Nino Mustica. Simbiosi
Dal 24 Marzo 2013 al 22 Aprile 2013
Genova
Luogo: Musei di Nervi/ Galleria d’Arte Moderna/ Villa Saluzzo Serra
Indirizzo: via Capolungo 3
Orari: martedì-domenica 10-19
Curatori: Fortunato D’Amico, Maria Flora Giubilei
Costo del biglietto: intero € 6, ridotto € 5
Telefono per informazioni: +39 010 3726025/ 010 5574739-18
E-Mail info: gam@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it/spip.php?rubrique16
Si inaugura al pubblico sabato 23 marzo 2013, alle ore 17.30, Simbiosi, la prima mostra della rassegna artistica NaturaConTemporanea, progettata per alcuni dei Musei di Nervi da Fortunato D’Amico e Maria Flora Giubilei e dedicata alle opere del noto artista Nino Mustica, siciliano di nascita e milanese di adozione, che, assecondando un percorso di suggestioni cromatiche e formali, contamina con tele e installazioni gli spazi della Galleria d’Arte Moderna di Genova. Il dialogo con la natura che circonda le ville dei musei è un dato dal quale non si può e non si deve prescindere: lo fu per chi progettò la ragione d’essere della Galleria d’Arte Moderna sin dal 1927, quando si acquistarono ville e parchi nella parte orientale di Genova; continua a esserlo oggi nella programmazione delle attività. Collezioni d’arte e territorio insieme, come unica preziosa e strategica offerta culturale per un pubblico declinato in tutte le sue varietà.
Ma la bellezza delle opere d’arte di un museo ha necessità di essere rianimata in modo continuo, con metodo e con rinnovata offerta di lettura scientifica e divulgativa per resistere alla concorrenza di eventi spettacolari. Il “tempio delle muse” oggi propone dunque un evento effimero, fondato sulla lettura di una natura, vera e artificiale al “ConTempo” che si fa spazio tra le opere permanenti sotto la supervisione dei curatori, dell’artista e dell’architetto Giulio Sommariva. E l’intelligente occhio fotografico di Antonio Redaelli ha fissato, nelle pagine di un ricco catalogo, le “intrusioni” di Mustica in Galleria d’Arte Moderna. Sono i “naturali” arte-fatti della sofisticata fucina di Nino Mustica, appassionato artista che conduce da anni la sua coerente ricerca di univoco assoluto. La poliedricità e la singolarità dei suoi lavori, fluidi per definizione, consentono di annotare letture critiche sul rapporto tra l’arte del passato e quella del presente, e di esprimere valutazioni sulle dinamiche di trasformazione che, nell’ultimo secolo hanno attraversato la cultura del territorio e dato origine ai nuovi scenari dell’arte. Un’estetica evoluta, digitalizzata, caratterizzata dall’incedere rapido dell’informatica ha spostato il nostro pensiero cognitivo, prima votato all’ integrazione armonica dell’antropizzazione ambientale, poi brutalmente dirottato nell’adorazione suprema della macchina, oggi rapidamente votato a promuovere processi di ribaltamento del modello degenerativo innescato dall’industrializzazione.
Le grandi pitture su tela, realizzate da Mustica nel 2012, individuano la connessione dialettica con le tecniche dei maestri del Novecento, con la forza gestuale di alcuni di loro, e mettono in risalto il lavoro di ricerca contemporaneo sui nuovi materiali elaborati dall’arte di questi anni. Ingrandimenti di materia al suo “macroscopio” d’artista sono dunque le opere oggi in mostra, che, come esplosioni di colori e di visioni, minano, con disorientante “naturalezza”, il percorso espositivo delle storiche collezioni della Galleria d’Arte Moderna e si offrono agli occhi dei visitatori quasi ne fossero il fondamento strutturale originario. Negli ultimi lavori di Mustica il panorama green ritorna a essere la scenografia itinerante in cui si integrano le invenzioni dell’arte. Il pensiero critico sposta la linea della consapevolezza non verso un concentrato di modernità votata ad una crescita devastante ma, al contrario, incoraggia un intervento di recupero e di integrazione della cultura dentro il “sistema natura”. Tra le sue opere Baumhaus è il video che più interpreta il senso del nostro tempo, presentando una serie di case archetipo, cresciute tra radici sotterranee ramificate all’esterno, animate da meccaniche mimetiche con la natura. Il tema della casa sull’albero è agitato da un’irruenta energia iniziale, prodromo di un parto felice e di una raggiunta condizione di equilibrio dell’uomo nei confronti dell’habitat. Il filmato è ambientato in un giardino florido ed esteso, dove è facile intravederne le similitudini con i Parchi di Nervi e i paesaggi della macchia mediterranea.
Il futurismo di Mustica è un futuribile ormai a portata di mano, come dimostrano le Forme pittoriche tridimensionali, sculture in vetroresina dai profili morbidi e accattivanti che si mostrano dalle terrazze di Villa Saluzzo Serra e nelle sale della Galleria, paragonabili a frammenti di schegge colorate, piroettate dal movimento divino del Kundalini. Anche le Evoluzioni Pittoriche, nate con l’ausilio del computer e dei programmi di modellazione 3D, rimarcano il tema della scienza felice e del sublime coniugato alla scoperta delle leggi che regolano il DNA. Le simbiosi adottate da Mustica sono un vero linguaggio per raccontare oltre l’immagine rappresentata, evidenziare similitudini e differenze, riscoprire i punti strategici per elaborare musicalità asimmetriche e ritrovare tesori custoditi tra le strutture della poesia e della conoscenza.
Ma la bellezza delle opere d’arte di un museo ha necessità di essere rianimata in modo continuo, con metodo e con rinnovata offerta di lettura scientifica e divulgativa per resistere alla concorrenza di eventi spettacolari. Il “tempio delle muse” oggi propone dunque un evento effimero, fondato sulla lettura di una natura, vera e artificiale al “ConTempo” che si fa spazio tra le opere permanenti sotto la supervisione dei curatori, dell’artista e dell’architetto Giulio Sommariva. E l’intelligente occhio fotografico di Antonio Redaelli ha fissato, nelle pagine di un ricco catalogo, le “intrusioni” di Mustica in Galleria d’Arte Moderna. Sono i “naturali” arte-fatti della sofisticata fucina di Nino Mustica, appassionato artista che conduce da anni la sua coerente ricerca di univoco assoluto. La poliedricità e la singolarità dei suoi lavori, fluidi per definizione, consentono di annotare letture critiche sul rapporto tra l’arte del passato e quella del presente, e di esprimere valutazioni sulle dinamiche di trasformazione che, nell’ultimo secolo hanno attraversato la cultura del territorio e dato origine ai nuovi scenari dell’arte. Un’estetica evoluta, digitalizzata, caratterizzata dall’incedere rapido dell’informatica ha spostato il nostro pensiero cognitivo, prima votato all’ integrazione armonica dell’antropizzazione ambientale, poi brutalmente dirottato nell’adorazione suprema della macchina, oggi rapidamente votato a promuovere processi di ribaltamento del modello degenerativo innescato dall’industrializzazione.
Le grandi pitture su tela, realizzate da Mustica nel 2012, individuano la connessione dialettica con le tecniche dei maestri del Novecento, con la forza gestuale di alcuni di loro, e mettono in risalto il lavoro di ricerca contemporaneo sui nuovi materiali elaborati dall’arte di questi anni. Ingrandimenti di materia al suo “macroscopio” d’artista sono dunque le opere oggi in mostra, che, come esplosioni di colori e di visioni, minano, con disorientante “naturalezza”, il percorso espositivo delle storiche collezioni della Galleria d’Arte Moderna e si offrono agli occhi dei visitatori quasi ne fossero il fondamento strutturale originario. Negli ultimi lavori di Mustica il panorama green ritorna a essere la scenografia itinerante in cui si integrano le invenzioni dell’arte. Il pensiero critico sposta la linea della consapevolezza non verso un concentrato di modernità votata ad una crescita devastante ma, al contrario, incoraggia un intervento di recupero e di integrazione della cultura dentro il “sistema natura”. Tra le sue opere Baumhaus è il video che più interpreta il senso del nostro tempo, presentando una serie di case archetipo, cresciute tra radici sotterranee ramificate all’esterno, animate da meccaniche mimetiche con la natura. Il tema della casa sull’albero è agitato da un’irruenta energia iniziale, prodromo di un parto felice e di una raggiunta condizione di equilibrio dell’uomo nei confronti dell’habitat. Il filmato è ambientato in un giardino florido ed esteso, dove è facile intravederne le similitudini con i Parchi di Nervi e i paesaggi della macchia mediterranea.
Il futurismo di Mustica è un futuribile ormai a portata di mano, come dimostrano le Forme pittoriche tridimensionali, sculture in vetroresina dai profili morbidi e accattivanti che si mostrano dalle terrazze di Villa Saluzzo Serra e nelle sale della Galleria, paragonabili a frammenti di schegge colorate, piroettate dal movimento divino del Kundalini. Anche le Evoluzioni Pittoriche, nate con l’ausilio del computer e dei programmi di modellazione 3D, rimarcano il tema della scienza felice e del sublime coniugato alla scoperta delle leggi che regolano il DNA. Le simbiosi adottate da Mustica sono un vero linguaggio per raccontare oltre l’immagine rappresentata, evidenziare similitudini e differenze, riscoprire i punti strategici per elaborare musicalità asimmetriche e ritrovare tesori custoditi tra le strutture della poesia e della conoscenza.
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