Corrado Bonomi. Acque chete
Dal 18 Gennaio 2023 al 26 Febbraio 2023
Milano
Luogo: Acquario Civico di Milano
Indirizzo: Viale Gladio 2
Orari: da martedì a domenica 10:00 – 17:30; ultimo ingresso ore 17:00 con biglietto. Chiusura biglietteria 16:30. Chiuso Lunedì
Curatori: Alberto Fiz
Enti promotori:
- Comune di Milano Cultura
- Acquario e Civica Stazione Idrobiologica
Costo del biglietto: € 5 intero, € 3 ridotto (la visita alla mostra è compresa nel biglietto d’ingresso all’Acquario)
Telefono per informazioni: +39 02.88465750
Sito ufficiale: http://www.acquariodimilano.it
Mercoledì 18 gennaio alle ore 18,30 inaugura Acque chete, la mostra personale di Corrado Bonomi, tra i più importanti protagonisti del Concettualismo Ironico, ideata specificatamente per gli spazi espositivi dell’Acquario Civico di Milano.
L’esposizione, promossa dal Comune di Milano Cultura e dall’Acquario e Civica Stazione Idrobiologica, a cura di Alberto Fiz, presenta 20 opere, tra dipinti, sculture e installazioni che hanno come elemento unificante il mondo marino con i suoi abitanti e prevede una riflessione sui temi della diversità e della sostenibilità attraverso la lente dell’ironia, tratto caratteristico di tutta l’indagine artistica che Bonomi conduce sin dagli anni Ottanta con ampi riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale.
Come afferma Alberto Fiz “nello spazio dell’Acquario viene proposta un’ampia selezione di opere tese a ripercorrere l’indagine espressiva dell’artista dal 1987 a oggi in un girotondo poetico e dissacrante che mette in crisi le nostre certezze strizzando l’occhio a mito, letteratura e arte. Le acque chete di Bonomi nascondono molte insidie e sorprese”.
Per entrare in mostra, lo spettatore deve attraversare il Ventre della balena percorrendo l’inedita installazione site specific realizzata dall’artista per l’occasione con le vertebre e le costole del cetaceo in polistirolo. Al fondo si trova una candela, sistemata su un piccolo tavolino, che ricorda le tante figure inghiottite dal cetaceo come Pinocchio o Giona. Ma anche il Barone di Münchhausen o il Soldatino di Piombo.
Nel medesimo ambiente compare Nuovi Arrivi, un grande lavoro di quasi tre metri realizzato nel 2021 con un modello di capodoglio che trasporta sul dorso una moltitudine di migranti. Attraverso la trasfigurazione del mito del salvataggio, l’artista s’ispira alle antiche favole polinesiane e hawaiane in cui i vivi si spostano sul dorso di un cetaceo. Anche in questa circostanza i riferimenti sono molti e la citazione più esplicita è a La Navigazione di San Brandano e alla balena-isola su cui, secondo la leggenda, sarebbe sbarcato il monaco irlandese.
Dopo aver affrontato la tematica del viaggio, Bonomi propone Mare nostrum, un’opera assai problematica dove all’interno di un siparietto in legno, simile a un teatrino per l’infanzia con una base in sabbia e circondato da ami in canna di bambù si possono pescare con una calamita i tanti oggetti finiti in fondo al Mediterraneo come le miniature dei resti di Ustica, l’anello del doge (il giorno dell’Ascensione veniva gettato in mare come segno di ringraziamento) o il Lockheed P-38 Lightning, l’aereo a bordo del quale viaggiava il celebre scrittore francese Antoine de Saint-Exupery, autore del Piccolo Principe.
Le reti da pesca diventano lo spazio metaforico dove finiscono impigliate le scatolette di Mare, il ciclo iniziato nel 1987. L’artista mette in scena la sua personale archiviazione dei pesci che vengono dipinti su contenitori circolari per la conserva sottolio. Ne emerge un’installazione ecosostenibile in continuo divenire dove su ogni scatoletta di tonno compare un differente animale acquatico dando vita a un viaggio tra le creature marine in un’efficace rappresentazione del mondo subacqueo.
Le componenti ecologiche e le distorsioni ambientali sono evidenziate anche da Squalo martello della serie Ars Topiaria dove vengono associate forme naturali a materiali sintetici (si utilizzano pezzi di plastica triturati e riciclati) dando vita a sarcastiche ibridazioni. In questa occasione, su un vaso di coccio riempito con argilla espansa, compare un pescecane che sembra nascere da un cespuglio artificiale.
Un altro lavoro di grande attualità proposto all’Acquario è Arca Virus, modello dell’Arca di Noè ispirato a tipologie medievali. Al suo interno si trovano dodici provette contenenti liquidi colorati che simulano i dodici agenti patogeni più pericolosi del pianeta. Sotto di esse è celato il circuito elettrico che permette ai led di accendersi. A poppa una bandiera gialla con il simbolo di pericolo sanitario. L’opera, realizzata nel 2009, è una premonizione piuttosto sorprendente della pandemia.
L’artista ha poi creato per l’Acquario un’altra installazione, La flotta dell’arte. Dall’immaginario Cantiere Navale Bonomi provengono portaerei e sottomarini realizzati impilando libri, cataloghi, enciclopedie (I maestri del colore) e riviste quali Flash Art o Il Giornale dell’Arte. È evidente la polemica verso il sistema dell’arte dove pile di carta diventano materiale di costruzione rendendo il contenuto del tutto irrilevante.
L’universo immaginifico di Bonomi comprende anche riferimenti a Richard Wagner con Vascello fantasma, un’imbarcazione in fibra sintetica e cotone che veleggia poeticamente verso l’alto, e a Fëdor Dostoevskij con tre opere dedicate al suo celebre racconto Il coccodrillo: un caso straordinario dove, attraverso un gioco di specchi, l’osservatore prova la sensazione di essere inghiottito dal coccodrillo. La letteratura è fonte d’ispirazione anche per alcune preziose testimonianze dei primi anni Novanta che appartengono al ciclo Isola del Tesoro con l’artista che evoca Jules Verne, Joseph Conrad e Daniel Defoe. Bonomi dipinge velieri e imbarcazioni antichi su carte nautiche proponendo le sue classiche tautologie che permettono di creare un rapporto di sincretismo tra l’oggetto pittorico e il materiale.
Sono, poi, molte le opere che sfidano le regole della storia dell’arte con omaggi irriverenti e paradossali, come avviene nel caso di Marcel Duchamp e la barchetta dell’arte che naviga nell’orinatoio (piuttosto esplicativo il titolo Navigar nel periglioso mar delle avanguardie) all’Arcimboldo marino dove compare un’immagine multiforme realizzata con un assemblaggio di creature marine in plastica, passando attraverso Il sogno di Claude con un Monet in miniatura che dipinge sopra una foglia di Ninfea galleggiante riflessa su uno specchio d'acqua.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Allemandi con testi di Alberto Fiz, Elisabetta Polezzo, Marianna Cappia e un’intervista all’artista di Barbara Cottavoz.
Corrado Bonomi (Novara,1956) è tra i più importanti protagonisti del Concettualismo Ironico. Dopo una formazione da autodidatta, esordisce nel 1983 e sin dalla metà degli anni Ottanta realizza la serie delle Tautologie a cui rimarrà sempre coerente. L’artista crea un rapporto di sincretismo tra l’oggetto pittorico e il materiale. Nessuno dei due prevarica sull’altro in una dialettica paritaria dove ciò che è rappresentato non ha un valore autonomo, né prevede una scelta privilegiata. Le scatolette del ciclo Mare rappresentano un’indagine di particolare significato. La prima scatoletta, realizzata nel 1987, segna l’inizio di un lavoro che è arrivato a contare oltre quattro mila esemplari. Tra fiaba e leggenda, nasce nel 1990 il ciclo Fatina-fatata-fatale che mescola il concetto della fairy, quello della pin-up anni Quaranta con alcuni tratti che l’associano a Trilli, l’irascibile compagna di Peter Pan. Nel 1992 l’artista inizia un altro ciclo, Culture che, come per Mare e per le Fatine, non prevede una data di scadenza. In questo caso, la flora prende vita dal riciclo di elementi e materiali da giardinaggio che diventano essi stessi contenuto anticipando alcune problematiche ecologiche e ambientaliste. Combinando la ricerca sui materiali al tema del gioco, Bonomi giunge a grandi installazioni composte da macchinine dipinte su cartine stradali, elicotteri, soldati a dimensione umana o veicoli militari su teli mimetici con una specifica attenzione al tema del conflitto. Non manca poi una serie di riflessioni sulla letteratura, il cinema, la storia dell’arte, le fake news e il rapporto tra vero e verosimile.
Ha esposto in importanti spazi pubblici in Italia e all’estero tra cui la Kunstverein di Friburgo e di Mannehim, la Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum di Graz e la Stadtgalerie im Kulturviertel / Sophienhof di Kiel, il Museo Ritter di Waldenbuch, Palazzo Pigorini di Parma, la Galleria Civica di Trento, la Fondazione Pomodoro, la Triennale di Milano e XNL di Piacenza. Risale alla fine degli anni Novanta l’incontro con il collezionista Volker Feierabend, animatore e fondatore della Fondazione VAF con cui Bonomi collabora nel corso della sua carriera attraverso il MART di Trento e Rovereto e lo ZKM Center for Art and Media di Karlsruhe. Nel 1998 realizza, su commissione pubblica, l’installazione Non omnis moriar per il museo di scultura sardo “Su logu de s’iscultura” a Tortolì e per il MART. Nel 1995, inizia la collaborazione con il Dipartimento Educazione del Museo di Arte contemporanea del Castello di Rivoli. Nel 1997 collabora col museo Erre come… conoscere e giocare con i rifiuti a Torino. Nello stesso anno lavora anche col museo A come Ambiente di Torino. Nel 2000 è docente presso la Scuola di Design Futurarium di Milano. Nel 2021 ha realizzato un mappamondo dal titolo Biomotoperpetuo nell’ambito del progetto Weplanet: 100 globi per un futuro sostenibile, esposta all’ospedale Niguarda di Milano. Nel 2022, la città di Cannobio ha scelto alcune sue installazioni, assieme a quelle di Gianni Cella, per la mostra diffusa Riflessioni plastiche. Il gioco delle cose che diventano arte.
L’esposizione, promossa dal Comune di Milano Cultura e dall’Acquario e Civica Stazione Idrobiologica, a cura di Alberto Fiz, presenta 20 opere, tra dipinti, sculture e installazioni che hanno come elemento unificante il mondo marino con i suoi abitanti e prevede una riflessione sui temi della diversità e della sostenibilità attraverso la lente dell’ironia, tratto caratteristico di tutta l’indagine artistica che Bonomi conduce sin dagli anni Ottanta con ampi riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale.
Come afferma Alberto Fiz “nello spazio dell’Acquario viene proposta un’ampia selezione di opere tese a ripercorrere l’indagine espressiva dell’artista dal 1987 a oggi in un girotondo poetico e dissacrante che mette in crisi le nostre certezze strizzando l’occhio a mito, letteratura e arte. Le acque chete di Bonomi nascondono molte insidie e sorprese”.
Per entrare in mostra, lo spettatore deve attraversare il Ventre della balena percorrendo l’inedita installazione site specific realizzata dall’artista per l’occasione con le vertebre e le costole del cetaceo in polistirolo. Al fondo si trova una candela, sistemata su un piccolo tavolino, che ricorda le tante figure inghiottite dal cetaceo come Pinocchio o Giona. Ma anche il Barone di Münchhausen o il Soldatino di Piombo.
Nel medesimo ambiente compare Nuovi Arrivi, un grande lavoro di quasi tre metri realizzato nel 2021 con un modello di capodoglio che trasporta sul dorso una moltitudine di migranti. Attraverso la trasfigurazione del mito del salvataggio, l’artista s’ispira alle antiche favole polinesiane e hawaiane in cui i vivi si spostano sul dorso di un cetaceo. Anche in questa circostanza i riferimenti sono molti e la citazione più esplicita è a La Navigazione di San Brandano e alla balena-isola su cui, secondo la leggenda, sarebbe sbarcato il monaco irlandese.
Dopo aver affrontato la tematica del viaggio, Bonomi propone Mare nostrum, un’opera assai problematica dove all’interno di un siparietto in legno, simile a un teatrino per l’infanzia con una base in sabbia e circondato da ami in canna di bambù si possono pescare con una calamita i tanti oggetti finiti in fondo al Mediterraneo come le miniature dei resti di Ustica, l’anello del doge (il giorno dell’Ascensione veniva gettato in mare come segno di ringraziamento) o il Lockheed P-38 Lightning, l’aereo a bordo del quale viaggiava il celebre scrittore francese Antoine de Saint-Exupery, autore del Piccolo Principe.
Le reti da pesca diventano lo spazio metaforico dove finiscono impigliate le scatolette di Mare, il ciclo iniziato nel 1987. L’artista mette in scena la sua personale archiviazione dei pesci che vengono dipinti su contenitori circolari per la conserva sottolio. Ne emerge un’installazione ecosostenibile in continuo divenire dove su ogni scatoletta di tonno compare un differente animale acquatico dando vita a un viaggio tra le creature marine in un’efficace rappresentazione del mondo subacqueo.
Le componenti ecologiche e le distorsioni ambientali sono evidenziate anche da Squalo martello della serie Ars Topiaria dove vengono associate forme naturali a materiali sintetici (si utilizzano pezzi di plastica triturati e riciclati) dando vita a sarcastiche ibridazioni. In questa occasione, su un vaso di coccio riempito con argilla espansa, compare un pescecane che sembra nascere da un cespuglio artificiale.
Un altro lavoro di grande attualità proposto all’Acquario è Arca Virus, modello dell’Arca di Noè ispirato a tipologie medievali. Al suo interno si trovano dodici provette contenenti liquidi colorati che simulano i dodici agenti patogeni più pericolosi del pianeta. Sotto di esse è celato il circuito elettrico che permette ai led di accendersi. A poppa una bandiera gialla con il simbolo di pericolo sanitario. L’opera, realizzata nel 2009, è una premonizione piuttosto sorprendente della pandemia.
L’artista ha poi creato per l’Acquario un’altra installazione, La flotta dell’arte. Dall’immaginario Cantiere Navale Bonomi provengono portaerei e sottomarini realizzati impilando libri, cataloghi, enciclopedie (I maestri del colore) e riviste quali Flash Art o Il Giornale dell’Arte. È evidente la polemica verso il sistema dell’arte dove pile di carta diventano materiale di costruzione rendendo il contenuto del tutto irrilevante.
L’universo immaginifico di Bonomi comprende anche riferimenti a Richard Wagner con Vascello fantasma, un’imbarcazione in fibra sintetica e cotone che veleggia poeticamente verso l’alto, e a Fëdor Dostoevskij con tre opere dedicate al suo celebre racconto Il coccodrillo: un caso straordinario dove, attraverso un gioco di specchi, l’osservatore prova la sensazione di essere inghiottito dal coccodrillo. La letteratura è fonte d’ispirazione anche per alcune preziose testimonianze dei primi anni Novanta che appartengono al ciclo Isola del Tesoro con l’artista che evoca Jules Verne, Joseph Conrad e Daniel Defoe. Bonomi dipinge velieri e imbarcazioni antichi su carte nautiche proponendo le sue classiche tautologie che permettono di creare un rapporto di sincretismo tra l’oggetto pittorico e il materiale.
Sono, poi, molte le opere che sfidano le regole della storia dell’arte con omaggi irriverenti e paradossali, come avviene nel caso di Marcel Duchamp e la barchetta dell’arte che naviga nell’orinatoio (piuttosto esplicativo il titolo Navigar nel periglioso mar delle avanguardie) all’Arcimboldo marino dove compare un’immagine multiforme realizzata con un assemblaggio di creature marine in plastica, passando attraverso Il sogno di Claude con un Monet in miniatura che dipinge sopra una foglia di Ninfea galleggiante riflessa su uno specchio d'acqua.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Allemandi con testi di Alberto Fiz, Elisabetta Polezzo, Marianna Cappia e un’intervista all’artista di Barbara Cottavoz.
Corrado Bonomi (Novara,1956) è tra i più importanti protagonisti del Concettualismo Ironico. Dopo una formazione da autodidatta, esordisce nel 1983 e sin dalla metà degli anni Ottanta realizza la serie delle Tautologie a cui rimarrà sempre coerente. L’artista crea un rapporto di sincretismo tra l’oggetto pittorico e il materiale. Nessuno dei due prevarica sull’altro in una dialettica paritaria dove ciò che è rappresentato non ha un valore autonomo, né prevede una scelta privilegiata. Le scatolette del ciclo Mare rappresentano un’indagine di particolare significato. La prima scatoletta, realizzata nel 1987, segna l’inizio di un lavoro che è arrivato a contare oltre quattro mila esemplari. Tra fiaba e leggenda, nasce nel 1990 il ciclo Fatina-fatata-fatale che mescola il concetto della fairy, quello della pin-up anni Quaranta con alcuni tratti che l’associano a Trilli, l’irascibile compagna di Peter Pan. Nel 1992 l’artista inizia un altro ciclo, Culture che, come per Mare e per le Fatine, non prevede una data di scadenza. In questo caso, la flora prende vita dal riciclo di elementi e materiali da giardinaggio che diventano essi stessi contenuto anticipando alcune problematiche ecologiche e ambientaliste. Combinando la ricerca sui materiali al tema del gioco, Bonomi giunge a grandi installazioni composte da macchinine dipinte su cartine stradali, elicotteri, soldati a dimensione umana o veicoli militari su teli mimetici con una specifica attenzione al tema del conflitto. Non manca poi una serie di riflessioni sulla letteratura, il cinema, la storia dell’arte, le fake news e il rapporto tra vero e verosimile.
Ha esposto in importanti spazi pubblici in Italia e all’estero tra cui la Kunstverein di Friburgo e di Mannehim, la Neue Galerie am Landesmuseum Joanneum di Graz e la Stadtgalerie im Kulturviertel / Sophienhof di Kiel, il Museo Ritter di Waldenbuch, Palazzo Pigorini di Parma, la Galleria Civica di Trento, la Fondazione Pomodoro, la Triennale di Milano e XNL di Piacenza. Risale alla fine degli anni Novanta l’incontro con il collezionista Volker Feierabend, animatore e fondatore della Fondazione VAF con cui Bonomi collabora nel corso della sua carriera attraverso il MART di Trento e Rovereto e lo ZKM Center for Art and Media di Karlsruhe. Nel 1998 realizza, su commissione pubblica, l’installazione Non omnis moriar per il museo di scultura sardo “Su logu de s’iscultura” a Tortolì e per il MART. Nel 1995, inizia la collaborazione con il Dipartimento Educazione del Museo di Arte contemporanea del Castello di Rivoli. Nel 1997 collabora col museo Erre come… conoscere e giocare con i rifiuti a Torino. Nello stesso anno lavora anche col museo A come Ambiente di Torino. Nel 2000 è docente presso la Scuola di Design Futurarium di Milano. Nel 2021 ha realizzato un mappamondo dal titolo Biomotoperpetuo nell’ambito del progetto Weplanet: 100 globi per un futuro sostenibile, esposta all’ospedale Niguarda di Milano. Nel 2022, la città di Cannobio ha scelto alcune sue installazioni, assieme a quelle di Gianni Cella, per la mostra diffusa Riflessioni plastiche. Il gioco delle cose che diventano arte.
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