Alessandro Docci. Simboli di spiritualità
![Alessandro Docci, Saragoza Alessandro Docci, Saragoza](http://www.arte.it/foto/600x450/e0/49511-Saragoza.jpg)
Alessandro Docci, Saragoza
Dal 04 Giugno 2016 al 19 Giugno 2016
Mantova
Luogo: Museo diocesano Francesco Gonzaga
Indirizzo: piazza Virgiliana 55
Curatori: Daniele Lucchini
Enti promotori:
- Sistema dei Musei Mantovani
- Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016
- Museo diocesano Francesco Gonzaga
- Con il patrocinio di Provincia di Monza e Brianza e Città di Desio
Telefono per informazioni: +39 0376 320602
E-Mail info: info@museofrancescogonzaga.it
Nell’ambito delle iniziative culturali programmate in occasione di “Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016”, il Museo diocesano Francesco Gonzaga presenta, dal 4 al 19 giugno 2016, la mostra personale del pittore Alessandro Docci “Simboli di spiritualità”
Alessandro Docci può ancora essere definito artista figurativo. Un artista figurativo che però reinterpreta le forme, lasciando correre la fantasia.
Come in un gioco l’artista mescola alfabeti, linee e colori a richiami più dotti e a simboli del passato fino a civiltà remote.
La stessa serie delle mappe di città reinterpretate di fantasia, presentata da Docci lo scorso anno a Cesena nel contesto dell’Expo, è un’operazione di trasformazione onirica di città africane - e non a caso, in quanto legate al tema del cibo, problema cronico per l’Africa - che non può non far venire in mente quelle raffinatissime delle Città invisibili di Calvino.
La fantasia con cui evolvono le figure di Docci però non è mai sfrenata e anarchica. Sempre è condotta, guidata, se così si può dire: tanto l’ispirazione, di partenza o di arrivo, quanto i suoi contorni sono sempre ben riconoscibili, cromaticamente o linearmente. E all’interno di queste campiture così riconoscibili si affastellano le lettere e i simboli, in libertà sì, ma all’interno di quello spazio definito. Insomma c’è sempre un ordine.
Se infatti l’affastellarsi di lettere, anche da diversi alfabeti, e simboli remoti evidenziano il rischio, oggi più che mai evidente, di incomprensibilità ed incomprensioni, proprio questa ricerca di ordine lascia intendere la possibilità di ricomporre il linguaggio; se non nelle linee astratte e razionali codificate delle culture, almeno negli universali di forme da tutti riconoscibili.
Ecco dunque rovesciarsi quella prima impressione di caos chiuso in tracciati pronti a esplodere, che si ha avvicinandosi la prima volta all’opera di Docci. Essa mostra di rappresentare invece la molteplicità nel momento in cui sta per prendere una forma a tutti riconoscibile, pur nelle differenze individuali.
La mostra è curata da Daniele Lucchini ed è accompagnata da un catalogo edito dalla Fondazione Emanuele Marazzi.
Inaugurazione: sabato 4 Giugno 2016 ore 16.30
Orari: da mercoledì a domenica 9.30-12 / 15-17.30
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