Francesca Ferreri. The Inbetweeners
Dal 02 Dicembre 2012 al 09 Febbraio 2013
Monza | Milano
Luogo: Villa contemporanea
Indirizzo: via Bergamo 20
Orari: da martedì a sabato 15-19 e su appuntamento
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 039 384963
E-Mail info: info@villacontemporanea.it
Sito ufficiale: http://villacontemporanea.it
Francesca, alla sua prima mostra personale presso Villa Contemporanea, presenta un progetto che amplia e prosegue la sua ricerca sui meccanismi che regolano la mente, indagando il ruolo che il sentimento investe in tutti i processi cognitivi. Partendo dallo studio del saggio “Il Sé viene alla mente”, di Antonio Damasio (uno dei maggiori neuroscienziati a livello mondiale), Francesca analizza il processo di elaborazione delle immagini e la relazione tra percezione e rappresentazione che unitamente alla memoria, alle emozioni, ai sentimenti primordiali (il piacere e il dolore) e all’esperienza, contribuiscono alla costruzione dell’identità individuale. Secondo Damasio la mente umana prende in considerazione il peso emotivo che deriva dalle nostre precedenti esperienze, fornendoci una risposta sotto forma di sensazione viscerale. Le emozioni e i sentimenti spesso sono in grado di condizionare fortemente, e a nostra insaputa, le nostre convinzioni e le nostre scelte. Mente, cervello e corpo sono in stretta relazione tra loro; il cervello non può quindi essere studiato senza tener conto dell’organismo a cui appartiene e dei suoi rapporti con l’ambiente.
Il sentimento, stato della mente, e l’emozione, stato del corpo, giocano un ruolo fondamentale nel processo decisionale. La scelta non è quindi una fredda valutazione razionale dei vantaggi e degli svantaggi, ma è elaborata dall'emozione ed è finalizzata al raggiungimento di un equilibrio e al mantenimento di uno stato di benessere per l'individuo. Di fronte alle alternative possibili dunque, l'uomo opera le proprie scelte in base alle esperienze precedenti e al grado di successo o fallimento che queste hanno determinato e vengono archiviate tramite i cosiddetti marcatori somatici. Essi sono ciò che unisce all'esperienza l'emozione provata permettendole in futuro di identificarla.
L'intero processo creativo che sottende le opere in mostra (una videoanimazione, alcuni disegni e due sculture) si fonda sull'utilizzo di un segmento della procedura di animazione tradizionale: l'intercalazione o inbetweening. Nell’animazione, gli animatori sono gli artisti incaricati di produrre i disegni fondamentali di un cartone animato, mentre i disegnatori che producono le intercalazioni sono detti intercalatori o inbetweeners. Nel linguaggio colloquiale inglese per inbetweener s'intende anche l'individuo che si pone fra due estremi, nel mezzo. L'azione dell'interpolare è stata messa in relazione da Francesca con una delle modalità operative del cervello, che attraverso sistemi di neuroni riproduce immagini. Le immagini così costruite non sono "figure" in se stesse ma "mezzi per ricostituirle". Allo stesso modo disegnare un'intercalazione rappresenta un mezzo per ricostruire una forma presente solo a livello potenziale, nel tentativo di renderla visibile. La mente inoltre, secondo Damasio, funziona principalmente per immagini, riprodotte nel cervello come mappe e queste ultime emergono in stretta prossimità temporale: da un lato l'immagine di un oggetto, e dall'altro l'immagine del proto-sé modificata da quell'oggetto. (il proto-sé è costituito dalle immagini che il cervello crea del corpo di cui è parte, e con cui è in costante riferimento).
Il risultato dell'uso dell'intercalazione come dispositivo utilizzato in chiave ludica si palesa in forme ibride, informi, spesso tendenti all'astrazione. Nella serie dei disegni, Francesca, attingendo al suo archivio personale di immagini, ha intercalato soggetti e oggetti dell'azione, oggetti e membra, azioni e traiettorie, precludendo in questo modo il completo controllo del risultato finale. La scultura in mostra è il risultato di un compromesso fra l'intenzionalità di rivelare una forma, presente nella mente solo come traccia, e la necessità della scultura stessa di trovare un equilibrio strutturale. L'opera segue in un primo momento la traccia, per poi accogliere e incorporare gli accidenti oggettuali che ne modificano la forma.
Francesca Ferreri (Savigliano - CN, 1981) vive e lavora a Torino.
Il sentimento, stato della mente, e l’emozione, stato del corpo, giocano un ruolo fondamentale nel processo decisionale. La scelta non è quindi una fredda valutazione razionale dei vantaggi e degli svantaggi, ma è elaborata dall'emozione ed è finalizzata al raggiungimento di un equilibrio e al mantenimento di uno stato di benessere per l'individuo. Di fronte alle alternative possibili dunque, l'uomo opera le proprie scelte in base alle esperienze precedenti e al grado di successo o fallimento che queste hanno determinato e vengono archiviate tramite i cosiddetti marcatori somatici. Essi sono ciò che unisce all'esperienza l'emozione provata permettendole in futuro di identificarla.
L'intero processo creativo che sottende le opere in mostra (una videoanimazione, alcuni disegni e due sculture) si fonda sull'utilizzo di un segmento della procedura di animazione tradizionale: l'intercalazione o inbetweening. Nell’animazione, gli animatori sono gli artisti incaricati di produrre i disegni fondamentali di un cartone animato, mentre i disegnatori che producono le intercalazioni sono detti intercalatori o inbetweeners. Nel linguaggio colloquiale inglese per inbetweener s'intende anche l'individuo che si pone fra due estremi, nel mezzo. L'azione dell'interpolare è stata messa in relazione da Francesca con una delle modalità operative del cervello, che attraverso sistemi di neuroni riproduce immagini. Le immagini così costruite non sono "figure" in se stesse ma "mezzi per ricostituirle". Allo stesso modo disegnare un'intercalazione rappresenta un mezzo per ricostruire una forma presente solo a livello potenziale, nel tentativo di renderla visibile. La mente inoltre, secondo Damasio, funziona principalmente per immagini, riprodotte nel cervello come mappe e queste ultime emergono in stretta prossimità temporale: da un lato l'immagine di un oggetto, e dall'altro l'immagine del proto-sé modificata da quell'oggetto. (il proto-sé è costituito dalle immagini che il cervello crea del corpo di cui è parte, e con cui è in costante riferimento).
Il risultato dell'uso dell'intercalazione come dispositivo utilizzato in chiave ludica si palesa in forme ibride, informi, spesso tendenti all'astrazione. Nella serie dei disegni, Francesca, attingendo al suo archivio personale di immagini, ha intercalato soggetti e oggetti dell'azione, oggetti e membra, azioni e traiettorie, precludendo in questo modo il completo controllo del risultato finale. La scultura in mostra è il risultato di un compromesso fra l'intenzionalità di rivelare una forma, presente nella mente solo come traccia, e la necessità della scultura stessa di trovare un equilibrio strutturale. L'opera segue in un primo momento la traccia, per poi accogliere e incorporare gli accidenti oggettuali che ne modificano la forma.
Francesca Ferreri (Savigliano - CN, 1981) vive e lavora a Torino.
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