Pittura del Seicento in Abruzzo tra Roma e Napoli. Oltre Caravaggio
Dal 13 Dicembre 2014 al 13 Gennaio 2015
Sulmona | L'Aquila
Luogo: Abbazia di Santo Spirito al Morrone
Indirizzo: Loc. Badia
Orari: feriali 9-14
Enti promotori:
- Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell'Abruzzo
Telefono per informazioni: +39 0864 32849
E-Mail info: sbsae-abr.sulmona.abbaziasspirito@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.santospiritoalmorrone.beniculturali.it
La porta si chiude dietro le spalle e si entra cautamente nel ‘600, una luce offuscata dai chiaroscuri, in questa mostra che va Oltre Caravaggio, oltre le carestie, le pestilenze i bisogni di ancorare la propria sofferenza ad un iconografia classica o di riconoscere il proprio viso nelle inquietudini realiste che approdano nella pittura dopo la lezione del Caravaggio. Luci e ombre svelate in una terra, quella abruzzese, nient'affatto isolata se si considera l’itinerario obbligato e interno tra Roma Firenze e Napoli o i felici commerci via mare che imposero la fiera di Lanciano su quella di Senigallia alla fine del ‘500. Ora, in questo percorso, siamo dentro la mostra, in un barocco troppo a lungo negato, la Soprintendenza BSAE - Abruzzo rivela, invece, con i suoi recenti studi pubblicati nel catalogo che sarà presentato sabato 13 dicembre, ore 11.00 a Sulmona, Abbazia di Santo Spirito, una propria bellezza, velata da una storiografia che l’ha ingiustamente relegata in zona d’ombra. Ecco allora il Martirio di San Bartolomeo, sul cui corpo martoriato i carnefici strappano crudelmente lembi di pelle sotto un cielo nuvoloso o Giobbe nel Letamaio, deformato dalla malattia e dai lutti che coniuga, nell’intenso naturalismo, il chiaroscuro di derivazione napoletana all’uso del colore che l’artista, il Mattia Preti, ha appreso in ambiente veneto: due opere considerate, dalla storiografia, le più celebri ed anche tra le prime opere del Seicento napoletano presenti in regione. Collezioni del Museo Nazionale d’Abruzzo e private, di importanti famiglie aquilane, guidano il visitatore all’interno di opere poco note o addirittura inedite, emerse alcune dal buio di un deposito polveroso all’indomani del sisma, sottoposte a restauro, studiate e visibili in mostra e sul catalogo. I visi popolani, i pastori nei tipici costumi abruzzesi, da una parte, le Madonne , i Santi di Luca Giordano, del Solimena, l’immancabile San Sebastiano e, in corso di restauro, il pellicano di Carl Ruther di Danzica, molto operoso per il suo stesso ordine celestino, disegnano una geografia pittorica in una terra, la più settentrionale del Regno delle Due Sicilie, le committenze delle grandi famiglie e degli ordini religiosi, gli squarci e i deliri di un’epoca che ci ha introdotto lontano dai modelli idealizzati, con i visi, le espressioni e la disperazione umana nei volti dei santi e dei martiri.
Molto apprezzato dai cultori della pittura del Seicento sarà il catalogo, recentemente presentato a Napoli (Palazzo Zevallos Stigliano) e a Roma (Galleria Nazionale di Palazzo Corsini) a cura di Lucia Arbace, con la presentazione di Francesco Scoppola e testi di Lucia Arbace, Franco Battistella, Tulliano Carpino, Anna Colangelo, Mauro Congeduti, Sandro Debono, Maria Paola Dettori, Viviana Farina, Alessandra Giancola, Antonella Giosia, Riccardo Lattuada, Arianna Petraccia, Flavia Petrelli, Giuseppe Porzio, Giovanni Villano, Marta Vittorini,. Arricchito di un'appendice documentaria, nel volume per la prima volta è affrontata la catalogazione sistematica dei più significativi dipinti del Seicento appartenenti al Museo Nazionale d'Abruzzo, integrati da alcune opere un tempo custodite in collezioni storiche aquilane, come la Dragonetti De Torres. Hanno concorso alla schedatura importanti specialisti della materia affiancati da storici dell'arte della Soprintendenza e da alcuni giovani ricercatori. Tutti hanno proposto un'attenta lettura di queste testimonianze pittoriche di rilievo, accertando l'attribuzione a maestri di spicco quali Louis Finson, Bernardo Cavallino, Jusepe de Ribera, Massimo Stanzione, Mattia Preti, Guercino, Giacinto Brandi, Luca Giordano,Francesco Solimena, oppure a maestri ben integrati nella scena artistica abruzzese, come Giulio Cesare Bedeschini o Cesare Fantitto, lumeggiati alla luce di nuovi ritrovamenti documentari (Formato: 24x28, 200 pp. Artstudiopaparo editore).
Molto apprezzato dai cultori della pittura del Seicento sarà il catalogo, recentemente presentato a Napoli (Palazzo Zevallos Stigliano) e a Roma (Galleria Nazionale di Palazzo Corsini) a cura di Lucia Arbace, con la presentazione di Francesco Scoppola e testi di Lucia Arbace, Franco Battistella, Tulliano Carpino, Anna Colangelo, Mauro Congeduti, Sandro Debono, Maria Paola Dettori, Viviana Farina, Alessandra Giancola, Antonella Giosia, Riccardo Lattuada, Arianna Petraccia, Flavia Petrelli, Giuseppe Porzio, Giovanni Villano, Marta Vittorini,. Arricchito di un'appendice documentaria, nel volume per la prima volta è affrontata la catalogazione sistematica dei più significativi dipinti del Seicento appartenenti al Museo Nazionale d'Abruzzo, integrati da alcune opere un tempo custodite in collezioni storiche aquilane, come la Dragonetti De Torres. Hanno concorso alla schedatura importanti specialisti della materia affiancati da storici dell'arte della Soprintendenza e da alcuni giovani ricercatori. Tutti hanno proposto un'attenta lettura di queste testimonianze pittoriche di rilievo, accertando l'attribuzione a maestri di spicco quali Louis Finson, Bernardo Cavallino, Jusepe de Ribera, Massimo Stanzione, Mattia Preti, Guercino, Giacinto Brandi, Luca Giordano,Francesco Solimena, oppure a maestri ben integrati nella scena artistica abruzzese, come Giulio Cesare Bedeschini o Cesare Fantitto, lumeggiati alla luce di nuovi ritrovamenti documentari (Formato: 24x28, 200 pp. Artstudiopaparo editore).
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