Curatela
Dal 26 Giugno 2021 al 31 Ottobre 2021
Novate Milanese | Milano
Luogo: Casa Testori
Indirizzo: Largo Angelo Testori 13
Orari: dal martedì al venerdì 10.00-13.00 | 14.30-18.00; sabato 15.00-19.00
Curatori: Davide Dall’Ombra
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39.02.36586877
E-Mail info: scoprire@casatestori.it
Sito ufficiale: http://www.casatestori.it
“Curatela”, la mostra dell’estate di Casa Testori, curata da Davide Dall’Ombra, lancia il progetto “(Ri)cambio la visita”, sostenuto dalla Fondazione di Comunità Milano, con il patrocino del Consiglio Regionale della Lombardia. Un’occasione di riattivazione culturale di prossimità che, nel 2022, vedrà la città di Milano al centro di un flusso artistico tra centro e periferia, tra Musei e Biblioteche, tra scuola e studi d’artista.
Il percorso della mostra a Casa Testori presenta i giovani artisti coinvolti nel progetto, attraverso opere e installazioni inedite, appositamente pensate per raccontare la propria ricerca artistica. Ma le opere di Alberto Gianfreda, Fabio Roncato e del duo artistico bn+brinanovara, nascono in dialogo con tre grandi opere del Novecento, firmate da Ennio Morlotti, Giorgio Morandi e Filippo de Pisis, giunte in mostra da tre grandi musei milanesi: Museo del ’900, Casa Boschi di Stefano e Villa Necchi Campiglio. Tre dipinti presentati a Casa Testori e destinati a essere esposti in altrettante Biblioteche Comunali della periferia milanese il prossimo anno. Si tratta di artisti cruciali del ’900, cari a Giovanni Testori che ha abitato questa casa e che permetteranno di raccontare tre differenti tipologie d’interventi adottati dal critico nella sua vita: la poesia, la critica militante e l’articolo di giornale.
Nel dibattito contemporaneo sul ruolo del critico e del curatore, questa mostra racconterà così diversi approcci nel rapporto con l’artista, adottati per dar spazio e parola alla sua opera, interrogandosi su come esporla e/o raccontarla ma anche, talvolta, collaborando alla definizione del processo artistico che la genera. S’intesse così il filo conduttore tra i sei artisti presentati che dà il titolo alla mostra, CURATELA, appunto, squadernando i mezzi del passato e del presente, capaci di innescare un processo di crescita e comprensione dell’opera d’arte che giovi all’artista e al pubblico.
Testori ha rivestito i panni del critico che accompagna con le proprie parole la vita intera e l’opera di un artista come Morlotti, su cui scrisse numerose volte lungo oltre cinquant’anni; ha saputo intervenire con la poesia sull’opera “altra” di Morandi e usare la sua torrentizia produzione sul “Corriere della Sera” per ristabilire la portata di un artista come De Pisis. Casa Testori, da parte sua, continua a raccontare la vitalità contemporanea della pittura del Novecento edà voce agli artisti emergenti, interpretando il proprio ruolo curatoriale accompagnando la relazione con i suoi spazi caratterizzati e seguendo gli artisti passo a passo nel processo.
La mostra si apre con l’opera ITALIA di Alberto Gianfreda, nata da un processo partecipativo articolato (vedi scheda allegata). Grazie alla collaborazione con AiCC - Associazione Italiana Città della Ceramica - l’opera è l’esito di una raccolta di manufatti dalla Regioni italiane, espressione delle differenti scuole ceramiste. Sono stati inviati all’artista opere provenienti da 18 differenti città per 15 regioni, che sono stati poi rotti, attraverso un processo mirato e ragionato, e successivamente riassemblati per comporre il grande fregio ITALIA che verrà esposto in mostra. L’artista pone al centro del sul lavoro il tema della distruzione in favore di un processo di ricongiungimento del frammento per generare una nuova bellezza e unità. Un tema di frattura e ricomposizione e rigenerazione comunitaria più che mai attuale oggi. Per Gianfreda, la propria opera entra così in dialogo con i Fiori di Giorgio Morandi, sprigionando l’energia che il pittore ha saputo concentrare con il suo consueto moto centripeto nell’elemento quotidiano del vaso, in una liberazione creativa e generativa, dalla distruzione alla creazione. Un processo di cui la mostra presenterà in modo inedito lo sviluppo, dall’aspetto sonoro della distruzione alla necessità di campionatura e registrazione digitale grazie alla tecnologia NFT.
Il lavoro di Fabio Roncato, indagando il tema della natura e del rapporto dell’uomo con essa – vera ossessione di Ennio Morlotti testimoniata in mostra dal suo dipinto Collina di Imbersago – porta in mostra LANDSCAPE, unpaesaggio disculture appositamente realizzate in una miscela di poliuretano espanso, vernice e argilla, tramite un processo di reazioni chimiche e calchi della terra.
La superficie è la parte più esterna delle cose, che rivela la reazione di contatto tra la materia. Nella creazione di Landscape, l’argilla, un materiale semplice, neutro e sensibile, entra in contatto con un materiale isolante e con il colore. L’interazione tra le diverse materie mobili e sensibili, porta alla rivelazione dei movimenti che si generano al loro interno attraverso l’incontro. I materiali reagiscono respingendosi e questo porta l’argilla a spaccarsi e a sparire. Sottraendosi, permette alla superficie residua di registrare e raccontare la sua natura semplice e mutevole: i movimenti della terra. Dopo aver registrato con le sue cere e fusioni il respiro e il tumulo dell’acqua, Roncato ci restituisce il palpito della terra.
LA MORTE È TRASPARENTE è un’istallazione pittorica realizzata dal duo bn+brinanovara nata dall’interesse ad indagare la pittura come mondo, luogo reale definito da regole proprie che ha avvinghiato gli artisti concettuali nell’indagine del mezzo pittorico. In questa occasione l’indagine nasce dal dipinto La Battaglia di San Romano di Paolo Uccello. Un particolare della tavola degli Uffizi reso instabile dal suo essere un dettaglio, si è prestato ad un lavoro di selezione e restituzione. Torna la decostruzione, ma soprattutto la preponderanza del processo. Nascono così 7 tavole dello stesso particolare, in un formato 90x71 cm scelto per rendere omaggio alla Natura morta con lepre di Filippo De Pisis in mostra, riconoscendo l’indagine sul non-finito del pittore come innesco del ciclo. Ciascuno dei 7 episodi è caratterizzato dal raggiungimento di un equilibrio relativo a partire dalle possibilità latenti nell’opera originale. Ciascun quadro supera l’equilibrio di quello precedente per raggiungere, a sua volta, un equilibrio successivo da rimettere in discussione.
La mostra si conclude nella Sala del camino, con l’esposizione dei tre importanti dipinti già citati che daranno vita al progetto “(Ri)cambio la visita” nelle Biblioteche di quartiere, coinvolgendo anche tre licei artistici cittadini, in dialogo con gli artisti viventi, i maestri e i Musei coinvolti.
Ennio Morlotti (1910-1992) è stato forse il pittore più amato da Giovanni Testori, che ha seguito il suo lavoro per tutta la vita, spronandolo nel suo dialogo con la Natura, presentandone l’opera a due Biennali di Venezia, alla Quadriennale romana e scrivendo per lui alcune delle pagine più importanti della critica italiana del secolo scorso. Dal Museo del Novecento “torna” a Casa Testori Collina di Imbersago (1954), un importante dipinto donato dallo stesso Testori al Comune di Milano nel 1956.
Di Giorgio Morandi (1890-1964) la mostra presenta un vero gioiello: Fiori, un dipinto del 1952 proveniente da Casa Boschi di Stefano, un’opera rappresentativa di uno specifico interesse di Testori che, nel 1981, dedicò a questo soggetto la poesia Per Morandi, pubblicata nel 1985 in un volume dedicato al gallerista Gino Ghiringhelli (1898-1964), con un saggio e foto di Jean-Michel Folon e seguito, fin nei dettagli grafici, dallo stesso Testori. Attraverso la poesia, i “Fiori” diventano per Testori metafora del destino dell’uomo. La loro fragilità ci parla del tempo, vero soggetto della pittura morandiana che, nel silenzio, ridona profondità al quotidiano, strappandolo dal banale. L’artista non deve a Testori la sua fama, ma è esemplificativo di come la lettura testoriana sia sempre capace di cogliere un accento proprio.
Infine, da Villa Necchi Campiglio, la Casa Museo milanese del FAI – Fondo Ambiente Italiano, giunge Natura morta con lepre (1942) di Filippo De Pisis (1896-1956). Non si trattò di un rapporto personale tra critico e pittore, ma di un recupero critico, una sorta di risarcimento per un grande artista del passato, in particolare, dalle colonne del “Corriere della Sera”. Nelle struggenti nature morte del pittore, Testori ci conduce in un viaggio intimo e collettivo, capace di evocare mondi messi al centro di una narrazione condivisa.
La presentazione delle tre opere con gli occhi di Giovanni Testori sarà il miglior viatico a proseguire la visita di Casa Testori al primo piano, interamente dedicato allo scrittore, critico e pittore: un viaggio tra i suoi dipinti, la sua biblioteca d’arte, le carte del suo archivio e la sua inesausta attività drammaturgica.
Lunedì 21 giugno alle ore 21.15 l’ULTIMA Puntata de “I Lunedì di Casa Testori” sarà dedicata a un’anteprima della mostra CURATELA
INAUGURAZIONE: Sabato 26 giugno dalle 15.00 alle 19.00
Il percorso della mostra a Casa Testori presenta i giovani artisti coinvolti nel progetto, attraverso opere e installazioni inedite, appositamente pensate per raccontare la propria ricerca artistica. Ma le opere di Alberto Gianfreda, Fabio Roncato e del duo artistico bn+brinanovara, nascono in dialogo con tre grandi opere del Novecento, firmate da Ennio Morlotti, Giorgio Morandi e Filippo de Pisis, giunte in mostra da tre grandi musei milanesi: Museo del ’900, Casa Boschi di Stefano e Villa Necchi Campiglio. Tre dipinti presentati a Casa Testori e destinati a essere esposti in altrettante Biblioteche Comunali della periferia milanese il prossimo anno. Si tratta di artisti cruciali del ’900, cari a Giovanni Testori che ha abitato questa casa e che permetteranno di raccontare tre differenti tipologie d’interventi adottati dal critico nella sua vita: la poesia, la critica militante e l’articolo di giornale.
Nel dibattito contemporaneo sul ruolo del critico e del curatore, questa mostra racconterà così diversi approcci nel rapporto con l’artista, adottati per dar spazio e parola alla sua opera, interrogandosi su come esporla e/o raccontarla ma anche, talvolta, collaborando alla definizione del processo artistico che la genera. S’intesse così il filo conduttore tra i sei artisti presentati che dà il titolo alla mostra, CURATELA, appunto, squadernando i mezzi del passato e del presente, capaci di innescare un processo di crescita e comprensione dell’opera d’arte che giovi all’artista e al pubblico.
Testori ha rivestito i panni del critico che accompagna con le proprie parole la vita intera e l’opera di un artista come Morlotti, su cui scrisse numerose volte lungo oltre cinquant’anni; ha saputo intervenire con la poesia sull’opera “altra” di Morandi e usare la sua torrentizia produzione sul “Corriere della Sera” per ristabilire la portata di un artista come De Pisis. Casa Testori, da parte sua, continua a raccontare la vitalità contemporanea della pittura del Novecento edà voce agli artisti emergenti, interpretando il proprio ruolo curatoriale accompagnando la relazione con i suoi spazi caratterizzati e seguendo gli artisti passo a passo nel processo.
La mostra si apre con l’opera ITALIA di Alberto Gianfreda, nata da un processo partecipativo articolato (vedi scheda allegata). Grazie alla collaborazione con AiCC - Associazione Italiana Città della Ceramica - l’opera è l’esito di una raccolta di manufatti dalla Regioni italiane, espressione delle differenti scuole ceramiste. Sono stati inviati all’artista opere provenienti da 18 differenti città per 15 regioni, che sono stati poi rotti, attraverso un processo mirato e ragionato, e successivamente riassemblati per comporre il grande fregio ITALIA che verrà esposto in mostra. L’artista pone al centro del sul lavoro il tema della distruzione in favore di un processo di ricongiungimento del frammento per generare una nuova bellezza e unità. Un tema di frattura e ricomposizione e rigenerazione comunitaria più che mai attuale oggi. Per Gianfreda, la propria opera entra così in dialogo con i Fiori di Giorgio Morandi, sprigionando l’energia che il pittore ha saputo concentrare con il suo consueto moto centripeto nell’elemento quotidiano del vaso, in una liberazione creativa e generativa, dalla distruzione alla creazione. Un processo di cui la mostra presenterà in modo inedito lo sviluppo, dall’aspetto sonoro della distruzione alla necessità di campionatura e registrazione digitale grazie alla tecnologia NFT.
Il lavoro di Fabio Roncato, indagando il tema della natura e del rapporto dell’uomo con essa – vera ossessione di Ennio Morlotti testimoniata in mostra dal suo dipinto Collina di Imbersago – porta in mostra LANDSCAPE, unpaesaggio disculture appositamente realizzate in una miscela di poliuretano espanso, vernice e argilla, tramite un processo di reazioni chimiche e calchi della terra.
La superficie è la parte più esterna delle cose, che rivela la reazione di contatto tra la materia. Nella creazione di Landscape, l’argilla, un materiale semplice, neutro e sensibile, entra in contatto con un materiale isolante e con il colore. L’interazione tra le diverse materie mobili e sensibili, porta alla rivelazione dei movimenti che si generano al loro interno attraverso l’incontro. I materiali reagiscono respingendosi e questo porta l’argilla a spaccarsi e a sparire. Sottraendosi, permette alla superficie residua di registrare e raccontare la sua natura semplice e mutevole: i movimenti della terra. Dopo aver registrato con le sue cere e fusioni il respiro e il tumulo dell’acqua, Roncato ci restituisce il palpito della terra.
LA MORTE È TRASPARENTE è un’istallazione pittorica realizzata dal duo bn+brinanovara nata dall’interesse ad indagare la pittura come mondo, luogo reale definito da regole proprie che ha avvinghiato gli artisti concettuali nell’indagine del mezzo pittorico. In questa occasione l’indagine nasce dal dipinto La Battaglia di San Romano di Paolo Uccello. Un particolare della tavola degli Uffizi reso instabile dal suo essere un dettaglio, si è prestato ad un lavoro di selezione e restituzione. Torna la decostruzione, ma soprattutto la preponderanza del processo. Nascono così 7 tavole dello stesso particolare, in un formato 90x71 cm scelto per rendere omaggio alla Natura morta con lepre di Filippo De Pisis in mostra, riconoscendo l’indagine sul non-finito del pittore come innesco del ciclo. Ciascuno dei 7 episodi è caratterizzato dal raggiungimento di un equilibrio relativo a partire dalle possibilità latenti nell’opera originale. Ciascun quadro supera l’equilibrio di quello precedente per raggiungere, a sua volta, un equilibrio successivo da rimettere in discussione.
La mostra si conclude nella Sala del camino, con l’esposizione dei tre importanti dipinti già citati che daranno vita al progetto “(Ri)cambio la visita” nelle Biblioteche di quartiere, coinvolgendo anche tre licei artistici cittadini, in dialogo con gli artisti viventi, i maestri e i Musei coinvolti.
Ennio Morlotti (1910-1992) è stato forse il pittore più amato da Giovanni Testori, che ha seguito il suo lavoro per tutta la vita, spronandolo nel suo dialogo con la Natura, presentandone l’opera a due Biennali di Venezia, alla Quadriennale romana e scrivendo per lui alcune delle pagine più importanti della critica italiana del secolo scorso. Dal Museo del Novecento “torna” a Casa Testori Collina di Imbersago (1954), un importante dipinto donato dallo stesso Testori al Comune di Milano nel 1956.
Di Giorgio Morandi (1890-1964) la mostra presenta un vero gioiello: Fiori, un dipinto del 1952 proveniente da Casa Boschi di Stefano, un’opera rappresentativa di uno specifico interesse di Testori che, nel 1981, dedicò a questo soggetto la poesia Per Morandi, pubblicata nel 1985 in un volume dedicato al gallerista Gino Ghiringhelli (1898-1964), con un saggio e foto di Jean-Michel Folon e seguito, fin nei dettagli grafici, dallo stesso Testori. Attraverso la poesia, i “Fiori” diventano per Testori metafora del destino dell’uomo. La loro fragilità ci parla del tempo, vero soggetto della pittura morandiana che, nel silenzio, ridona profondità al quotidiano, strappandolo dal banale. L’artista non deve a Testori la sua fama, ma è esemplificativo di come la lettura testoriana sia sempre capace di cogliere un accento proprio.
Infine, da Villa Necchi Campiglio, la Casa Museo milanese del FAI – Fondo Ambiente Italiano, giunge Natura morta con lepre (1942) di Filippo De Pisis (1896-1956). Non si trattò di un rapporto personale tra critico e pittore, ma di un recupero critico, una sorta di risarcimento per un grande artista del passato, in particolare, dalle colonne del “Corriere della Sera”. Nelle struggenti nature morte del pittore, Testori ci conduce in un viaggio intimo e collettivo, capace di evocare mondi messi al centro di una narrazione condivisa.
La presentazione delle tre opere con gli occhi di Giovanni Testori sarà il miglior viatico a proseguire la visita di Casa Testori al primo piano, interamente dedicato allo scrittore, critico e pittore: un viaggio tra i suoi dipinti, la sua biblioteca d’arte, le carte del suo archivio e la sua inesausta attività drammaturgica.
Lunedì 21 giugno alle ore 21.15 l’ULTIMA Puntata de “I Lunedì di Casa Testori” sarà dedicata a un’anteprima della mostra CURATELA
INAUGURAZIONE: Sabato 26 giugno dalle 15.00 alle 19.00
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