Alberto Timossi. Illusione
Dal 24 Luglio 2015 al 30 Agosto 2015
Carrara | Massa-Carrara
Luogo: Cave Michelangelo
Indirizzo: via Piave 32
Orari: su appuntamento
Enti promotori:
- Regione Toscana
- Comune di Carrara
- Sensi Contemporanei
Costo del biglietto: ingresso gratuito su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 0585 842192
E-Mail info: studimichelangelo@tin.it
Sito ufficiale: http://www.studimichelangelo.it
Dal 24 luglio al 30 agosto, nel contesto sconfinato e fuori scala delle Cave Michelangelo, nel bacino del Ravaccione a Carrara, prende vita Illusione di Alberto Timossi: un enorme tubo arancio che si staglia sui gradoni bianchi dei paesaggi lunari delle Alpi Apuane; un’installazione ambientale che sembra perforare l’anfiteatro roccioso. La mostra, da un progetto della Takeawaygallery, resa possibile grazie al contributo e all’impegno della società Cave Michelangelo nell’incentivazione e promozione dell’arte contemporanea, è patrocinata dalla Regione Toscana, dal Comune di Carrara e da Sensi Contemporanei, un Programma di investimenti pubblici in ambito culturale che promuove la ricerca di modelli inediti o sperimentali, per lo sviluppo economico e sociale di un territorio. Il Programma, nato nel 2003, è promosso dall’Agenzia per la Coesione Territoriale in accordo con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo.
Il progetto prevede la realizzazione di un film d’arte che documenterà le diverse fasi di allestimento e inaugurazione, diretto dal regista Tobia Pescia e prodotto dalla Fondazione Sistema Toscana: la montagna, gli operai, l’artista, il fotografo, il critico colti nel momento del loro intimo contatto e confronto con l’opera, in cui la dimensione del reale viene annullata per dare modo ad essa di trovarne una propria. Proiettato in breve anteprima il 24 stesso durante l’apertura della mostra, uscirà nella sua versione integrale durante la presentazione del catalogo, in autunno 2015 a Roma e Carrara, composto quest’ultimo da una intervista/dialogo tra Achille Bonito Oliva e Alberto Timossi, dai testi di Giovanni Carrada e Carlotta Monteverde e dalle fotografie di Claudio Abate.
Con una carriera quasi trentennale, Alberto Timossi ha fatto dell’opera pubblica che dialoga con lo spazio connotato la propria cifra stilistica. Timossi ha una lunga serie di mostre alle spalle, allestite in luoghi sperimentali o istituzionali, che lo hanno portato a rinnovare il linguaggio scultoreo in senso minimale, caratterizzato dall’uso del tubo in pvc colorato, vera e propria costante negli anni.
Dopo i cicli di Innesti e Flussi (dal 2003 a oggi), dove vi è una progressione verso il ritorno alla manipolazione della materia ed alla scala misurabile del corpo umano, questo lavoro sembra riallacciarsi simbolicamente alle riflessioni di fine anni ’90, alle spinte utopiche di trasformazione radicale della percezione “urbana” (è solo con la città che si confronta all’inizio), ma con uno spirito del tutto nuovo, investendo la scultura di una funzione esclusivamente allusiva. Non a caso gli ultimi interventi hanno nomi come Tracciare il vuoto o Tratto Virgola, la cui misurazione e traiettoria è puro sforzo intellettivo di ricostruzione.
Il segno di Illusione è riconoscibile e netto, per differenziarsi dalla natura dei materiali che lo accolgono; suggerisce una chiave di lettura dello spazio, ma è semplice accenno, rotta mentale dalle infinite possibilità e varianti. L’illusione di bucare una montagna, creare un canale energetico sotto la “pelle” durissima del marmo si “innesta” su un approccio visivo in cui è il vuoto a dominare, l’ambiente stesso a parlare, ed apre una nuova frontiera nell’approccio di Timossi, riassumendone il percorso formale ed espressivo portato avanti negli ultimi anni.
Alberto Timossi (Napoli 1965), si è formato all’Accademia di scultura di Carrara. Vive e lavora a Roma.
Fra le principali mostre figurano: “Flussi”, Galleria Nazionale d’arte moderna, Collezione Manzù, Ardea, 2013; “Accento in rosso”, Torre Civica di Pomezia, 2012; “Parti del discorso”, MUSMA, Matera, 2008; “Innesti”, Fondazione Pastificio Cerere, Roma, 2006; “Simple Dialogues”, Plaza Gallery, Tokyo, 1997.
Quest’anno i suoi lavori sono stati presentati a Beelden in Gees, in Olanda, in una rassegna di sculture all’aperto, e a Bad Ragartz, in Svizzera, nella sesta triennale di scultura di Bad Ragaz e Vaduz.
Il progetto prevede la realizzazione di un film d’arte che documenterà le diverse fasi di allestimento e inaugurazione, diretto dal regista Tobia Pescia e prodotto dalla Fondazione Sistema Toscana: la montagna, gli operai, l’artista, il fotografo, il critico colti nel momento del loro intimo contatto e confronto con l’opera, in cui la dimensione del reale viene annullata per dare modo ad essa di trovarne una propria. Proiettato in breve anteprima il 24 stesso durante l’apertura della mostra, uscirà nella sua versione integrale durante la presentazione del catalogo, in autunno 2015 a Roma e Carrara, composto quest’ultimo da una intervista/dialogo tra Achille Bonito Oliva e Alberto Timossi, dai testi di Giovanni Carrada e Carlotta Monteverde e dalle fotografie di Claudio Abate.
Con una carriera quasi trentennale, Alberto Timossi ha fatto dell’opera pubblica che dialoga con lo spazio connotato la propria cifra stilistica. Timossi ha una lunga serie di mostre alle spalle, allestite in luoghi sperimentali o istituzionali, che lo hanno portato a rinnovare il linguaggio scultoreo in senso minimale, caratterizzato dall’uso del tubo in pvc colorato, vera e propria costante negli anni.
Dopo i cicli di Innesti e Flussi (dal 2003 a oggi), dove vi è una progressione verso il ritorno alla manipolazione della materia ed alla scala misurabile del corpo umano, questo lavoro sembra riallacciarsi simbolicamente alle riflessioni di fine anni ’90, alle spinte utopiche di trasformazione radicale della percezione “urbana” (è solo con la città che si confronta all’inizio), ma con uno spirito del tutto nuovo, investendo la scultura di una funzione esclusivamente allusiva. Non a caso gli ultimi interventi hanno nomi come Tracciare il vuoto o Tratto Virgola, la cui misurazione e traiettoria è puro sforzo intellettivo di ricostruzione.
Il segno di Illusione è riconoscibile e netto, per differenziarsi dalla natura dei materiali che lo accolgono; suggerisce una chiave di lettura dello spazio, ma è semplice accenno, rotta mentale dalle infinite possibilità e varianti. L’illusione di bucare una montagna, creare un canale energetico sotto la “pelle” durissima del marmo si “innesta” su un approccio visivo in cui è il vuoto a dominare, l’ambiente stesso a parlare, ed apre una nuova frontiera nell’approccio di Timossi, riassumendone il percorso formale ed espressivo portato avanti negli ultimi anni.
Alberto Timossi (Napoli 1965), si è formato all’Accademia di scultura di Carrara. Vive e lavora a Roma.
Fra le principali mostre figurano: “Flussi”, Galleria Nazionale d’arte moderna, Collezione Manzù, Ardea, 2013; “Accento in rosso”, Torre Civica di Pomezia, 2012; “Parti del discorso”, MUSMA, Matera, 2008; “Innesti”, Fondazione Pastificio Cerere, Roma, 2006; “Simple Dialogues”, Plaza Gallery, Tokyo, 1997.
Quest’anno i suoi lavori sono stati presentati a Beelden in Gees, in Olanda, in una rassegna di sculture all’aperto, e a Bad Ragartz, in Svizzera, nella sesta triennale di scultura di Bad Ragaz e Vaduz.
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