Ernesto Morales. Nebulose. Ut pictura poesis
Dal 24 Maggio 2013 al 30 Giugno 2013
Milano
Luogo: Hernandez Art Gallery
Indirizzo: via Copernico 8
Curatori: Chiara Canali
Telefono per informazioni: +39 02 67490252/ 338 5805011
E-Mail info: info@galleriahernandez.com
Sito ufficiale: http://www.galleriahernandez.com
Hernandez Art Gallery prosegue la propria attività espositiva e il dialogo culturale tra Italia e America Latina con la personale dell’artista argentino Ernesto Morales (Montevideo - Uruguay, 1974).
L’ultimo ciclo di opere dell’artista intende riflettere sull’idea del tempo successivo e del tempo simultaneo attraverso il ricorso all’immagine delle nuvole e delle costellazioni. Originariamente il termine “nebulosa” (dal latino nebula, nuvola) è stato utilizzato per indicare una qualsiasi forma astronomica di grandi dimensioni di natura né stellare né planetaria, quindi comprensiva sia delle nubi in senso meteorologico che delle costellazioni.
Per loro stessa natura, le nuvole sono infatti ambivalenti, tendono a comprendere i presunti opposti. Le nuvole sono un elemento insieme celeste e terrestre, materiale e simbolico, metaforico e reale. Esse nascondono e rivelano, sono immateriali ed evanescenti, possono assumere qualsiasi forma e, contemporaneamente, non incarnarne nessuna, emblema dell’impermanenza delle cose e dell’ incessante divenire del tempo. Le nuvole diventano così metafora della struttura logico-simbolica del pensiero e della trascrizione del reale in un segno immaginale.
A Ernesto Morales interessa costruire ambiguità, polivalenza e stratificazioni: dietro l’apparente convenzionalità di un cielo con nuvole o di una costellazione luminosa si nasconde uno spazio complesso, metaforicamente stratificato, come è quello mnemonico della dimensione mentale.
Il riferimento nel titolo della mostra alla formula oraziana “Ut pictura poesis”, base fondamentale per i successivi studi sull’estetica, con il suo paragone dell’arte con la letteratura, considera il linguaggio pittorico dal punto di vista strutturale e immanente perché, come afferma un altro grande artista come Gerhard Richter, il discorso della “pittura riguarda sempre la pittura”. L’artista in questo modo rompe con l’idea illusionistica di rappresentazione, e mette in scena il concetto di pittura stessa, pura, evidente nelle pennellate di colore che colano sulla superficie della tela.
Anche la scelta di realizzare dei dittici, dove il quadro principale è affiancato da un elemento a parte, corrisponde alla finalità di proporre una lettura della pittura che continua nello spazio e nel tempo.
In mostra saranno presenti inoltre alcuni lavori realizzati precedentemente per la personale "Mari migranti" al Castello di Rapallo (2011) e per la mostra “El Otro - El Mismo” che ha inaugurato l’attività della Hernandez Art Gallery (2012), dove la pittura di Ernesto Morales si proponeva di visualizzare la vaporosità della luce all’interno dello scenario paesaggistico di un bosco. I colori, le luminosità, le gradazioni sfumate dell’atmosfera si rispecchiano nella materia stessa dell’olio, nel suo fluido luccicare, nel depositarsi sulla tela della sostanza del colore. Nota biografica
Ernesto Morales nasce nel 1974 a Montevideo (Uruguay) e vive attualmente in Italia a Torino. Dal 2006 lavora tra l’Europa e il Sudamerica.
L’intenso periodo formativo trascorso a Buenos Aires lo porta ad ottenere nel 1999 il titolo di Professore di Pittura e successivamente nel 2005 il Dottorato in Arti Visive presso l’Academia de Bellas Artes. Dal 1999 al 2006 Ernesto Morales ha insegnato Pittura e Storia dell’Arte Latino-Americana presso l’Universidad de Buenos Aires; è stato inoltre Direttore dell’Academia de Bellas Artes della Provincia di Buenos Aires.
Il suo percorso artistico internazionale lo ha portato a realizzare mostre istituzionali e private in Paesi di diversi continenti, tra cui Argentina, Uruguay, Brasile, Mexico, Italia, Francia, Germania, Spagna, e Cina.
Nel 2009 ha realizzato la mostra antologica Ciudad de Memorias presso il Museo di Belle Arti di Buenos Aires che successivamente nel 2010 è stata trasferita alle Scuderie di Palazzo Santa Croce a Roma (IILA, Istituto Italo-Latino Americano ). Nello stesso 2010 in occasione della sua mostra personale presso il Complesso Monumentale della Commenda di Pre’ a Genova dove ha rappresentato l’Argentina per le celebrazioni del suo Bicentenario, è stato pubblicato il volume monografico “Il Tempo della Distanza” che raccoglie il suo lavoro in Italia. Nel 2011 la Repubblica dell’Uruguay gli ha dedicato una grande mostra presso l’Istituto Cervantes di Roma.
Dal 2000 l’attività artistica di Ernesto Morales è patrocinata dall’Ambasciata Argentina e dall’Ambasciata dell’Uruguay in Italia, dall’Assessorato alla Cultura della Città di Buenos Aires, dal Ministero degli Esteri Argentino e dall’Istituto Italiano di Cultura della città di Buenos Aires.
L’ultimo ciclo di opere dell’artista intende riflettere sull’idea del tempo successivo e del tempo simultaneo attraverso il ricorso all’immagine delle nuvole e delle costellazioni. Originariamente il termine “nebulosa” (dal latino nebula, nuvola) è stato utilizzato per indicare una qualsiasi forma astronomica di grandi dimensioni di natura né stellare né planetaria, quindi comprensiva sia delle nubi in senso meteorologico che delle costellazioni.
Per loro stessa natura, le nuvole sono infatti ambivalenti, tendono a comprendere i presunti opposti. Le nuvole sono un elemento insieme celeste e terrestre, materiale e simbolico, metaforico e reale. Esse nascondono e rivelano, sono immateriali ed evanescenti, possono assumere qualsiasi forma e, contemporaneamente, non incarnarne nessuna, emblema dell’impermanenza delle cose e dell’ incessante divenire del tempo. Le nuvole diventano così metafora della struttura logico-simbolica del pensiero e della trascrizione del reale in un segno immaginale.
A Ernesto Morales interessa costruire ambiguità, polivalenza e stratificazioni: dietro l’apparente convenzionalità di un cielo con nuvole o di una costellazione luminosa si nasconde uno spazio complesso, metaforicamente stratificato, come è quello mnemonico della dimensione mentale.
Il riferimento nel titolo della mostra alla formula oraziana “Ut pictura poesis”, base fondamentale per i successivi studi sull’estetica, con il suo paragone dell’arte con la letteratura, considera il linguaggio pittorico dal punto di vista strutturale e immanente perché, come afferma un altro grande artista come Gerhard Richter, il discorso della “pittura riguarda sempre la pittura”. L’artista in questo modo rompe con l’idea illusionistica di rappresentazione, e mette in scena il concetto di pittura stessa, pura, evidente nelle pennellate di colore che colano sulla superficie della tela.
Anche la scelta di realizzare dei dittici, dove il quadro principale è affiancato da un elemento a parte, corrisponde alla finalità di proporre una lettura della pittura che continua nello spazio e nel tempo.
In mostra saranno presenti inoltre alcuni lavori realizzati precedentemente per la personale "Mari migranti" al Castello di Rapallo (2011) e per la mostra “El Otro - El Mismo” che ha inaugurato l’attività della Hernandez Art Gallery (2012), dove la pittura di Ernesto Morales si proponeva di visualizzare la vaporosità della luce all’interno dello scenario paesaggistico di un bosco. I colori, le luminosità, le gradazioni sfumate dell’atmosfera si rispecchiano nella materia stessa dell’olio, nel suo fluido luccicare, nel depositarsi sulla tela della sostanza del colore. Nota biografica
Ernesto Morales nasce nel 1974 a Montevideo (Uruguay) e vive attualmente in Italia a Torino. Dal 2006 lavora tra l’Europa e il Sudamerica.
L’intenso periodo formativo trascorso a Buenos Aires lo porta ad ottenere nel 1999 il titolo di Professore di Pittura e successivamente nel 2005 il Dottorato in Arti Visive presso l’Academia de Bellas Artes. Dal 1999 al 2006 Ernesto Morales ha insegnato Pittura e Storia dell’Arte Latino-Americana presso l’Universidad de Buenos Aires; è stato inoltre Direttore dell’Academia de Bellas Artes della Provincia di Buenos Aires.
Il suo percorso artistico internazionale lo ha portato a realizzare mostre istituzionali e private in Paesi di diversi continenti, tra cui Argentina, Uruguay, Brasile, Mexico, Italia, Francia, Germania, Spagna, e Cina.
Nel 2009 ha realizzato la mostra antologica Ciudad de Memorias presso il Museo di Belle Arti di Buenos Aires che successivamente nel 2010 è stata trasferita alle Scuderie di Palazzo Santa Croce a Roma (IILA, Istituto Italo-Latino Americano ). Nello stesso 2010 in occasione della sua mostra personale presso il Complesso Monumentale della Commenda di Pre’ a Genova dove ha rappresentato l’Argentina per le celebrazioni del suo Bicentenario, è stato pubblicato il volume monografico “Il Tempo della Distanza” che raccoglie il suo lavoro in Italia. Nel 2011 la Repubblica dell’Uruguay gli ha dedicato una grande mostra presso l’Istituto Cervantes di Roma.
Dal 2000 l’attività artistica di Ernesto Morales è patrocinata dall’Ambasciata Argentina e dall’Ambasciata dell’Uruguay in Italia, dall’Assessorato alla Cultura della Città di Buenos Aires, dal Ministero degli Esteri Argentino e dall’Istituto Italiano di Cultura della città di Buenos Aires.
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