Turi Simeti. Ai poli
Dal 24 Maggio 2014 al 26 Luglio 2014
Livorno
Luogo: Galleria Giraldi
Indirizzo: piazza della Repubblica 59
Orari: tutti i giorni 10,30-13 / 17-20
Curatori: Marco Meneguzzo
Telefono per informazioni: +39 0586 883022
E-Mail info: info@galleriagiraldi.it
Sito ufficiale: http://www.galleriagiraldi.it
La Galleria Giraldi dedica, in contemporanea con quella alla De Buck Gallery di New York, una mostra personale all’artista Turi Simeti, esponendo oltre quaranta opere che rappresentano l’intero lavoro dell’artista; la maggior parte di queste però è stata scelta con il proposito di rappresentare compiutamente due periodi: gli anni sessanta (anche con opere già esposte nella mostra tenuta dalla galleria nel 1968) e gli anni duemila con lavori della più stretta attualità.
Opportunamente Marco Meneguzzo, curatore della mostra, le ha dato il titolo “ai poli”; questa indicazione temporale riflette la verifica, che il critico sviluppa nel suo testo, della “tenuta” della forma (l’ellisse) che caratterizza, per oltre cinquanta anni, l’intera opera di Simeti.
Meneguzzo, dopo aver affermato che nel caso di Simeti la ripetizione non è dovuta a richieste di mercato, approfondisce questa verifica notando anzitutto che “tra tutti quelli della sua generazione - di quella generazione che ormai si sta ricompattando sull’onda della riscoperta internazionale di un momento importante dell’arte italiana, qual’è stato quello della prima metà degli anni Sessanta, nel suo versante aniconico - sono davvero pochi quelli che possono vantare una coerenza formale come quella di Turi Simeti: forse il solo Enrico Castellani ha mantenuto la barra dritta come lui, senza flettere dal suo assunto iniziale....”
Nel testo critico si afferma poi, con approfondite argomentazioni, come tale coerenza abbia portato ad una sorta di immedesimazione della forma ellittica con Simeti e come ciò abbia espostol’artista ad “una vera e propria sfida interpretativa, che deve rendere conto di un’intera vita attraverso varianti minime, quasi impercettibili del lavoro.”
La mostra consente quindi di vedere se e come la forma assunta a “costante” da parte di Simeti, “abbia subito modifiche, se ne ha subite, nel corso del tempo, e se sia mutata la sua percezione sia da parte dell’artista che soprattutto da parte dello spettatore, vale a dire della società.”
L’osservazione delle opere esposte, così come la lettura del testo critico e delle immagini presenti nel catalogo che accompagna la mostra, evidenziano come l’ellisse, di cui Simeti sin dai primi anni sessanta “diventa se non l’inventore certo il depositario ….è entrata nel mondo dell’arte, è diventata una forma dell’arte – della geometria, dell’architettura, dell’astronomia lo era già, naturalmente -, perché non si è esaurita, perché ha dimostrato grazie all’azione dell’artista di poter sostenere agevolmente la ripetizione, e neppur tanto differente, come insegnano le nature morte di Cezanne o le bottiglie di Morandi.”
La mostra, presente l’artista, sarà inaugurata il prossimo 24 maggio alle ore 18 e sarà visitabile fino al 26 luglio tutti giorni feriali, con orario 10,30-13 e 17-20.
Simeti, nato ad Alcamo in provincia di Trapani nel 1929, ha una storia pittorica tra le più significative di questo ultimo quarantennio.
Nel 1965 è inserito nel progetto “Zero Avantgarde”, insieme a Fontana, Manzoni, Castellani, Bonalumi ed altri, esponendo nello studio di Lucio Fontana a Milano e successivamente nelle gallerie “Il Punto” di Torino e “Il Cavallino” di Venezia. Nello stesso anno realizza la sua prima mostra personale a Klagenfurt; tra il 1966 ed il 1969 allestisce uno studio a New York ove realizza molte opere; dal 1980 è presente con uno studio anche a Rio de Janeiro ove successivamente espone, ricevendo importanti consensi.
La maggior parte delle numerose mostre personali tenute da Simeti è stata realizzata all’estero, ma il suo lavoro si è svolto principalmente in Italia, nello studio di Milano, città nella quale tuttora opera.
Tra le mostre personali ricordiamo le seguenti: 1967 galleria Brechbuehl (Grenchen), 1968 galleria Giraldi (Livorno) e galleria Cadario (Milano), 1969 galleria Latzer (Kreuzlingen), 1971 galleria M (Bochum) e galleria Loehr (Francoforte), 1973 galleria Wendtorf e galleria Swetec (Dusserdolf), 1976 galleria Liatowitsch (Basilea) e galleria Il Milione (Milano), 1977 Galleria Keller (Monaco), 1980 Pinacoteca Comunale di Macerata, 1982 Studio Grossetti (Milano) 1983 galleria Passmann (Friburgo), 1984 galleria Espaco Petite (Rio de Janeiro), 1985 galleria Figueiredo (San Paolo), 1986 galleria Apicella (Bonn), 1987 galleria Monochrome (Aachen), 1989 galleria Vismara (Milano), 1991 Museo Civico di Gibellina, 1994 Paco Imperial (Rio de Janeiro), 1996 La Salerrniana (Erice) e Kunstverein di Ludwigsburg, 1997 galleria Vinciana (Milano), 1998 galleria Kain (Basilea), 1999 galleria Uli Lang (Biberach) e galleria Marz (Mannheim), 2000 galleria Zellweger (Basilea) e galleria Sacksofsky (Heidelberg), 2001 Civica Galleria d’Arte Moderna (Gallarate), 2002 Fondazione Mudima (Milano), e galleria Maier (Kitzbuhel, 2003 galleria Giraldi (Livorno), 2004 galleria Poleschi (Milano), 2006 galleria BIM (Lugano), 2009 galleria Maretti (Montecarlo), 2010 galleria Salvatore Ala (Milano), 2012 galleria Artesilva (Seregno, Milano), galleria Linde Hollinger (Laderburg) e galleria Mayor (Londra), 2013 galleria Dep Art (Milano), 2014 galleria Giraldi (Livorno) e De Buck Gallery (New York).
Nella sua vastissima bibliografia troviamo saggi, tra gli altri, di Gillo Dorfles, Lara Vinca Masini, Nello Ponente, Daniela Palazzoli, Lea Vergine, Umbro Apollonio, Vittorio Fagone, Miklos Vargas, Friedrich Heckmanns, Elverio Maurizi, Georges Racz, Paulo Herkenhoff, Lucilla Saccà, Emma Zanella Manara, Elena Pontiggia, Tommaso Trini, Marco Meneguzzo, Claudio Cerritelli, Luciano Caramel, Francesco Gallo, Francesco Tedeschi, Luca Beatrice, Flaminio Gualdoni, Bruno Corà, Matteo Galbiati.
Fabrizio Giraldi
Opportunamente Marco Meneguzzo, curatore della mostra, le ha dato il titolo “ai poli”; questa indicazione temporale riflette la verifica, che il critico sviluppa nel suo testo, della “tenuta” della forma (l’ellisse) che caratterizza, per oltre cinquanta anni, l’intera opera di Simeti.
Meneguzzo, dopo aver affermato che nel caso di Simeti la ripetizione non è dovuta a richieste di mercato, approfondisce questa verifica notando anzitutto che “tra tutti quelli della sua generazione - di quella generazione che ormai si sta ricompattando sull’onda della riscoperta internazionale di un momento importante dell’arte italiana, qual’è stato quello della prima metà degli anni Sessanta, nel suo versante aniconico - sono davvero pochi quelli che possono vantare una coerenza formale come quella di Turi Simeti: forse il solo Enrico Castellani ha mantenuto la barra dritta come lui, senza flettere dal suo assunto iniziale....”
Nel testo critico si afferma poi, con approfondite argomentazioni, come tale coerenza abbia portato ad una sorta di immedesimazione della forma ellittica con Simeti e come ciò abbia espostol’artista ad “una vera e propria sfida interpretativa, che deve rendere conto di un’intera vita attraverso varianti minime, quasi impercettibili del lavoro.”
La mostra consente quindi di vedere se e come la forma assunta a “costante” da parte di Simeti, “abbia subito modifiche, se ne ha subite, nel corso del tempo, e se sia mutata la sua percezione sia da parte dell’artista che soprattutto da parte dello spettatore, vale a dire della società.”
L’osservazione delle opere esposte, così come la lettura del testo critico e delle immagini presenti nel catalogo che accompagna la mostra, evidenziano come l’ellisse, di cui Simeti sin dai primi anni sessanta “diventa se non l’inventore certo il depositario ….è entrata nel mondo dell’arte, è diventata una forma dell’arte – della geometria, dell’architettura, dell’astronomia lo era già, naturalmente -, perché non si è esaurita, perché ha dimostrato grazie all’azione dell’artista di poter sostenere agevolmente la ripetizione, e neppur tanto differente, come insegnano le nature morte di Cezanne o le bottiglie di Morandi.”
La mostra, presente l’artista, sarà inaugurata il prossimo 24 maggio alle ore 18 e sarà visitabile fino al 26 luglio tutti giorni feriali, con orario 10,30-13 e 17-20.
Simeti, nato ad Alcamo in provincia di Trapani nel 1929, ha una storia pittorica tra le più significative di questo ultimo quarantennio.
Nel 1965 è inserito nel progetto “Zero Avantgarde”, insieme a Fontana, Manzoni, Castellani, Bonalumi ed altri, esponendo nello studio di Lucio Fontana a Milano e successivamente nelle gallerie “Il Punto” di Torino e “Il Cavallino” di Venezia. Nello stesso anno realizza la sua prima mostra personale a Klagenfurt; tra il 1966 ed il 1969 allestisce uno studio a New York ove realizza molte opere; dal 1980 è presente con uno studio anche a Rio de Janeiro ove successivamente espone, ricevendo importanti consensi.
La maggior parte delle numerose mostre personali tenute da Simeti è stata realizzata all’estero, ma il suo lavoro si è svolto principalmente in Italia, nello studio di Milano, città nella quale tuttora opera.
Tra le mostre personali ricordiamo le seguenti: 1967 galleria Brechbuehl (Grenchen), 1968 galleria Giraldi (Livorno) e galleria Cadario (Milano), 1969 galleria Latzer (Kreuzlingen), 1971 galleria M (Bochum) e galleria Loehr (Francoforte), 1973 galleria Wendtorf e galleria Swetec (Dusserdolf), 1976 galleria Liatowitsch (Basilea) e galleria Il Milione (Milano), 1977 Galleria Keller (Monaco), 1980 Pinacoteca Comunale di Macerata, 1982 Studio Grossetti (Milano) 1983 galleria Passmann (Friburgo), 1984 galleria Espaco Petite (Rio de Janeiro), 1985 galleria Figueiredo (San Paolo), 1986 galleria Apicella (Bonn), 1987 galleria Monochrome (Aachen), 1989 galleria Vismara (Milano), 1991 Museo Civico di Gibellina, 1994 Paco Imperial (Rio de Janeiro), 1996 La Salerrniana (Erice) e Kunstverein di Ludwigsburg, 1997 galleria Vinciana (Milano), 1998 galleria Kain (Basilea), 1999 galleria Uli Lang (Biberach) e galleria Marz (Mannheim), 2000 galleria Zellweger (Basilea) e galleria Sacksofsky (Heidelberg), 2001 Civica Galleria d’Arte Moderna (Gallarate), 2002 Fondazione Mudima (Milano), e galleria Maier (Kitzbuhel, 2003 galleria Giraldi (Livorno), 2004 galleria Poleschi (Milano), 2006 galleria BIM (Lugano), 2009 galleria Maretti (Montecarlo), 2010 galleria Salvatore Ala (Milano), 2012 galleria Artesilva (Seregno, Milano), galleria Linde Hollinger (Laderburg) e galleria Mayor (Londra), 2013 galleria Dep Art (Milano), 2014 galleria Giraldi (Livorno) e De Buck Gallery (New York).
Nella sua vastissima bibliografia troviamo saggi, tra gli altri, di Gillo Dorfles, Lara Vinca Masini, Nello Ponente, Daniela Palazzoli, Lea Vergine, Umbro Apollonio, Vittorio Fagone, Miklos Vargas, Friedrich Heckmanns, Elverio Maurizi, Georges Racz, Paulo Herkenhoff, Lucilla Saccà, Emma Zanella Manara, Elena Pontiggia, Tommaso Trini, Marco Meneguzzo, Claudio Cerritelli, Luciano Caramel, Francesco Gallo, Francesco Tedeschi, Luca Beatrice, Flaminio Gualdoni, Bruno Corà, Matteo Galbiati.
Fabrizio Giraldi
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