanze, soffitti.
L’attenzione dello spettatore rimane incagliata nello spessore della stesura pittorica che l’artista accumula sulla tela fino all’eccesso, caricando il pennello al punto tale che i confini fra figura e sfondo diventano irruenti e fanno vibrare l’insieme di vita propria. Questa concezione del colore come materia plastica è funzionale alla volontà dell’artista di spingersi sempre “sul limite oltre il quale si cade nel caos più completo”.
La sequenza di forme e spazi anonimi dei quadri di Yvoré, così come le tonalità soffuse e la mancanza di profondità ricordano l’opera di Morandi, ma risultano inariditi, prosciugati dal calore esistenziale che distingue l’atteggiamento del maestro bolognese. Ciò che più colpisce del lavoro di Yvoré è l’apparente assenza di riferimenti immediati alla contemporaneità intesa in senso ampio: dalla scelta dei soggetti ritratti – impossibili da collocare con precisione nel tempo –, al medium utilizzato – la pittura su scala ridotta e non spettacolare –, che conosce fortune alterne negli sviluppi dell’arte contemporanea.
Nelle parole dell’artista: “Far scomparire degli elementi è un modo per eliminare gli indici che indicano la natura delle figure dipinte, quando il mio tratto pittorico è più ampio si creano delle figure più immediate senza dettagli e senza narrativa. Ciò che mi interessa è l’unità concreta della tela più che la rappresentazione di un’immagine.”
In occasione della mostra verrà presentato il catalogo monografico Cristof Yvorè, Roma Publications Antwerp, prodotto in collaborazione con FRAC PACA Marsiglia con il supporto di ZENO X Gallery Anwerp-
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