L’Ottocento eroico. L’Eneide di Bartolomeo Pinelli e l’Iliade di Gaspare Landi
Dal 12 Dicembre 2014 al 12 Aprile 2015
La Spezia
Luogo: Museo Civico Amedeo Lia
Indirizzo: via Prione 234
Enti promotori:
- Comune di La Spezia
Telefono per informazioni: +39 0187 731100
E-Mail info: comunicazione@laspeziacultura.it
Sito ufficiale: http://museolia.spezianet.it
Il Museo Lia della Spezia ha origine, come è noto, dall’importante donazione compiuta da Amedeo Lia al Comune di questa città. Alla metà degli anni Novanta del secolo scorso, infatti, la consistenza qualitativa e quantitativa della propria collezione induce Amedeo Lia a maturare la decisione di donare alla sua città adottiva questa cospicua raccolta, in quanto “desidera che il patrimonio artistico oggetto della donazione […] che è stato parte ed è parte della sua vita sia gelosamente custodito dalla città della Spezia in un museo da istituire, e possa costituire un nucleo che rappresenti uno stimolo per una raccolta d’arte sempre più prestigiosa ed un luogo d’incontro per una vita culturale sempre più intensa”, così come anticipato nell’atto di donazione.
Al pari del Museo Lia anche l’Istituto Gazzola di Piacenza fa parte di quella compagine di istituzioni che traggono origine dalla benevolenza e lungimiranza dei singoli benefattori e il museo e l’attività didattica, attivata nella contemporanea Scuola d’Arte, rappresentano a tutt’oggi un’importante realtà cittadina, in felice risposta alle istanze del suo fondatore.
Il percorso espositivo permanente del Museo Lia giunge cronologicamente allo scadere del XVIII secolo e l’assenza nella Collezione di dipinti ottocenteschi può quindi essere supplita proprio da alcuni numeri offerti dalla collezione della Fondazione Gazzola. Tra le numerose opere piacentine, ne sono state individuate quattro fortemente rappresentative: i due dipinti di Gaspare Landi, tra i maggiori pittori neoclassici italiani, e due opere di Carlo Maria Viganoni, allievo dello stesso Landi.
Tali opere si innestano perfettamente nel percorso museale spezzino, andando a proseguire idealmente l’offerta figurativa e ampliandone così l’orizzonte cronologico, come si diceva. La selezione di opere che si propone privilegia inoltre l’aspetto “eroico” della pittura di genere, evidenziando non solo la misura formale ma anche, come si diceva, l’intrinseco valore educativo dell’opera d’arte. Temi tratti dalla storia antica e dalla mitologia sono il filo conduttore di queste rappresentazioni pittoriche.
La presenza in sede espositiva di queste opere offre inoltre l’occasione di mostrare per la prima volta al pubblico un’opera di rara importanza, vale a dire il corpus di disegni inerenti l’illustrazione dell’Eneide di Bartolomeo Pinelli, da cui derivano le incisioni della celebre edizione del 1811 da Luigi Fabbri. Raccolti in un album moderno e carenti solo di alcuni numeri, i raffinati disegni di Pinelli, di evidente gusto neoclassico, sono giunti nella collezione privata di Amedeo Lia privi di paternità, e tali fino a oggi rimasti.
A questi si assommano, grazie al contributo della Collezione Sartori di Mantova, tutte le cinquanta acqueforti di Pinelli, derivate proprio dai disegni, esposte in mostra e, a confronto, grazie al contributo della Biblioteca “U: Mazzini” della Spezia, verrà esposta anche una splendida edizione dell’Eneide stampata a Roma nella seconda metà del XVIII secolo.
Una mostra dunque dal duplice significato: da un lato il dialogo con un’istituzione di matrice collezionistica, nata da un rapporto d’amore per la propria città, al pari del Museo Lia, a rafforzare il portato e il significato dei musei che traggono origine dalla capacità di raccolta del singolo individuo. Dall’altro una pur temporanea dilatazione del percorso museale fino a comprendere opere dei primi decenni del XIX secolo, altrimenti estranee all’offerta stabile della Collezione spezzina.
Al pari del Museo Lia anche l’Istituto Gazzola di Piacenza fa parte di quella compagine di istituzioni che traggono origine dalla benevolenza e lungimiranza dei singoli benefattori e il museo e l’attività didattica, attivata nella contemporanea Scuola d’Arte, rappresentano a tutt’oggi un’importante realtà cittadina, in felice risposta alle istanze del suo fondatore.
Il percorso espositivo permanente del Museo Lia giunge cronologicamente allo scadere del XVIII secolo e l’assenza nella Collezione di dipinti ottocenteschi può quindi essere supplita proprio da alcuni numeri offerti dalla collezione della Fondazione Gazzola. Tra le numerose opere piacentine, ne sono state individuate quattro fortemente rappresentative: i due dipinti di Gaspare Landi, tra i maggiori pittori neoclassici italiani, e due opere di Carlo Maria Viganoni, allievo dello stesso Landi.
Tali opere si innestano perfettamente nel percorso museale spezzino, andando a proseguire idealmente l’offerta figurativa e ampliandone così l’orizzonte cronologico, come si diceva. La selezione di opere che si propone privilegia inoltre l’aspetto “eroico” della pittura di genere, evidenziando non solo la misura formale ma anche, come si diceva, l’intrinseco valore educativo dell’opera d’arte. Temi tratti dalla storia antica e dalla mitologia sono il filo conduttore di queste rappresentazioni pittoriche.
La presenza in sede espositiva di queste opere offre inoltre l’occasione di mostrare per la prima volta al pubblico un’opera di rara importanza, vale a dire il corpus di disegni inerenti l’illustrazione dell’Eneide di Bartolomeo Pinelli, da cui derivano le incisioni della celebre edizione del 1811 da Luigi Fabbri. Raccolti in un album moderno e carenti solo di alcuni numeri, i raffinati disegni di Pinelli, di evidente gusto neoclassico, sono giunti nella collezione privata di Amedeo Lia privi di paternità, e tali fino a oggi rimasti.
A questi si assommano, grazie al contributo della Collezione Sartori di Mantova, tutte le cinquanta acqueforti di Pinelli, derivate proprio dai disegni, esposte in mostra e, a confronto, grazie al contributo della Biblioteca “U: Mazzini” della Spezia, verrà esposta anche una splendida edizione dell’Eneide stampata a Roma nella seconda metà del XVIII secolo.
Una mostra dunque dal duplice significato: da un lato il dialogo con un’istituzione di matrice collezionistica, nata da un rapporto d’amore per la propria città, al pari del Museo Lia, a rafforzare il portato e il significato dei musei che traggono origine dalla capacità di raccolta del singolo individuo. Dall’altro una pur temporanea dilatazione del percorso museale fino a comprendere opere dei primi decenni del XIX secolo, altrimenti estranee all’offerta stabile della Collezione spezzina.
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