Armando Marrocco. Mediterranei | Intrecci | Dimore
Dal 20 Febbraio 2014 al 22 Marzo 2014
Milano
Luogo: Galleria Il Castello Modern and Contemporary Art
Indirizzo: via Brera 16
Orari: da martedi a sabato 11-13.30/ 15-19; lunedi 15-19
Curatori: Adriano e Marcello Conte
Telefono per informazioni: +39 02 862913
E-Mail info: info@ilcastelloarte.it
Sito ufficiale: http://www.ilcastelloarte.it
Il 20 febbraio 2014 alle 18,30 inaugura alla galleria Il Castello Modern and Contemporary Art in Via Brera 16 a Milano la mostra Mediterranei | Intrecci | Dimore con 15 opere di Armando Marrocco che contraddistinguono tre periodi di intensa produzione artistica dell’autore dagli anni ’60 al secolo attuale.
In esposizione i Mediterranei, lavori polimaterici, che si rivelano nel loro carattere informale e mostrano un'attenzione particolare dell’autore verso il ruolo della materia e dei materiali, spesso assemblati, interesse esplorato dall’artista già dagli anni ’50 e sfociato nella ricerca dell’arte programmata e cinetica insieme agli Intrecci.
Gli Intrecci, lavori amati da Lucio Fontana, accolgono il visitatore e rimandano a un periodo di grande creatività in cui Marrocco attraversa “in lungo e in largo le esperienze delle neoavanguardie passando dall’arte programmata al minimalismo” (Alberto Fiz).
Le Dimore, pitto-sculture a tutto tondo realizzate con la sovrapposizione di materiali nelle tonalità pastello, ricordano i muri di alcune abitazioni del Salento, terra di origine di Marrocco, composti da contadini e pescatori mescolando i colori direttamente con l’acqua e la calce per conservare le sfumature tenui delle case in armonia con il paesaggio. Allo stesso modo Marrocco realizza le Dimore, limitando i propri interventi alla definizione dello spazio e lasciando intatta la naturalità delle stoffe utilizzate nelle pitto-sculture.
Marrocco, definito da più critici L’ultimo Sciamano, si propone nelle sue realizzazioni, in particolare dagli anni ’80 ad oggi, come “intermediario per i contatti con il mondo soprannaturale, in questo caso il mondo dello spirito, del pensiero, della riflessione, in antitesi con il mondo materiale basato spesso sull’immediatezza e l’impulsività”. (Raffaele Gemma)
L’artista sarà presente durante l’inaugurazione per continuare insieme il racconto della sua arte, delle sue performance fatte di musica, di tele masticate, combuste, intrise delle proporzioni divine richiamate dalla sezione aurea: perpetua ricerca di equilibrio cui Armando Marrocco si ispira in ogni sua opera.
In esposizione i Mediterranei, lavori polimaterici, che si rivelano nel loro carattere informale e mostrano un'attenzione particolare dell’autore verso il ruolo della materia e dei materiali, spesso assemblati, interesse esplorato dall’artista già dagli anni ’50 e sfociato nella ricerca dell’arte programmata e cinetica insieme agli Intrecci.
Gli Intrecci, lavori amati da Lucio Fontana, accolgono il visitatore e rimandano a un periodo di grande creatività in cui Marrocco attraversa “in lungo e in largo le esperienze delle neoavanguardie passando dall’arte programmata al minimalismo” (Alberto Fiz).
Le Dimore, pitto-sculture a tutto tondo realizzate con la sovrapposizione di materiali nelle tonalità pastello, ricordano i muri di alcune abitazioni del Salento, terra di origine di Marrocco, composti da contadini e pescatori mescolando i colori direttamente con l’acqua e la calce per conservare le sfumature tenui delle case in armonia con il paesaggio. Allo stesso modo Marrocco realizza le Dimore, limitando i propri interventi alla definizione dello spazio e lasciando intatta la naturalità delle stoffe utilizzate nelle pitto-sculture.
Marrocco, definito da più critici L’ultimo Sciamano, si propone nelle sue realizzazioni, in particolare dagli anni ’80 ad oggi, come “intermediario per i contatti con il mondo soprannaturale, in questo caso il mondo dello spirito, del pensiero, della riflessione, in antitesi con il mondo materiale basato spesso sull’immediatezza e l’impulsività”. (Raffaele Gemma)
L’artista sarà presente durante l’inaugurazione per continuare insieme il racconto della sua arte, delle sue performance fatte di musica, di tele masticate, combuste, intrise delle proporzioni divine richiamate dalla sezione aurea: perpetua ricerca di equilibrio cui Armando Marrocco si ispira in ogni sua opera.
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