Finite Rants
Dal 25 Giugno 2020 al 25 Giugno 2020
Milano
Luogo: Sito web Fondazione Prada
Indirizzo: online
Curatori: Luigi Alberto Cippini, Niccolò Gravina
Sito ufficiale: http://www.fondazioneprada.org
Fondazione Prada presenta dal 25 giugno 2020 sul proprio sito web e sulle piattaforme social il progetto online “Finite Rants” curato da Luigi Alberto Cippini e Niccolò Gravina. “Finite Rants” è costituito da una serie di 8 saggi visuali proposti a ritmo mensile e commissionati da Fondazione Prada a cineasti, artisti, intellettuali e studiosi. I primi autori coinvolti sono il regista e scrittore tedesco Alexander Kluge, il fotografo giapponese Satoshi Fujiwara, il regista francese Betrand Bonello e l’economista svizzero Christian Marazzi.
Come sostiene il regista d’avanguardia Hans Richter nel 1940, il film o video saggio è una forma espressiva capace di creare “immagini per nozioni mentali” e di “ritrarre concetti”. Partendo dalle idee di Richter, alcuni teorici successivi individuano dei tratti specifici nel video essay, come la libertà creativa, la complessità, la riflessività, l’attraversamento dei generi cinematografici e la trasgressione delle convenzioni linguistiche. “Finite Rants” intende testare la versatilità del saggio visuale nell’esprimere il pensiero attraverso le immagini e dimostrare la sua attualità nella produzione visiva contemporanea. Secondo i due curatori, “il progetto approfondisce le intuizioni di Richter partendo dal presupposto che, a causa della naturale condizione evolutiva del fatto cinematografico e della sua contaminazione con forme di informazione, materiale visuale e distribuzione capillare dei supporti di Image Capture, oggi sia più che mai necessario ricercare ciò che si può definire come Formatless Dogma, a supporto di una produzione visuale senza restrizioni.”
Le radici estetiche e teoriche di “Finite Rants” sono rintracciabili nell’opera La Jetée (1962) dell’autore francese Chris Marker. Definita dal suo creatore “photo-roman”, La Jetée è descritta dalla voce narrante presente nel cortometraggio come “la storia di un uomo ossessionato da un’immagine della sua infanzia”. Secondo lo scrittore J.G. Ballard, “questo film strano e poetico, un misto di fantascienza, favola psicologica e fotomontaggio, crea nei suoi modi peculiari una serie di immagini bizzarre dei paesaggi interiori del tempo”. Gli autori di “Finite Rants” sono quindi stimolati a confrontarsi con un modello radicale di sperimentazione cinematografica come La Jetée, un racconto frammentario e dispersivo, costituito da un’unica breve sequenza filmica e una successione di fotogrammi statici, che mette in discussione l’idea stessa di cinema, inteso come un insieme di immagini in movimento.
A seguito di un processo di collaborazione creativa tra gli autori e Fondazione Prada, i contributi visivi ospitati in “Finite Rants” analizzano questioni sociali, politiche e culturali emerse nel nostro presente e normalmente affrontate dai mezzi d’informazione con un approccio documentaristico. Attraverso la realizzazione, il montaggio e la post-produzione di immagini e materiali visivi grezzi, eterogenei e di diversa provenienza, gli autori sono in grado di esprimere visioni e poetiche personali che coinvolgono lo spettatore in un ruolo attivo e riflessivo. “Finite Rants” si inserisce in un momento storico di crisi dell’industria cinematografica tradizionale e di proliferazione di strumenti digitali che registrano il reale con uno sguardo apparentemente neutro e meccanico. Questo progetto si interroga sulle attuali dinamiche di produzione, distribuzione e ricezione delle immagini, tentando di inventare nuovi modi di scrivere o riscrivere la realtà da una prospettiva soggettiva e volutamente parziale, praticando un genere marginale e ibrido come il video essay.
Seguendo un metodo che gli autori paragonano a un processo alchemico, Satoshi Fujiwara e Alexander Kluge, con il loro saggio visuale Warewolves Playoffs, attivano una sperimentazione che supera i confini esistenti tra cinema e fotografia. Azioni di aggressione, isolamento e accumulazione delle immagini creano una nuova narrativa che investe le nozioni di tempo, velocità e trasformazione. In opposizione all’opera di Marker, dove la potenza della memoria è fissata nel fotogramma, nel video essay di Fujiwara e Kluge le immagini sono decontestualizzate, decostruite e stratificate per dare vita a un’atmosfera dark estranea agli standard del cinema tradizionale, in un’ottica di collaborazione a distanza che vede il fotografo sperimentale giapponese cimentarsi per la prima volta con il formato video, rielaborando elementi e filmati originali del regista tedesco.
In una personale rilettura della contemporaneità europea, il regista Betrand Bonello rielabora gli ultimi minuti della sua pellicola del 2016 Nocturama che documenta le operazioni logistiche e l’organizzazione di attentati terroristici a Parigi da parte di un gruppo di adolescenti. Il progetto di Bonello si configura come un ideale intervento di sfida ai canoni del cinema d’essai, vero e proprio genere e soglia produttiva dell’industria cinematografica francese. A partire da Où en êtes-vous?, video commissionato dal Centre Pompidou nel 2014 e pensato come una lettera rivolta alla figlia allora undicenne, il regista realizza un nuovo lavoro. Per “Finite Rants” produce un saggio visuale dal titolo Where are you now? (Number 2), alterando la sequenza finale di Nocturama e modificando completamente la colonna sonora, come un remix o una sorta di sound recut, attraverso archivi sonori, nuova musica, silenzi e caos, come se questo video essay fosse una seconda lettera scritta per la figlia ormai diciasettenne.
All’interno di un’immaginaria trasmissione informativa paneuropea, Christian Marazzi affronta temi legati ai risvolti economici, finanziari e sociali dell’attuale emergenza sanitaria, come la gestione dei debiti pubblici e privati, le oscillazioni dei mercati finanziari e i conflitti sociali. Nel suo saggio visuale l’ambientazione, gli interventi visivi e sonori enfatizzano il valore ambivalente del discorso economico, in grado di prevedere e anticipare gli scenari futuri o, all’opposto, di generare possibili errori di valutazione. La variazione continua di queste previsioni innesca nel racconto filmico una riflessione sulla rappresentazione grafica degli andamenti economici e delle relative metodologie di lettura dei dati, capaci di influenzare il dibattito economico e le scelte politiche.
Alexander Kluge, nato nel 1932 a Halberstadt in Germania, è un regista e autore letterario. Originariamente formatosi come avvocato, il suo corpus di opere può essere considerato come una continuazione, attraverso le parole e le immagini in movimento, della Teoria critica della Scuola di Francoforte. Il suo primo lungometraggio Abschied von Gestern (La ragazza senza storia) ha vinto il Leone d'Argento alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1966, la prima opera tedesca dal 1945 a ricevere questo riconoscimento. Nel 1968 Kluge ha ottenuto il Leone d’oro con Artisten in der Zirkuskuppel: ratlos (Artisti sotto la tenda del circo: perplessi) e nel 1982 il Leone d’oro alla carriera per la sua attività cinematografica. La sua filmografia include tra gli altri: Gelegenheitsarbeit einer Sklavin (Le occupazioni occasionali di una schiava, 1973), In Gefahr und größter Not bringt der Mittelweg den Tod (In Danger and Deep Distress, the Middle Way Spells Certain Death, 1974), Deutschland im Herbst (Germania in autunno, 1978), Die Patriotin (1979), Die Macht der Gefühle (La forza dei sentimenti,1983), Der Angriff der Gegenwart auf die übrige Zeit (The Blind Director, 1986). Nel 1987 Kluge ha fondato la casa di produzione DCTP (Development Company for Television Program), procurandosi lo spazio di diffusione per le proprie produzioni culturali e i programmi di altri produttori televisivi indipendenti per i canali commerciali RTL e Sat.1. Nel 2008 Kluge ha presentato un lavoro di quasi nove ore dal titolo Nachrichten aus der ideologischen Antike: Marx/Eisenstein/Das Kapital, una reinvenzione del progetto incompiuto di Eisenstein di filmare Il Capitale di Karl Marx. Tra le principali opere di critica sociale di Alexander Kluge figurano Öffentlichkeit und Erfahrung (1972), Geschichte und Eigensinn (1981), entrambi scritte in collaborazione con Oskar Negt. Ha recentemente pubblicato Russland Kontainer e Trotzdem (insieme a Ferdinand von Schirach), entrambi nel 2020, e ha un libro di prossima pubblicazione, dal titolo Parsifal Kontainer, con l'artista Georg Baselitz. Tra le sue mostre più importanti vanno citate: “The Boat is Leaking. The Captain Lied.” (Fondazione Prada, Venezia, 2017) e “Pluriversum” (Museum Folkwang, Essen, 2017 e Belvedere Haus 21, Vienna, 2018). Nel 2018 la Fondation Vincent Van Gogh di Arles ha presentato la mostra “James Ensor & Alexander Kluge: Dark Centuries”. Recentemente ha esposto alla Kunsthalle Weishaupt di Ulm “The Power of Music. Opera: The Temple of Seriousness” e alla Württembergischer Kunstverein di Stoccarda “The Thin Ice of Civilisation. Opera: The Temple of Seriousness”.
Satoshi Fujiwara, nato nel 1984 a Kobe in Giappone, ha studiato design e comunicazione visiva alla Osaka University of Arts e ha lavorato come graphic designer a Tokyo. Nel 2012 si è trasferito a Berlino, dove ha iniziato a praticare la fotografia da autodidatta. Ha vinto il Japan Photo Award 2014. Nel 2016 ha collaborato al progetto Deutsche Oper Berlin, per il quale la sua serie fotografica “Code Unknown” è stata utilizzata per billboard e affissioni pubbliche a Berlino e una selezione di suoi lavori esposta all’interno della Deutsche Oper Berlin stessa. Dal 2015 ha tenuto numerose mostre collettive e personali, tra le quali “New Portrait” (Barcellona, 2016), “Facing The Future” (Berlino, 2016), “#R” (Berlino, 2016) e “Beyond 2020”, a cura di Japanese Photographers #3 (Parigi, Tokyo, 2015). Ha inoltre partecipato ad alcuni importanti festival e fiere di fotografia internazionali come Photo London (Londra, 2016), Paris Photo (Parigi, 2016), Unseen Photo Fair (selezionato nella shortlist di “Outset - Unseen Exhibition Fund”, Amsterdam, 2015), Kyotographie (Kyoto, 2017) e Organ Vida - International Photography Festival (Belgrado, Serbia, 2016). Nel 2017 una mostra antologica dedicata al suo lavoro dal titolo “EU” è stata presentata negli spazi di Osservatorio Fondazione Prada a Milano. Attualmente vive e lavora a Berlino.
Bertrand Bonello è nato a Nizza in Francia nel 1968. Ha intrapreso una carriera musicale, collaborando agli album di diversi artisti, e in seguito si è dedicato al cinema e alla regia. Nel 1996 dirige Qui je suis – d’après Pier Paolo Pasolini, un breve documentario tratto da un poema in prosa autobiografico di Pasolini. Il suo primo lungometraggio, Quelque chose d’organique è presentato al Festival internazionale del cinema di Berlino nel 1998. Il film successivo, Le Pornographe (2001), è incluso alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes e vince il premio FIPRESCI. Nel 2003, Tiresia è selezionato per la sezione ufficiale del Festival di Cannes. Dirige poi De la guerre (De la guerre - Della guerra), presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes nel 2008. Tre anni dopo, il suo lungometraggio L’Apollonide – Souvenirs de la maison close è presentato in concorso al Festival di Cannes. Lodato dalla critica, riceve otto candidature per il Premio César. Nel 2014 realizza Saint Laurent, selezionato al Festival di Cannes. Il film rappresenta la Francia agli Oscar e riceve dieci candidature per i César. Nello stesso anno, il Centre Pompidou di Parigi dedica una rassegna cinematografica al suo lavoro. In seguito Bonello pubblica un album musicale, Accidents (2014). Inoltre, recita come attore protagonista nel film di Antoine Barraud Le Dos rouge (2014). Allo stesso tempo, continua a dirigere video musicali e cortometraggi come Cindy, The Doll is Mine (2005) con Asia Argento, selezionato al Festival di Cannes, My New Picture (2007), Where The Boys Are (2010), Ingrid Caven, Musique et voix (2012) presentato al Festival di Locarno, e Sarah Winchester, Opéra Fantôme (2016) per il 3rd Stage, il progetto digitale dell’Opéra di Parigi. Nel 2016 Bonello realizza Nocturama, il suo settimo lungometraggio, mentre nel 2019 presenta il suo ultimo film, Zombi Child, girato in Francia e ad Haiti.
Christian Marazzi, nato nel 1951 a Lugano in Svizzera, è un economista e docente universitario. Dopo aver insegnato all'Università di Padova, alla State University di New York e alle Università di Losanna e Ginevra, è diventato professore presso la Scuola Universitaria professionale della Svizzera Italiana. Tra i suoi libri: Il posto dei calzini (Bollati Boringhieri, 1999), E il denaro va (Bollati Boringhieri, 1998), Capitale e Linguaggio. Dalla New Economy all’economia di guerra (Derive e Approdi, 2002), Finanza bruciata (Casagrande 2009). Ha svolto attività di economista e ricercatore presso il Dipartimento degli Affari sociali della Repubblica del Cantone Ticino. Ha svolto attività politica come indipendente di sinistra ed è stato membro della Commissione federale per le questioni femminili.
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