Antonella Catini. I flussi della coscienza
Dal 05 Marzo 2015 al 08 Aprile 2015
Latina
Luogo: Conservatorio Ottorino Respighi
Indirizzo: via Ezio 32
Orari: lun-sab 10.30-19.30
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0773 664173
E-Mail info: info@conslatina.it
Sito ufficiale: http://www.conslatina.it/index.php
Le “Superfici Informali” di Maria Gloria Sirabella lasciano il posto all’esposizione di Antonella Catini “I flussi della coscienza”, a cura di Fabio D’Achille, che sarà inaugurata domani 5 marzo alle 20,30 nella Galleria Musicale d’Arte Contemporanea/ Auditorium Roffredo Caetani del Conservatorio di Latina (Via Ezio, 32) per la rassegna Giovedì in Musica.
Se la pittura della Sirabella è connotata da un gioco di trasparenze ottenuto da velature luministiche e cromatiche con cui l’artista crea un effetto di vedo/non vedo, tutt’altra modalità espressiva prende vita dalle mani della Catini, fautrice di una pittura informale corposa, caratterizzata da una matericità di linee e colori che s’intersecano tra loro e quasi fuoriescono dalla tela, coinvolgendo prepotentemente l’osservatore in una pittura che a tratti assume quasi le caratteristiche di un bassorilievo.
Antonella Catini, romana, ha iniziato ad esporre con il Museo d’Arte Diffusa nella scorsa edizione di Mad Donna, per poi proseguire nella Rassegna MadLab@Manzù, in cui ha riproposto in scala minore la personale allestita al Museo dell’Ara Pacis, dove è stato presentato il catalogo a cura di Philippe Daverio.
E proprio Daverio scrive: “Curioso e intrigante il lavoro pittorico di Antonella Catini. Ed eccentrico pure per un certo verso se si tiene conto delle pieghe che le arti visive recenti hanno preso.(…) Antonella Catini, quasi controcorrente (…) si è rimessa a giocare in quell’ambito affascinante dove la mente dialoga con il gesto e il gesto si fa segno. Ed è come se la ricerca dell’energia che trapela dal suo fare avesse avuto la fortuna di scoprire un percorso proprio, capace di essere compreso da altri, di essere partecipato da altri. (…) L’accumulo dei gesti e dei segni della generazione precedente è per Antonella Catini esperienza acquisita, punto di partenza per far riprendere la corsa di questo pendolo. Gioca lei infatti con il gesto, vigoroso o delicato, si rimette a muovere la materia, impasta i colori. E va così a formare un cumulo sperimentale che torna ad avere una voglia narrativa, per accenni.
Ma nel frattempo l’esperienza del secolo si è sedimentata. E quando lei pone una materia sopra l’altra, quando lancia il gesto, genera una lingua che torna a narrare. Sono di nuovo percepibili i significati. E come nelle lingue parlate, ogni segno nasconde una seconda opportunità semantica: le sovrapposizioni lasciano intuire gli strati sotterranei e reconditi, i segreti vengono a galla e l’immagine torna a formarsi in una nuova sua struttura. Se nella generazione precedente la figurazione diventava astratta, nel cosmo suo l’astrazione torna figurativa, ma in una dimensione rinnovata. Si apre la fantasia alla magia del vedere, un po’ come quando lo psicologo analizza un test di Rorschach. La casualità iniziale viene guidata nel suo stesso divenire. Tutto torna a comporsi. E allora si scopre che oltre la dimensione del nostro vedere quotidiano, quella che restituisce talvolta a fatica anche la fotografia, vi è una dimensione del nostro esistere quotidiano, apparentemente inafferrabile, che si fa tangibile e perenne quando assume la forma stabile dell’opera compiuta. Qui si riscopre la funzione della pittura, quella che lega l’uomo d’oggi a quello a lui simile già nella caverna antica, e cioè la rappresentazione del mito, del rito e forse talvolta del mistero e quindi del sacro. Antonella Catini “gioca” con strumenti messi in atto da artisti talvolta a lei precedenti, così come in musica si compone in base ai grandi paradigmi che il contrappunto ha già stabilito. Il risultato finale è ovviamente la risultanza applicativa del suo talento”.(…)
La mostra -visitabile fino all’8 aprile- domani sarà accompagnata dal concerto “Si mes vers avaient des ailes”, una performance musicale di parole e musica nata dal progetto del Dipartimento di canto e teatro musicale, con ideazione e realizzazione a cura della classe del Maestro Angelo Michele Errico. L’ensemble è composta dal Maestro (soprano), Susanna Coppotelli (mezzosoprano), Eleonora Cipolla (baritono), Riccardo Primitivo (voce recitante), Arianna Bonardi (pianoforte), Chiara Pecorilli e Clelia Noviello Tomasino.
Se la pittura della Sirabella è connotata da un gioco di trasparenze ottenuto da velature luministiche e cromatiche con cui l’artista crea un effetto di vedo/non vedo, tutt’altra modalità espressiva prende vita dalle mani della Catini, fautrice di una pittura informale corposa, caratterizzata da una matericità di linee e colori che s’intersecano tra loro e quasi fuoriescono dalla tela, coinvolgendo prepotentemente l’osservatore in una pittura che a tratti assume quasi le caratteristiche di un bassorilievo.
Antonella Catini, romana, ha iniziato ad esporre con il Museo d’Arte Diffusa nella scorsa edizione di Mad Donna, per poi proseguire nella Rassegna MadLab@Manzù, in cui ha riproposto in scala minore la personale allestita al Museo dell’Ara Pacis, dove è stato presentato il catalogo a cura di Philippe Daverio.
E proprio Daverio scrive: “Curioso e intrigante il lavoro pittorico di Antonella Catini. Ed eccentrico pure per un certo verso se si tiene conto delle pieghe che le arti visive recenti hanno preso.(…) Antonella Catini, quasi controcorrente (…) si è rimessa a giocare in quell’ambito affascinante dove la mente dialoga con il gesto e il gesto si fa segno. Ed è come se la ricerca dell’energia che trapela dal suo fare avesse avuto la fortuna di scoprire un percorso proprio, capace di essere compreso da altri, di essere partecipato da altri. (…) L’accumulo dei gesti e dei segni della generazione precedente è per Antonella Catini esperienza acquisita, punto di partenza per far riprendere la corsa di questo pendolo. Gioca lei infatti con il gesto, vigoroso o delicato, si rimette a muovere la materia, impasta i colori. E va così a formare un cumulo sperimentale che torna ad avere una voglia narrativa, per accenni.
Ma nel frattempo l’esperienza del secolo si è sedimentata. E quando lei pone una materia sopra l’altra, quando lancia il gesto, genera una lingua che torna a narrare. Sono di nuovo percepibili i significati. E come nelle lingue parlate, ogni segno nasconde una seconda opportunità semantica: le sovrapposizioni lasciano intuire gli strati sotterranei e reconditi, i segreti vengono a galla e l’immagine torna a formarsi in una nuova sua struttura. Se nella generazione precedente la figurazione diventava astratta, nel cosmo suo l’astrazione torna figurativa, ma in una dimensione rinnovata. Si apre la fantasia alla magia del vedere, un po’ come quando lo psicologo analizza un test di Rorschach. La casualità iniziale viene guidata nel suo stesso divenire. Tutto torna a comporsi. E allora si scopre che oltre la dimensione del nostro vedere quotidiano, quella che restituisce talvolta a fatica anche la fotografia, vi è una dimensione del nostro esistere quotidiano, apparentemente inafferrabile, che si fa tangibile e perenne quando assume la forma stabile dell’opera compiuta. Qui si riscopre la funzione della pittura, quella che lega l’uomo d’oggi a quello a lui simile già nella caverna antica, e cioè la rappresentazione del mito, del rito e forse talvolta del mistero e quindi del sacro. Antonella Catini “gioca” con strumenti messi in atto da artisti talvolta a lei precedenti, così come in musica si compone in base ai grandi paradigmi che il contrappunto ha già stabilito. Il risultato finale è ovviamente la risultanza applicativa del suo talento”.(…)
La mostra -visitabile fino all’8 aprile- domani sarà accompagnata dal concerto “Si mes vers avaient des ailes”, una performance musicale di parole e musica nata dal progetto del Dipartimento di canto e teatro musicale, con ideazione e realizzazione a cura della classe del Maestro Angelo Michele Errico. L’ensemble è composta dal Maestro (soprano), Susanna Coppotelli (mezzosoprano), Eleonora Cipolla (baritono), Riccardo Primitivo (voce recitante), Arianna Bonardi (pianoforte), Chiara Pecorilli e Clelia Noviello Tomasino.
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