Diego Bardone. Milano Street Photography

© Diego Bardone

 

Dal 20 Ottobre 2017 al 19 Novembre 2017

Milano

Luogo: Spazio Tadini Casa Museo

Indirizzo: via Niccolò Jommelli 24

Orari: dal mercoledì al sabato dalle 15:30 alle 19:30; domenica 15-18:30

Curatori: Francesco Tadini, Federicapaola Capecchi, Melina Scalise

Costo del biglietto: € 5

Telefono per informazioni: +39 02 26110481

E-Mail info: ms@spaziotadini.it

Sito ufficiale: http://www.spaziotadini.com



Cosa sarebbe Diego Bardone senza Milano e cosa sarebbe Milano senza Diego Bardone? Lui, fotografo di strada, ogni giorno comincia la sua giornata per le vie di questa città. Si apposta, come farebbe un ornitologo, a caccia dell’umano, del cittadino qualunque, del turista distratto, dell’improbabile situazione che si crea tra l’uomo e il suo contesto. Lo scatto che porta a casa Bardone non coglie solo uno sguardo, né solo uno scorcio di città, ma l’insieme. Dall’insieme nasce la poetica del suo lavoro fotografico. Riesce, nella moltitudine, a cogliere una combinazione degli elementi che spesso è un intero racconto, altre volte, è uno spaccato istantaneo carico di contraddizioni, altre volte coglie tutto l’umorismo pirandelliano del vivere.

Bruno Panieri: "Se mi guardo intorno, tra i tanti fotografi di street che ormai popolano il mondo fotografico, faccio difficoltà a trovarne uno intimamente legato alla sua città, come lo è Diego Bardone con Milano. Potrebbe esistere Diego Bardone senza Milano? Probabilmente sarebbe comuque un ottimo fotografo, ma io penso che perderebbe gran parte del suo universo di riferimento. Pensando ad altri grandi della storia fotografica, forse il senso del legame tra Bardone e Milano lo si ritrova, così forte ed intenso, solo nella Parigi dei grandi padri della fotografia umanista. Eppure, se si osservano con attenzione il lavoro di Diego, non si ritrova uno stereotipo di quella scuola, ma un personalissimo approccio che denota un “marchio di fabbrica” assolutamente inequivocabile. Acuto, leggero, sornione, malinconicamente gioioso, a volte languido senza mai essere stucchevole, Diego riesce ad immergersi nelle strade della sua Milano, fino ad assumerne tutte le sfumature di carattere. Nelle sue foto i toni del bianco e nero diventano essenziali per svelarci una umanità indissolubilmente legata ai particolari ambientali che ne svelano il significato compiuto: come lui ama spesso dire, non esiste una bella fotografia di strada senza un sfondo interessante. La sua è una fotografia di “senso”, una fotografia da osservare con l’acume del lettore di un romanzo giallo: anche se ci rapisce immediatamente con l’estetica e la bellezza, bisogna trovare sempre l’assassino, per restare soddisfatti. Non deve essere facile descrivere così bene una città mettendo al centro di ogni scatto l’umano, soprattutto raccogliendo tutto il potpourri della contemporaneità che caratterizza Milano; Diego ci riesce e con lui Milano trova sempre qualcosa di molto personale da dire, e anche quando appare malinconica, caotica, disordinata, riesce sempre ad apparire più bella di quello che è e che ci fa sentire bene, dicendola un po’ come Doisneau. Diego cerca sempre un motivo per farci sorridere, ma non si dimentica mai di farci pensare."

Roberto Morosetti: "Sono innamorato di Diego Bardone" -
Animale fotografico da preda dal fiuto eccezionale, cacciatore dell’ordinario e dell’inconsueto, riesce a comporre con maestria un repertorio di luoghi e persone da cui emerge in ogni occasione l’attimo irrazionale della vita.
Le sue fotografie comunicano emozioni piene di intensa contraddizione, in un crudo bianco e nero che ricorda l’approccio visuale dei Faurer o dei Klein, e hanno sempre a che fare col paradosso.
Con umorismo e intelligenza, col desiderio di sdrammatizzare, Bardone sa prendere le distanze da se stesso, dalle cose che abbiamo attorno, dagli avvenimenti che accadono, con uno sguardo che non si ferma alle apparenze ma procede oltre la superficie.
Nelle sue immagini, attraverso accostamenti inconsueti e particolari, noi percepiamo la fragilità della linea di demarcazione tra il senso e il non senso, cogliendone il rovesciamento.
Bardone possiede la capacità dei grandi.
Quella di vedere immagini che si compongono, si organizzano e si strutturano in una frazione infinitesimale di secondo… e nella frazione successiva svaniscono nel nulla, scomparse per sempre nella misteriosa nullità del caos.
Bardone sa vedere queste fotografie, e le sa raccogliere."


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