Marta Margnetti "e improvvisamente scossa da una forza" - Premio Manor Ticino 2020

© Yimei Zhang | Marta Margnetti, Foto Studio 2020. Cocci di vetro, filo di rame, bronzo, lampadina
Dal 28 Novembre 2020 al 14 Febbraio 2021
Lugano |
Luogo: Museo d’arte della Svizzera italiana
Indirizzo: Via Canova 10
Orari: Ma / Me / Ve: 10.00 – 17.00 Gi: 10.00 – 20.00 Sa / Do / Festivi: 10.00 – 18.00 Lunedì chiuso
Curatori: Francesca Benini
Telefono per informazioni: +41 (0)58 866 42 40
E-Mail info: emailinfo@masilugano.ch
Sito ufficiale: http://www.masilugano.ch
Dal 28 Novembre 2020 al 14 Febbraio 2021 il Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI Lugano) presenta una mostra interamente concepita per gli spazi della sede di Palazzo Reali dalla vincitrice del Premio culturale Manor 2020 Marta Margnetti. L’esposizione si articola su cinque ambienti nei quali l’artista, attraverso installazioni, si confronta con il tema dell’abitare.
Marta Margnetti, nata a Mendrisio, è la vincitrice del Premio culturale Manor 2020, uno dei riconoscimenti più prestigiosi e ambiti all’interno della scena artistica contemporanea svizzera. L’artista, che vive e lavora a Lugano, ha conseguito la laurea triennale in Arti Visive presso l’Haute école d’art et de design di Ginevra e il master in Contemporary Arts Practice alla Hochschule der Künste di Berna. Dal 2013 al 2018 è stata co-fondatrice e co-direttrice dello spazio d’arte Sonnenstube di Lugano e dal 2018 è membro attivo del collettivo Spazio Morel Lugano. Le sue opere sono state premiate con il Kiefer Hablitzel Award (2017) ed esposte in numerose mostre collettive, tra le quali Beehave, Kunsthaus Baselland, Basel (2018); CARAVAN, Aargauer Kunsthaus, Aarau (2018); New Swiss Performance Now, Kunsthalle, Basel (2018) e < 30. XIII Giovane arte svizzera, Museo d’arte della Svizzera italiana, Lugano (2017).
La mostra, concepita in stretta collaborazione con l’artista presso la sede del MASI di Palazzo Reali, presenta cinque installazioni, attraverso le quali Marta Margnetti porta il visitatore a riflettere sul rapporto con la casa. Le opere presentate – in cemento, ferro, ceramica, cera, legno e cartone – sono esposte accanto a stampe, fusioni in bronzo e ready-made, e rispecchiano l’attitudine dell’artista a lavorare con un’ampia varietà di materiali, facendo proprio anche il concetto del do it yourself casalingo. Questo approccio le permette di spingere il pensiero oltre alla soglia dell’immaginabile, lasciando spazio agli imprevisti e all’energia che ne deriva: un criterio che ben si accorda con il titolo della mostra e improvvisamente scossa da una forza, citazione di V. Kandinskij che rimanda al rapporto con la spazialità utopica.
Le sale espositive diventano elementi di una geografia domestica personale con cui l’artista crea un percorso pensato appositamente per gli spazi di Palazzo Reali, che non consente una lettura d’insieme, ma permette di immergersi nelle atmosfere e nei luoghi da lei immaginati. Dopo il primo impatto ambientale, i visitatori attenti possono percepire e notare anche dettagli meno visibili. Lo spazio prende vita e si anima di piccole sculture che gli conferiscono un nuovo significato e allo stesso tempo ne diventano l’ornamento. Parole e segni, incisi o disegnati sulla superficie dei materiali, rivelano affascinanti annotazioni lasciate dall’artista sulla maggior parte delle opere in mostra.
Marta Margnetti traspone il suo pensiero e le sue esperienze nelle installazioni presenti al MASI, creando un’idea atemporale di abitazione e allo stesso tempo evocando una riflessione sull’abitare moderno.
Il libro d’artista
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo realizzato in stretta collaborazione con l’artista. Il corpo centrale del libro presenta pagine costellate da disegni e appunti e raccoglie gli scatti fotografici di Yimei Zhang, che documentano il processo di realizzazione delle opere. A questa parte, che ricorda un quaderno di lavoro, segue un capitolo con le fotografie ambientali delle opere in mostra, scattate da Roberto Pellegrini. Il catalogo bilingue – italiano e inglese – include un testo introduttivo e un dialogo realmente avvenuto, e poi trascritto, tra Marta Margnetti, Giada Olivotto e Francesca Benini.
Premio culturale Manor
Istituito per la prima volta nel 1982 su iniziativa di Philippe Nordmann, il Premio Manor rappresenta uno dei riconoscimenti più prestigiosi e ambiti e uno degli strumenti di promozione più efficaci all’interno della scena artistica contemporanea svizzera. Presente in dodici città o regioni svizzere, il premio si rivolge ad artisti attivi nei diversi campi delle arti visive che abbiano meno di quarant’anni. Obiettivo del premio, che viene assegnato ogni due anni, è quello di far conoscere a un pubblico più ampio il lavoro di artisti giovani non ancora molto noti e di dare un impulso alla loro carriera artistica. Oltre a una borsa di CHF 15'000.- e all’acquisto di un’opera, il Premio Manor prevede infatti l’organizzazione di una mostra personale, accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo.
Il Premio Manor Ticino, presente sul territorio dal 2005, si iscrive nell’ambito delle numerose iniziative messe in atto o sostenute dal MASI per incoraggiare e promuovere la scena artistica locale. Nel corso delle passate edizioni, il premio è stato assegnato ai seguenti artisti: Andrea Crociani (2005), Davide Cascio (2007), Matteo Terzaghi e Marco Zürcher (2009), Pascal Schwaighofer (2012), Samoa Rémy (2014), Marco Scorti (2016), Vera Trachsel (2018). A livello svizzero, tra gli artisti che hanno ricevuto il premio, figurano Pipilotti Rist (1994), Luciano Castelli (1984), Silvia Bächli (1990), Carmen Perrin (1998).
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