Cine dreams
Dal 28 Marzo 2014 al 30 Marzo 2014
Milano
Luogo: Civico Planetario Ulrico Hoepli
Indirizzo: corso Venezia 57
Orari: tutte le sere dalle 22
Curatori: Massimiliano Gioni, Vincenzo De Bellis
Enti promotori:
- Fondazione Nicola Trussardi
- Miart
- Comune di Milano
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 8068821
E-Mail info: cinedreams@fondazionenicolatrussardi.com
Sito ufficiale: http://www.fondazionenicolatrussardi.com/
In occasione di miart 2014, la Fondazione Nicola Trussardi e miart presentano Cine Dreams, un progetto speciale di arte contemporanea a cura di Massimiliano Gioni e Vincenzo De Bellis pensato per l'eccezionale cornice del Civico Planetario Ulrico Hoepli e realizzato in collaborazione con il Comune di Milano.
Le serate di venerdì 28, sabato 29 e domenica 30 marzo, dalle 22.00, saranno animate da opere di Stan VanDerBeek, Jeronimo Voss e Katie Paterson concepite appositamente per planetari e per l’occasione ripensate per il prezioso edificio in stile neoclassico progettato alla fine degli anni ’20 dall’architetto Piero Portaluppi. Con installazioni, proiezioni multimediali, interventi sonori e video, Cine Dreams sarà un piccolo festival dell'arte incentrato su storie di costellazioni e di universi, che guarda al planetario come a un luogo di conoscenza e di incontro in cui confluiscono diverse discipline, dall’ottica al teatro, dall’informatica alla letteratura, in un viaggio verso nuovi mondi possibili.
Venerdì 28 marzo il programma apre con la proiezione dell’opera che dà il titolo all’intera rassegna, Cine Dreams, dell'americano Stan VanDerBeek (New York, 1927 – Baltimora, 1984), famoso fin dagli inizi della sua carriera per la ricerca pionieristica nel cinema e nell'animazione sperimentale, che lo portò a essere uno dei primi artisti invitati a insegnare presso il MIT – Massachussets Institute of Technology – nel suo celebre programma di integrazione tra arte e tecnologia. Esempio fondamentale di commistione tra arte e scienza, Cine Dreams – che per la prima volta in assoluto verrà riproposto nella sua versione originale – fu presentato nel 1972 al Strassenburgh Planetarium di Rochester, nello stato di New York. L’opera consiste nella proiezione simultanea di venti film sulla volta del planetario, sulla quale scorrono anche proiezioni della calotta celeste. Un’esplosione di forme, suoni e colori che mescola scienza e psichedelia, spettacolo e critica della società delle immagini, Cine Dreams – come molte altre opere di VanDerBeek – è stato spesso interpretato come una premonizione di Internet e della cultura digitale.
Per la presentazione di Cine Dreams a Milano, le proiezioni dureranno otto ore, dalle22.00 alle 6.00 del mattino. Gli spettatori sono invitati a portare cuscini e coperte e a passare la notte sotto la cupola del planetario, come nella presentazione originale: in questo cinema della mente – come l’aveva definito l’autore – gli spettatori sono chiamati a sonnecchiare e a guardare i film in dormiveglia o a occhi chiusi, sperimentando lo stato individuale e inconscio del sogno in un contesto collettivo e di gruppo. Gli spettatori potranno registrare le descrizioni dei propri sogni su una segreteria telefonica creata per l’occasione, al numero +39 02 80688277, attivo dalla sera di venerdì 28 marzo fino al mattino di lunedì 31 marzo, o mandando un messaggio all’indirizzo emailcinedreams@fondazionenicolatrussardi.com
Sabato 29 marzo sarà invece la volta di Jeronimo Voss (Hamm, Germania, 1981), artista tedesco che nelle sue installazioni manipola materiale storico e scientifico per dare vita a nuove storie di costellazioni e universi paralleli. La sua opera Eternity Through The Stars – il cui titolo è ispirato all’omonimo saggio del 1872 del francese Louis-Auguste Blanqui sulla possibilità dell'esistenza di dimensioni parallele infinite – consiste nella proiezione sulla volta del planetario di immagini tratte da antiche diapositive astronomiche raffiguranti rivoluzioni di pianeti e viaggi di comete nel sistema solare. Concepita per il Planetario di Kassel e presentata in occasione di Documenta 13 e più di recente al Planetario di Berlino, Eternity Through the Stars verrà proiettata per l’occasione in prima assoluta in Italia.
Domenica 30 marzo, infine, chiuderà il programma Katie Paterson (Glasgow, 1981): con un approccio multimediale e multidisciplinare il suo lavoro indaga i grandi temi che da secoli affascinano l’arte e la connettono alla scienza, spaziando in modo poetico e sorprendente dalla natura all’ecologia, dalla geologia alla cosmologia. Con le sue installazioni Paterson sonda la vastità della terra e dell’universo, mettendo gli spettatori al cospetto di distanze sublimi e orizzonti lontanissimi. In Earth-Moon-Earth, ad esempio, le note di una composizione di Beethoven vengono trasmesse sulla superficie lunare e ritornano sulla terra per essere suonate da un pianoforte automatico. Per Cine Dreams Paterson realizzerà una nuova installazione, concepita per gli spazi del Civico Planetario Ulrico Hoepli, nel quale si combineranno distanze siderali, suoni e la luce delle stelle.
Con Cine Dreams la Fondazione Nicola Trussardi e miart proseguono la collaborazione iniziata nel 2013 con il progetto speciale Liberi tutti: per la prima volta insieme, hanno animato le serate della diciottesima edizione della fiera d'arte, presentando performance, concerti, intermezzi e pièce d'arte al Teatro Arsenale di via Cesare Correnti.
In collaborazione con miart la Fondazione Nicola Trussardi prosegue con Cine Dreams nella sua azione di supporto e valorizzazione delle espressioni più originali dell'arte e della cultura contemporanea, portando i linguaggi più sperimentali del nostro tempo negli spazi del Civico Planetario di Milano, fatto edificare alla fine degli anni ’20 da Ulrico Hoepli su progetto di Piero Portaluppi e donato alla città di Milano nel 1929. Inaugurato nel 1930, fu il secondo Planetario costruito in Italia, dopo quello di Roma, dotato di una tecnologia all’avanguardia per proiettare l'immagine del cielo stellato sull’intera cupola del diametro di quasi 20 metri. Oggi il Planetario di Milano – il più grande esistente in Italia e il più attivo, con un pubblico complessivo di circa 5 milionidi visitatori coinvolti dalla sua apertura – per la prima volta in assoluto nei suoi oltre ottant'anni di storia ospita un progetto site-specific di arte contemporanea.
Cine Dreams è un progetto ideato e prodotto dalla Fondazione Nicola Trussardi e miart, nell’ambito della diciannovesima edizione della fiera.
Stan VanDerBeek è nato a New York (USA) nel 1927 e morto a Baltimora (USA) nel 1984.
Famoso per il suo lavoro pionieristico nell’animazione, fin dagli anni Sessanta Stan VanDerBeek ha sviluppato una forte attrazione per la tecnologia ed è stato uno dei primi artisti a sperimentare l’utilizzo dei computer. Uno dei suoi più ambiziosi progetti, purtroppo mai realizzato, è il Movie-Drome, una struttura a forma di cupola in cui gli spettatori potevano sdraiarsi e assistere a proiezioni sui 360° della calotta. Questi teatri multimediali, i Movie-Drome, avrebbero dovuto diffondersi in vari luoghi del mondo e, per la loro programmazione, avrebbero potuto attingere attraverso una rete di satelliti, telefoni e televisori, a una biblioteca comune elettronica di immagini e suoni. Così collegati i Movie-Drome sarebbero diventati centri di diffusione del sapere e VanDerBeek avrebbe creato una sorta di prototipo visivo del web: purtroppo i costi e gli ostacoli tecnologici hanno reso possibile solo la costruzione di un modello di Movie- Drome a Stony Point, New York, che ancora oggi è visto come un esempio iconico del cosiddetto "Cinema Espanso", corrente del cinema sperimentale americano degli anni Sessanta. Con Cine Dreams, VanDerBeek ha continuato a compilare una sua enciclopedia visiva del mondo, concependo un cinema della mente, una macchina per generare sogni che combina cinema, astronomia e psicoanalisi. La prima e fino ad oggi unica presentazione dell’opera, allo Strassenburgh Planetarium di Rochester del 1972, è stata un incredibile successo di pubblico e di stampa. Lo Strassenburgh era ? all'epoca ? il primo planetario al mondo ad adottare un sistema completamente computerizzato e in occasione di Cine Dreams l'allora direttore, Donald Hall, ha dichiarato che per l'evento si erano rese necessarie tre repliche. Le immagini proiettate integravano film di animazione di VanDerBeek, immagini grafiche, spezzoni di film, vari effetti visivi e di luci con il cielo stellato del planetario e con le immagini dei volti degli spettatori, ripresi da telecamere di sorveglianza, che diventavano così parte del mosaico visivo.
Jeronimo Voss è nato a Hamm (Germania), nel 1981. Vive e lavora a Francoforte sul Meno (Germania).
Dopo aver studiato arte presso la Städelschule di Francoforte, ha presentato mostre e progetti all’interno di importanti istituzioni internazionali, tra cui l’Irish Museum of Modern Art di Dublino, Secession di Vienna, la Westfälischer Kunstverein di Münster, la Kunsthaus di Bregenz, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Kunstverein e il MMK di Francoforte. Nel 2012 ha partecipato a dOCUMENTA (13) a Kassel.
Interessato a indagare come l'idea di rivoluzione sia stata rappresentata nei secoli dalle discipline artistiche, filosofiche e umanistiche, Voss assembla materiali d'archivio e tecnologie all'avanguardia per dare vita a collage multimediali che mescolano fatti storici con teorie scientifiche, brani di romanzi con aneddoti biografici, capolavori della storia dell'arte di tutti i tempi con immagini di set teatrali e trascrizioni grafiche della realtà. Lavagne luminose, luci cinematografiche, lanterne magiche, proiettori, fotomontaggi: con questi strumenti l’artista crea storie di universi paralleli, di costellazioni e luoghi dello spazio partendo da documenti esistenti. Come nel caso di Eternity through the Stars, il lavoro prodotto da Voss per dOCUMENTA (13), un’installazione pensata per il planetario e il Gabinetto di Astronomia e Fisica diKassel. Utilizzando i proiettori più antichi del mondo – conservati nella collezione del Gabinetto – e una serie di diapositive astronomiche della metà del XIX secolo mai esposte prima e restaurate per l’occasione, Voss crea un ponte tra la terra e il cielo, tra la storia e il futuro. L’installazione è accompagnata da un testo teatrale che si basa su un’ipotesi astronomica di Louis-Auguste Blanqui, riconosciuto come uno dei fondatori più influenti della teoria socialista della rivoluzione della Comune di Parigi (1871). Nel suo saggio del 1872, L’Éternité par les astres – hypothèse astronomique, Blanqui formula l'ipotesi cosmologica di una teoria dei mondi paralleli, la cui dimostrabilità è ancora discussa dalla fisica quantistica. In un continuo gioco di rimandi tra arte, scienza, teatro e filosofia, i movimenti e i percorsi delle stelle vengono tradotti in un codice visivo frutto dello scambio e della sovrapposizione di soggetti e linguaggi diversi, dando vita a una grammatica universale che mette in collegamento diretto l’uomo con la sua capacità di sognare.
Katie Paterson è nata a Glasgow (Scozia), nel 1981. Vive e lavora a Berlino (Germania).
Dopo la laurea alla Slade School of Fine Art nel 2007, Katie Paterson ha esposto in tutto il mondo, da Londra a New York, da Berlino a Seul, e le sue opere sono state presentate dalle maggiori istituzioni internazionali, come la Hayward Gallery e la Tate Britain a Londra, la Kunsthalle Wien e il Museo di Arte Contemporanea di Sidney. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni del Guggenhein Museum di New York e della Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo. È stata la vincitrice del premio Independent’s Creative 30 “per i giovani più creativi della Gran Bretagna” e, più recentemente, della categoria “Visual Arts” del South Bank Sky Arts Awards nel 2014. Grazie alla collaborazione con scienziati e ricercatori di fama internazionale – astronomi, ingegneri elettrici o radioamatori – i suoi progetti si muovono nel complesso territorio che collega arte e scienza, indagando il posto dell’uomo sulla Terra nel contesto del tempo geologico e del cambiamento. Le sue opere si avvalgono di sofisticate tecnologie e competenze specialistiche per creare legami intimi, poetici e filosofici tra le persone e il loro ambiente naturale, combinando una sensibilità romantica con un approccio basato sulla ricerca e una presentazione freddamente minimalista e riducendo la distanza tra lo spettatore e i confini più lontani del tempo e dello spazio.
Suscitando sensazioni di meraviglia e malinconia affini all’esperienza del sublime romantico, il lavoro di Katie Paterson è sobrio nel gesto e monumentale nello scopo. In passato, per esempio, ha trasmesso in diretta i suoni dello scioglimento di un ghiacciaio da un cellulare in una galleria d’arte; ha mappato tutte le stelle estinte; compilato un archivio di diapositive riguardanti la storia dell’oscurità attraverso i secoli; costruito una lampadina per simulare l’esperienza del chiaro di luna; sepolto un grano di sabbia microscopico nella profondità del deserto del Sahara.
Le serate di venerdì 28, sabato 29 e domenica 30 marzo, dalle 22.00, saranno animate da opere di Stan VanDerBeek, Jeronimo Voss e Katie Paterson concepite appositamente per planetari e per l’occasione ripensate per il prezioso edificio in stile neoclassico progettato alla fine degli anni ’20 dall’architetto Piero Portaluppi. Con installazioni, proiezioni multimediali, interventi sonori e video, Cine Dreams sarà un piccolo festival dell'arte incentrato su storie di costellazioni e di universi, che guarda al planetario come a un luogo di conoscenza e di incontro in cui confluiscono diverse discipline, dall’ottica al teatro, dall’informatica alla letteratura, in un viaggio verso nuovi mondi possibili.
Venerdì 28 marzo il programma apre con la proiezione dell’opera che dà il titolo all’intera rassegna, Cine Dreams, dell'americano Stan VanDerBeek (New York, 1927 – Baltimora, 1984), famoso fin dagli inizi della sua carriera per la ricerca pionieristica nel cinema e nell'animazione sperimentale, che lo portò a essere uno dei primi artisti invitati a insegnare presso il MIT – Massachussets Institute of Technology – nel suo celebre programma di integrazione tra arte e tecnologia. Esempio fondamentale di commistione tra arte e scienza, Cine Dreams – che per la prima volta in assoluto verrà riproposto nella sua versione originale – fu presentato nel 1972 al Strassenburgh Planetarium di Rochester, nello stato di New York. L’opera consiste nella proiezione simultanea di venti film sulla volta del planetario, sulla quale scorrono anche proiezioni della calotta celeste. Un’esplosione di forme, suoni e colori che mescola scienza e psichedelia, spettacolo e critica della società delle immagini, Cine Dreams – come molte altre opere di VanDerBeek – è stato spesso interpretato come una premonizione di Internet e della cultura digitale.
Per la presentazione di Cine Dreams a Milano, le proiezioni dureranno otto ore, dalle22.00 alle 6.00 del mattino. Gli spettatori sono invitati a portare cuscini e coperte e a passare la notte sotto la cupola del planetario, come nella presentazione originale: in questo cinema della mente – come l’aveva definito l’autore – gli spettatori sono chiamati a sonnecchiare e a guardare i film in dormiveglia o a occhi chiusi, sperimentando lo stato individuale e inconscio del sogno in un contesto collettivo e di gruppo. Gli spettatori potranno registrare le descrizioni dei propri sogni su una segreteria telefonica creata per l’occasione, al numero +39 02 80688277, attivo dalla sera di venerdì 28 marzo fino al mattino di lunedì 31 marzo, o mandando un messaggio all’indirizzo emailcinedreams@fondazionenicolatrussardi.com
Sabato 29 marzo sarà invece la volta di Jeronimo Voss (Hamm, Germania, 1981), artista tedesco che nelle sue installazioni manipola materiale storico e scientifico per dare vita a nuove storie di costellazioni e universi paralleli. La sua opera Eternity Through The Stars – il cui titolo è ispirato all’omonimo saggio del 1872 del francese Louis-Auguste Blanqui sulla possibilità dell'esistenza di dimensioni parallele infinite – consiste nella proiezione sulla volta del planetario di immagini tratte da antiche diapositive astronomiche raffiguranti rivoluzioni di pianeti e viaggi di comete nel sistema solare. Concepita per il Planetario di Kassel e presentata in occasione di Documenta 13 e più di recente al Planetario di Berlino, Eternity Through the Stars verrà proiettata per l’occasione in prima assoluta in Italia.
Domenica 30 marzo, infine, chiuderà il programma Katie Paterson (Glasgow, 1981): con un approccio multimediale e multidisciplinare il suo lavoro indaga i grandi temi che da secoli affascinano l’arte e la connettono alla scienza, spaziando in modo poetico e sorprendente dalla natura all’ecologia, dalla geologia alla cosmologia. Con le sue installazioni Paterson sonda la vastità della terra e dell’universo, mettendo gli spettatori al cospetto di distanze sublimi e orizzonti lontanissimi. In Earth-Moon-Earth, ad esempio, le note di una composizione di Beethoven vengono trasmesse sulla superficie lunare e ritornano sulla terra per essere suonate da un pianoforte automatico. Per Cine Dreams Paterson realizzerà una nuova installazione, concepita per gli spazi del Civico Planetario Ulrico Hoepli, nel quale si combineranno distanze siderali, suoni e la luce delle stelle.
Con Cine Dreams la Fondazione Nicola Trussardi e miart proseguono la collaborazione iniziata nel 2013 con il progetto speciale Liberi tutti: per la prima volta insieme, hanno animato le serate della diciottesima edizione della fiera d'arte, presentando performance, concerti, intermezzi e pièce d'arte al Teatro Arsenale di via Cesare Correnti.
In collaborazione con miart la Fondazione Nicola Trussardi prosegue con Cine Dreams nella sua azione di supporto e valorizzazione delle espressioni più originali dell'arte e della cultura contemporanea, portando i linguaggi più sperimentali del nostro tempo negli spazi del Civico Planetario di Milano, fatto edificare alla fine degli anni ’20 da Ulrico Hoepli su progetto di Piero Portaluppi e donato alla città di Milano nel 1929. Inaugurato nel 1930, fu il secondo Planetario costruito in Italia, dopo quello di Roma, dotato di una tecnologia all’avanguardia per proiettare l'immagine del cielo stellato sull’intera cupola del diametro di quasi 20 metri. Oggi il Planetario di Milano – il più grande esistente in Italia e il più attivo, con un pubblico complessivo di circa 5 milionidi visitatori coinvolti dalla sua apertura – per la prima volta in assoluto nei suoi oltre ottant'anni di storia ospita un progetto site-specific di arte contemporanea.
Cine Dreams è un progetto ideato e prodotto dalla Fondazione Nicola Trussardi e miart, nell’ambito della diciannovesima edizione della fiera.
Stan VanDerBeek è nato a New York (USA) nel 1927 e morto a Baltimora (USA) nel 1984.
Famoso per il suo lavoro pionieristico nell’animazione, fin dagli anni Sessanta Stan VanDerBeek ha sviluppato una forte attrazione per la tecnologia ed è stato uno dei primi artisti a sperimentare l’utilizzo dei computer. Uno dei suoi più ambiziosi progetti, purtroppo mai realizzato, è il Movie-Drome, una struttura a forma di cupola in cui gli spettatori potevano sdraiarsi e assistere a proiezioni sui 360° della calotta. Questi teatri multimediali, i Movie-Drome, avrebbero dovuto diffondersi in vari luoghi del mondo e, per la loro programmazione, avrebbero potuto attingere attraverso una rete di satelliti, telefoni e televisori, a una biblioteca comune elettronica di immagini e suoni. Così collegati i Movie-Drome sarebbero diventati centri di diffusione del sapere e VanDerBeek avrebbe creato una sorta di prototipo visivo del web: purtroppo i costi e gli ostacoli tecnologici hanno reso possibile solo la costruzione di un modello di Movie- Drome a Stony Point, New York, che ancora oggi è visto come un esempio iconico del cosiddetto "Cinema Espanso", corrente del cinema sperimentale americano degli anni Sessanta. Con Cine Dreams, VanDerBeek ha continuato a compilare una sua enciclopedia visiva del mondo, concependo un cinema della mente, una macchina per generare sogni che combina cinema, astronomia e psicoanalisi. La prima e fino ad oggi unica presentazione dell’opera, allo Strassenburgh Planetarium di Rochester del 1972, è stata un incredibile successo di pubblico e di stampa. Lo Strassenburgh era ? all'epoca ? il primo planetario al mondo ad adottare un sistema completamente computerizzato e in occasione di Cine Dreams l'allora direttore, Donald Hall, ha dichiarato che per l'evento si erano rese necessarie tre repliche. Le immagini proiettate integravano film di animazione di VanDerBeek, immagini grafiche, spezzoni di film, vari effetti visivi e di luci con il cielo stellato del planetario e con le immagini dei volti degli spettatori, ripresi da telecamere di sorveglianza, che diventavano così parte del mosaico visivo.
Jeronimo Voss è nato a Hamm (Germania), nel 1981. Vive e lavora a Francoforte sul Meno (Germania).
Dopo aver studiato arte presso la Städelschule di Francoforte, ha presentato mostre e progetti all’interno di importanti istituzioni internazionali, tra cui l’Irish Museum of Modern Art di Dublino, Secession di Vienna, la Westfälischer Kunstverein di Münster, la Kunsthaus di Bregenz, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Kunstverein e il MMK di Francoforte. Nel 2012 ha partecipato a dOCUMENTA (13) a Kassel.
Interessato a indagare come l'idea di rivoluzione sia stata rappresentata nei secoli dalle discipline artistiche, filosofiche e umanistiche, Voss assembla materiali d'archivio e tecnologie all'avanguardia per dare vita a collage multimediali che mescolano fatti storici con teorie scientifiche, brani di romanzi con aneddoti biografici, capolavori della storia dell'arte di tutti i tempi con immagini di set teatrali e trascrizioni grafiche della realtà. Lavagne luminose, luci cinematografiche, lanterne magiche, proiettori, fotomontaggi: con questi strumenti l’artista crea storie di universi paralleli, di costellazioni e luoghi dello spazio partendo da documenti esistenti. Come nel caso di Eternity through the Stars, il lavoro prodotto da Voss per dOCUMENTA (13), un’installazione pensata per il planetario e il Gabinetto di Astronomia e Fisica diKassel. Utilizzando i proiettori più antichi del mondo – conservati nella collezione del Gabinetto – e una serie di diapositive astronomiche della metà del XIX secolo mai esposte prima e restaurate per l’occasione, Voss crea un ponte tra la terra e il cielo, tra la storia e il futuro. L’installazione è accompagnata da un testo teatrale che si basa su un’ipotesi astronomica di Louis-Auguste Blanqui, riconosciuto come uno dei fondatori più influenti della teoria socialista della rivoluzione della Comune di Parigi (1871). Nel suo saggio del 1872, L’Éternité par les astres – hypothèse astronomique, Blanqui formula l'ipotesi cosmologica di una teoria dei mondi paralleli, la cui dimostrabilità è ancora discussa dalla fisica quantistica. In un continuo gioco di rimandi tra arte, scienza, teatro e filosofia, i movimenti e i percorsi delle stelle vengono tradotti in un codice visivo frutto dello scambio e della sovrapposizione di soggetti e linguaggi diversi, dando vita a una grammatica universale che mette in collegamento diretto l’uomo con la sua capacità di sognare.
Katie Paterson è nata a Glasgow (Scozia), nel 1981. Vive e lavora a Berlino (Germania).
Dopo la laurea alla Slade School of Fine Art nel 2007, Katie Paterson ha esposto in tutto il mondo, da Londra a New York, da Berlino a Seul, e le sue opere sono state presentate dalle maggiori istituzioni internazionali, come la Hayward Gallery e la Tate Britain a Londra, la Kunsthalle Wien e il Museo di Arte Contemporanea di Sidney. I suoi lavori sono presenti nelle collezioni del Guggenhein Museum di New York e della Scottish National Gallery of Modern Art di Edimburgo. È stata la vincitrice del premio Independent’s Creative 30 “per i giovani più creativi della Gran Bretagna” e, più recentemente, della categoria “Visual Arts” del South Bank Sky Arts Awards nel 2014. Grazie alla collaborazione con scienziati e ricercatori di fama internazionale – astronomi, ingegneri elettrici o radioamatori – i suoi progetti si muovono nel complesso territorio che collega arte e scienza, indagando il posto dell’uomo sulla Terra nel contesto del tempo geologico e del cambiamento. Le sue opere si avvalgono di sofisticate tecnologie e competenze specialistiche per creare legami intimi, poetici e filosofici tra le persone e il loro ambiente naturale, combinando una sensibilità romantica con un approccio basato sulla ricerca e una presentazione freddamente minimalista e riducendo la distanza tra lo spettatore e i confini più lontani del tempo e dello spazio.
Suscitando sensazioni di meraviglia e malinconia affini all’esperienza del sublime romantico, il lavoro di Katie Paterson è sobrio nel gesto e monumentale nello scopo. In passato, per esempio, ha trasmesso in diretta i suoni dello scioglimento di un ghiacciaio da un cellulare in una galleria d’arte; ha mappato tutte le stelle estinte; compilato un archivio di diapositive riguardanti la storia dell’oscurità attraverso i secoli; costruito una lampadina per simulare l’esperienza del chiaro di luna; sepolto un grano di sabbia microscopico nella profondità del deserto del Sahara.
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