Gaetano Martinez (1892-1951). Disegni scelti da una collezione privata

Gaetano Martinez, Autoritratto
Dal 20 Novembre 2021 al 13 Dicembre 2021
Lecce
Luogo: Galleria d’arte Arca
Indirizzo: Via Palmieri 28
Orari: tutti i giorni dalle 16.30 alle 20 o su prenotazione telefonando al numero 329.10.61.703. Ingresso esclusivamente contingentato e con mascherina
Curatori: Lorenzo Madaro
Da un Autoritratto giovanile del 1918 (tema a cui è stato legato fino agli ultimi anni di attività) realizzato ad inchiostro di china, alle delicate matite della maturità – Maternità, Nudi femminili e maschili, volti e profili animali –, concepite con un segno essenziale e sicuro: la mostra dedicata a Gaetano Martinez presenta una selezione ragionata di opere su carta di un padre nobile della storia della scultura italiana, che dal Salento ha attraversato una storia intensa, soprattutto a Roma, città in cui ha vissuto stabilmente sin dal 1925, riscuotendo importanti riconoscimenti. Basti pensare che per ben nove edizioni è stato protagonista della Biennale di Venezia, all’epoca la più importante rassegna d’arte contemporanea internazionale, che nel 1942 gli ha anche dedicato una sala personale.
Scultore raffinato, si è concentrato costantemente sul fronte del disegno, sia per concepire studi progettuali propedeutici alla nascita di nuove opere plastiche, sia con lavori autonomi.In mostra vi è una panoramica molto esaustiva dei temi che hanno riguardato il suo percorso che – come ha sostenuto Antonio Cassiano, in un suo testo di presentazione del catalogo della mostra su Martinez, curata da Vittorio Sgarbi nel 2000-2001 nelle Scuderie di Palazzo Ruspoli a Roma – “è improntato ad una estrema semplicità ed essenzialità e l’assoluta mancanza di monumentalismo e retorica lo pongono nel filone degli innovatori”.
Per Martinez la carta è un momento fondamentale del proprio lavoro, al pari della ricerca scultorea. D’altronde la carta, per dirla con Francesco Bonami, “È il mezzo, ma anche il materiale che per definizione è destinato alla comunicazione: dalle antiche pergamene alle pagine dei manoscritti medioevali, la carta è sempre stata il ‘conduttore’ di messaggi politici, religiosi, estetici”.
Le opere in mostra, oltre 25, provenienti dalla collezione di una nipote dell’artista, confermano quanto asserito dallo storico dell’arte Raffaele De Grada all’indomani della morte dell’artista: “[Martinez] ha tutte le qualità, tutti i meriti, per essere considerato uno degli importanti scultori italiani da sistemare nella storia artistica dl nostro secolo”.
Gaetano Martinez (Galatina, 1892 –Roma, 1951)
Martinez si forma dapprima nell’impresa edile paterna, dove lavoravano alcuni scalpellini, e poi frequentando la Scuola di Arti e Mestieri di Galatina. Nel 1911 è a Roma, dove intendeva proseguire il percorso formativo, ma non supera gli esami d’ammissione né al Museo Artistico Industriale né alla Scuola Libera del Nudo; nel 1913 rientra così a Galatina, dove si forma autonomamente. Nel 1917, anno in cui espone alla “Mostra degli Artisti Pugliesi” organizzata a Bari, Martinez esordisce sul fronte espositivo. Il suo impegno lo porta, nel 1920, ad esporre alla Promotrice di Napoli. Due anni dopo è nuovamente a Roma, dove riscuote molti riscontri e dove vive stabilmente fino alla morte. Il Vinto nel 1925è lodato dalla commissione esaminatrice della “III Biennale Romana”. Tra gli anni Trenta e Quaranta espone in numerose mostre: Bari, Firenze, Napoli, Milano, Roma – dove partecipa alle Quadriennali d’Arte del 1939, 1943, 1948 – e Venezia, città nella quale – dopo la partecipazione alla Biennale del 1928 – è presente alle edizioni del 1930, 1934, 1936, 1938, 1940, 1942 (quando gli viene dedicata una personale), 1948, 1950.
Scultore raffinato, si è concentrato costantemente sul fronte del disegno, sia per concepire studi progettuali propedeutici alla nascita di nuove opere plastiche, sia con lavori autonomi.In mostra vi è una panoramica molto esaustiva dei temi che hanno riguardato il suo percorso che – come ha sostenuto Antonio Cassiano, in un suo testo di presentazione del catalogo della mostra su Martinez, curata da Vittorio Sgarbi nel 2000-2001 nelle Scuderie di Palazzo Ruspoli a Roma – “è improntato ad una estrema semplicità ed essenzialità e l’assoluta mancanza di monumentalismo e retorica lo pongono nel filone degli innovatori”.
Per Martinez la carta è un momento fondamentale del proprio lavoro, al pari della ricerca scultorea. D’altronde la carta, per dirla con Francesco Bonami, “È il mezzo, ma anche il materiale che per definizione è destinato alla comunicazione: dalle antiche pergamene alle pagine dei manoscritti medioevali, la carta è sempre stata il ‘conduttore’ di messaggi politici, religiosi, estetici”.
Le opere in mostra, oltre 25, provenienti dalla collezione di una nipote dell’artista, confermano quanto asserito dallo storico dell’arte Raffaele De Grada all’indomani della morte dell’artista: “[Martinez] ha tutte le qualità, tutti i meriti, per essere considerato uno degli importanti scultori italiani da sistemare nella storia artistica dl nostro secolo”.
Gaetano Martinez (Galatina, 1892 –Roma, 1951)
Martinez si forma dapprima nell’impresa edile paterna, dove lavoravano alcuni scalpellini, e poi frequentando la Scuola di Arti e Mestieri di Galatina. Nel 1911 è a Roma, dove intendeva proseguire il percorso formativo, ma non supera gli esami d’ammissione né al Museo Artistico Industriale né alla Scuola Libera del Nudo; nel 1913 rientra così a Galatina, dove si forma autonomamente. Nel 1917, anno in cui espone alla “Mostra degli Artisti Pugliesi” organizzata a Bari, Martinez esordisce sul fronte espositivo. Il suo impegno lo porta, nel 1920, ad esporre alla Promotrice di Napoli. Due anni dopo è nuovamente a Roma, dove riscuote molti riscontri e dove vive stabilmente fino alla morte. Il Vinto nel 1925è lodato dalla commissione esaminatrice della “III Biennale Romana”. Tra gli anni Trenta e Quaranta espone in numerose mostre: Bari, Firenze, Napoli, Milano, Roma – dove partecipa alle Quadriennali d’Arte del 1939, 1943, 1948 – e Venezia, città nella quale – dopo la partecipazione alla Biennale del 1928 – è presente alle edizioni del 1930, 1934, 1936, 1938, 1940, 1942 (quando gli viene dedicata una personale), 1948, 1950.
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