A Vienna fino al 9 giugno con 150 capolavori

Chiaroscuro e colore nel Rinascimento. Leonardo e Durer si incontrano all’Albertina

Albrecht Dürer, Testa di angelo, 1506 I Courtesy Albertina Museum
 

Francesca Grego

22/04/2025

Mondo - Due maestri assoluti animano la primavera viennese: l’appuntamento è all’Albertina fino al prossimo 9 giugno, per guardare al disegno del Rinascimento con occhi nuovi, in un interessante confronto tra il Nord e il Sud dell’Europa. Opere provenienti da musei come il Louvre di Parigi, il Metropolitan Museum di New York, la Royal Collection del Castello di Windsor, il British Museum di Londra, gli Uffizi di Firenze si uniscono ai capolavori dell’Albertina in una mostra dal tema insolito: al centro del progetto curato da Achim Gnann e Christof Metzger c’è infatti il disegno a chiaroscuro su carta colorata, una tecnica finora poco indagata che fu alla base di innovazioni artistiche fondamentali. L’esposizione è anche la più completa mai dedicata alla grafica di Leonardo in area tedesca, e racconta come il genio di Vinci a Sud e Albrecht Dürer nel Nord Europa abbiano segnato i vertici del disegno quattrocentesco, con capolavori come gli Apostoli  (Leonardo) e le Mani in preghiera (Dürer). Accanto alle loro opere, tra circa 150 disegni i visitatori dell’Albertina possono ammirare quelle di altri grandi maestri rinascimentali, da Hans Baldung Grien, presente con la celebre Strega, ad Hans Holbein il Vecchio, fino a Raffaello e Tiziano. 


Leonardo da Vinci, Busto di uomo anziano, 1508-10. Royal Collection, Castello di Windsor

“Durante il Rinascimento, gli artisti concepirono l'idea di preparare la carta con un fondo colorato o di utilizzare carta già tinta per lavorare con virtuosismo sia nelle aree scure che in quelle chiare. Questo aprì possibilità scultoree ed esperienze estetiche completamente nuove per gli artisti e il loro pubblico”, ha spiegato il nuovo direttore dell’Albertina Ralph Gleis, illustrando la prima mostra del suo mandato. Lavorare con il colore offriva agli artisti un vantaggio non indifferente: lo sfondo colorato serviva come tono intermedio da cui procedere verso i chiari e gli scuri con ricche sfumature, luci e ombre, ottenute attraverso l’uso di punte metalliche, penne d’oca, pennelli o gessetti. 

“In Italia - racconta il curatore Achim Gnann - la tecnica del chiaroscuro è stata adoperata fin dall'inizio del XIV secolo: gli artisti utilizzavano principalmente disegni preparati con il colore per gli studi di figura e li usavano per preparare i loro dipinti”. È questa la principale differenza tra la Penisola e il Nord Europa, dove questi disegni sono intesi fin da subito come opere autonome, e non come studi preparatori: dipinti in miniatura - come la Passione verde di Durer - rifiniti in ogni dettaglio, creati per soddisfare la crescente domanda di opere d’arte caratteristica del XV secolo e venire incontro ai desideri di committenti nuovi ma già molto esigenti, che non si accontentano delle stampe artistiche, altro fenomeno tipico di questo periodo. 


Albrecht Dürer, Mani in preghiera, 1508. Albertina Museum, Vienna

Viaggiando lungo l’intero arco del Rinascimento e nelle diverse regioni europee, la mostra entra nel vivo di tecniche e invenzioni, svelando i segreti di ciascun artista. La preparazione di carta e pergamena con un impasto sottile di polvere d'osso, colla o gomma, mescolata ad acqua e pigmenti in polvere, era impiegata in Italia già all'inizio del 1300, mentre le prime indicazioni del suo utilizzo nelle regioni settentrionali compaiono intorno al 1380. Oltre alle carte preparate con fondi di vari colori, gli artisti utilizzavano anche carte colorate già in fase di produzione, tra cui la carta azzurra, la prima ad apparire sul mercato. Dürer la scopre nel 1506 durante il suo soggiorno a Venezia, entrando in contatto con i colleghi Giovanni Bellini e Vittore Carpaccio. Da loro apprende anche l’uso del disegno preparatorio: della Pala Heller, completata nel 1509, sono sopravvissuti quasi 20 dettagliati studi di teste, mani, drappeggi. 

Ma la ruvida carta azzurra veneziana non è il supporto ideale per un virtuoso del disegno come il maestro tedesco, che per tutta la vita dedicherà notevole cura alla preparazione di fondi verdi o blu dalla superficie raffinata, su cui con estrema delicatezza e precisione. Senza alcuno studio preliminare, Dürer delinea i contorni esterni con pennellate sottili, per poi accentuare le zone d'ombra con tratti finissimi di inchiostro diluito e infine definire particolari più minuti con pennellate impalpabili in grigio scuro e bianco. 


Leonardo da Vinci, Testa di donna quasi di profilo. Musée du Louvre, Paris

La mostra segue passo dopo passo anche l’evoluzione dei disegni di Leonardo, dagli esordi a Firenze con disegni su fondo rosso, arancio, rosa, crema, violetto, alla scoperta del blu nella Milano di Ludovico il Moro, con cui realizzerà un celebre studio dell’Ultima Cena. In primo piano le straordinarie immagini del corpo umano, ma anche le tecniche sperimentate dal genio vinciano, come il gesso rosso su fondo rosso, o l’inusuale disegno a tempera su tela preparata in grigio, usato studiare e valorizzare i drappeggi. 

Uno spazio speciale è infine riservato al pittore e incisore Ugo da Carpi, il primo a produrre xilografie in chiaroscuro in Italia all’inizio del Cinquecento: da ammirare sono le stampe tratte da disegni di Tiziano e Raffaello, ma il suo capolavoro è la xilografia del Diogene di Parmigianino, con cui collaborò a partire dal 1524.  


Antonio Pisano detto Pisanello, Allegoria della lussuria, recto. Albertina Museum, Vienna