Panta Rei. Tutto si trasforma

Panta Rei. Tutto si trasforma, Museo Civico del Marmo, Carrara (MS)

 

Dal 20 Dicembre 2014 al 20 Febbraio 2015

Carrara | Massa-Carrara

Luogo: Museo Civico del Marmo

Indirizzo: viale XX Settembre 85

Orari: da lunedì a sabato 9.30-13.30 / 14.30-17

Curatori: Federica Forti

Costo del biglietto: ingresso gratuito

Telefono per informazioni: +39 0585 845746

E-Mail info: info@database-carrara.com

Sito ufficiale: http://www.database-carrara.com


“Noi scendiamo e non scendiamo nello stesso fiume, noi stessi siamo e non siamo. […] Quest'ordine, che è identico per tutte le cose, non lo fece nessuno degli Dei né gli uomini, ma era sempre ed è e sarà fuoco eternamente vivo, che secondo misura si accende e secondo misura si spegne”. Eraclito [30 Diels-Kranz] 
“Sono interessata al rapporto tra materia e antimateria, quella relazione che governa il dinamismo del mondo e che ritrovo in ognuna delle esperienze attorno alla scultura fatte dai residenti. Si tratta in tutti i casi trasformazioni tra stato naturale ed artificiale, due stadi differenti, ma in molti casi tangenti ed a volte indistinguibili”. 
Questa è la riflessione da cui parte Federica Forti – direttrice artistica di DATABASE e curatrice di Panta Rei. Tutto si trasforma, una mostra di sculture in marmo e ceramica dal 20 dicembre 2014 al 20 febbraio 2015 presso il Museo Civico del Marmo di Carrara. L'allestimento apre un dialogo tra la collezione permanente del Museo Civico del Marmo di Carrara, i progetti specificamente realizzati dagli artisti in residenza di DATABASE 2014 e le opere in prestito dal Museo Carlo Zauli di Faenza, realizzate in occasione della Residenza d’Artista edizione 2014 – ceramica nell’arte contemporanea, in collaborazione con DOCVA Via Farini (Milano) e Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), sotto la direzione di Matteo Zauli. 
L'incontro tra Carrara e Faenza, tra marmo e ceramica, è l'occasione per riflettere -oltre al parallelismo fra i distretti produttivi, sul linguaggio della scultura indagato da differenti prospettive. Anzitutto è importante mettere in chiaro che non si è partiti dalla riflessione su opere precedentemente realizzate. In “Panta Rei. Tutto si trasforma” si incontrano due diverse esperienze di residenza in cui gli artisti hanno potuto conoscere a differenti livelli i territori su cui andavano ad operare. Un'attenzione che, prima ancora di passare dalle idee alle forme, si è concentrata sui processi, portando quindi alla luce come l'intuizione e la tecnica degli artisti siano andate modificandosi sulla base delle sollecitazioni provenienti dal tessuto sociale. 

Per quanto concerne DATABASE questa condizione si è potuta verificare a partire dal meccanismo di selezione. Federica Forti ha voluto procedere aprendo l'orizzonte delle vedute, individuando un gruppo di critici e curatori (Cecilia Canziani ed Ilaria Gianni, Samuele Menin e Francesca Cattoi, Chiara Camoni e Silvia Vendramel) che si stanno occupando e si sono occupati di scultura in Italia. Da loro ha ricevuto una selezione e una rosa di nove progetti di ricerca artistica pensati ad hoc per Carrara e da cui poi sono state selezionate tre proposte. Per la stessa ragione è stato coinvolto il Museo Carlo Zauli, che, insieme ad altre istituzioni di primaria importanza in ambito contemporaneo in Italia, ha invitato i propri residenti a lavorare sulla scultura. Nel caso del Museo Zauli i risultati in mostra non sempre sono sculture ma anche lavori video e fotografici che parlano della scultura in ceramica. 

Residenze DATABASE 2014 - I legami con il territorio 

Giunto alla terza edizione, il programma di residenze “6x9=3” DATABASE 2014 - così come la mostra conclusiva “Panta Rei. Tutto si trasforma”, è promosso dal Comune di Carrara e sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara. Questa edizione è stata inoltre supportata dalle realtà produttive del territorio carrarese Torart, Fondazione Henraux, Pemart, Laboratori Artistici Nicoli, Adolfo Forti srl, BPS. Le residenze hanno avuto sede presso Palazzo Forti, recentemente aperto all’arte come luogo di studi, alloggi e facilities per artisti. Qui oltre ad avere sede lo show room di DATABASE, vengono prodotti e ospitati eventi culturali che spaziano dalla musica alla didattica, dalle conferenze alle presentazioni di libri e film. 
Di anno in anno la piattaforma DATABASE diventa importante occasione di confronto culturale per la città, specificando la peculiarità della matrice produttiva locale ed allo stesso tempo valorizzando questa in una dimensione artistica internazionale. Un 'saper fare' unico, quello che si è venuto a costituire in territorio apuano, fatto di tecniche di estrazione e lavorazione 'sedimentate' nel corso dei secoli. Così come unico risulta per le dinamiche creative questo ambiente naturale, incastonato tra la montagna e il mare, che da sempre esercita una particolare forza attrattiva nei confronti degli artisti. 

Museo Carlo Zauli – XI Residenza d’Artista – ceramica nell’arte contemporanea 

Al Museo Civico del Marmo di Carrara in dialogo con le sculture realizzate durante le residenze DATABASE 2014 saranno presenti le opere prodotte dagli artisti residenti al Museo Carlo Zauli di Faenza nel 2014. Collettivo Anemoi (con la collaborazione di Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia), il gruppo composto da Marco Basta, Alessandro Di Pietro, Michele Gabriele, Andrea Romano, Jonathan Vivacqua (con la collaborazione di Via Farini Docva), oltre al duo Natascia Fenoglio + Patrick Tuttofuoco sono i nomi degli artisti che si sono confrontati con le tecniche di lavorazione ed i linguaggi espressivi della ceramica. Nello specifico l’ulteriore occasione per invitare la coppia Tuttofuoco+Fenoglio è stata Transiti/Residenza d’Artista verso il 2019, progetto inserito all'interno di What if? piattaforma a sostegno della candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura 2019. 

GLI ARTISTI IN MOSTRA 

Importante premessa è la modalità delle residenze DATABASE, così come sono state concepite fin dalla prima edizione nel 2012. Agli artisti è stato chiesto di proporre una ricerca ispirata a partire dal patrimonio storico, artistico ed ambientale del territorio di Carrara. La residenza dura solo due settimane e per questo motivo durante i mesi che la precedono il lavoro di sopralluoghi e confronto con lo staff di DATABASE è fondamentale. Questa fase infatti mette gli artisti in condizione di ottimizzare la propria permanenza e renderla funzionale alla realizzazione del lavoro. 
Quest’anno si è partiti dalla scultura come linguaggio da indagare e reinterpretare: è stato chiesto ai residenti di pensare ai nuovi lavori partendo dall’utilizzo di marmi di scarto recuperati in cava o nei laboratori di Carrara. Dettaglio, questo, di fondamentale importanza per l’economia di un territorio che privilegia la vendita all’ingrosso per necessità di mercato e rischia di perdere il proprio know how legato alla scultura e all’architettura. Il marmo, e i tre residenti l’hanno toccato con mano, è materia viva e non può essere più pensato esclusivamente in termini quantitativi. 
I lavori contengono un’ inevitabile e comune riflessione sugli equilibri tra uomo e natura così palesemente visibili a Carrara. Ma pur contenendo spunti critici le ricerche di Carbotta, Breviario e Bosco si muovono su una dimensione estetica e concettuale che sublima la critica economica e politica locale per farsi linguaggi e riflessioni universali. 

MATTIA BOSCO 
Grazie alla collaborazione fra DATABASE, Fondazione Henraux e BPS, Mattia Bosco ha proseguito la sua ricerca incentrata sulla materia parlante, che in chiave michelangiolesca contiene in sé la storia e la forma. Mattia lavora lasciando ben visibili le parti lavorate dalla sua mano e quelle stratificate nella storia naturale della pietra. Quando si avvale della sofisticata tecnologia del robot, chiede alla macchina di seguire la morfologia della vena e della conformazione del marmo, così come si fa nella scultura tradizionale in cui è la pietra a guidare l’idea e quindi la mano, e non viceversa. 

SERGIO BREVIARIO 
Mentre il robot viene antropizzato attraverso gli scatti della Polaroid 230 di Sergio Breviario e colto come in un ritratto immediato, imperfetto, dal sapore di una vecchia immagine di repertorio familiare, la polvere di marmo compattata dall’acqua piovana - come nel retro bottega di qualsiasi laboratorio a Carrara- diventa traccia del fare, riflessione sulla promessa insita nel mezzo meccanico che garantisce a chiunque la buona traduzione in forma della propria idea. 
Come spesso in Breviario, immagini e sculture si fanno tutt’uno, una è funzionale alla visione e alla fruizione dell’altra ed in mostra dialogheranno lastre di scarto, sculture in polvere umida e fotografie, tutte presentate in un’unica installazione per le sale espositive dei Museo Civico del Marmo. 

LUDOVICA CARBOTTA 
Le cave sono per alcuni una miniera d’oro, per altri la massima espressione dello scempio umano sulla natura, per altri ancora la sfida sublime tra l’ingegno umano e il sovrannaturale. Per Ludovica Carbotta si tratta di una grande scultura a cielo aperto. Percorrere fisicamente questo paesaggio diventa un'opportunità per esplorare il rapporto tra pieno e vuoto nella materia attraverso il procedimento del calco e dell’impronta. Osservando il Monte Serrone, apparentemente intatto se visto dal centro storico di Carrara, ma lavorato sugli altri lati, Carbotta ha lavorato a un modello in scala della parte negativa mancante, quella scavata dall’estrazione, creando due sculture ipoteticamente combacianti con le pareti rivolte a sud-est e nord-est. 

PATRICK TUTTOFUOCO + NATASCIA FENOGLIO 
Patrick Tuttofuoco, artista italiano che vive a Berlino, ha lavorato insieme alla designer Natascia Fenoglio nella creazione di Heads or Tails (grès, smalto e decalcomania). Coadiuvati dalle ceramiste Aida Bertozzi e Eszter Imre nella realizzazione tecnica - supportata da Ceramiche Vitali, gli artisti sono partiti da un procedimento tradizionale, il calco in argilla del volto, per approdare ad un lavoro sperimentale. Senza ambire ad una verosimiglianza figurativa, il calco è divenuto l'espediente con cui esplorare a livello plastico, utilizzando la superficie della scultura non come un elemento di rifinitura, ma come un nuovo piano di intervento e di lettura. 

COLLETTIVO ANEMOI 
Anemoi è un collettivo composto da Daniela Da Silva Ferreira, Laura Di Nicolantonio, Maria Elena Fantoni e Nataša Vasiljevi?. Nel corso della residenza le artiste hanno concepito un oggetto costituito da tre parti fondamentali: una sezione tubolare, una parte centrale di forma rotonda e una sezione conica, più ampia. Si tratta di una forma primigenia che ha caratteristiche comuni a molteplici tempi e molteplici luoghi, adattabile a infiniti contesti e che pertanto funziona e dialoga perfettamente anche con l’attualità. La denominazione Condensatore/Risuonatore/Trasformatore (maiolica, smalto mat) richiama ipotesi sulla funzione dell’oggetto, suggerendo una trasformazione conseguente all’’immissione, al passaggio di un elemento che, sostando o anche solo passando attraverso la parte centrale, fuoriesce poi dall’estremità conica presentando caratteristiche nuove, rivelando un cambiamento. Un oggetto che richiama forme archetipiche ricollocate nel nostro presente, riattivate e riattivabili; un dispositivo di incubazione di molteplici mondi possibili, come diaframma attraverso il quale far passare del materiale e far uscire elaborazioni ulteriori, sospinte dal dispositivo stesso che accelera il cambiamento e non esclude trasformazioni radicali. 

MARCO BASTA, ALESSANDRO DI PIETRO, MICHELE GABRIELE, ANDREA ROMANO, JONATHAN VIVACQUA 
La collaborazione tra Museo Carlo Zauli e Viafarini DOCVA ha portato alla residenza-workshop a cui hanno partecipato cinque artisti italiani emergenti selezionati da Simone Frangi e Marco Tagliafierro. Marco Basta, Alessandro Di Pietro, Michele Gabriele, Andrea Romano, Jonathan Vivacqua sono stati ospiti del museo per una settimana, in cui hanno approfondito collettivamente le tecniche ceramiche. Il risultato di questo workshop è compreso nel video Aida (10 min), in cui si descrive la trasmissione delle competenze tecniche ai partecipanti così da sviluppare una visione d’insieme sull’uso del materiale e dei laboratori. Si è trattato di un primo contatto fra questi artisti e l’universo dell’artigianato ceramico, nell’ottica di fornire loro una pratica da custodire nel proprio bagaglio professionale, da poter declinare nei rispettivi percorsi produttivi. 

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