Giovanni Agostino da Lodi
Giovanni Agostino da Lodi, Doppio ritratto, Pinacoteca di Brera, Milano
Dal 26 May 2026 al 13 September 2025
Milano
Luogo: Pinacoteca di Brera
Indirizzo: Via Brera 28
Orari: da martedì a domenica 8.30-19.15
Curatori: Maria Cristina Passoni, Cristina Quattrini
Costo del biglietto: intero € 15, ridotto € 10
Sito ufficiale: http://pinacotecabrera.org
Dal 26 maggio al 13 settembre 2026, la Pinacoteca di Brera a Milano ospita la prima mostra mai dedicata a Giovanni Agostino da Lodi, uno degli artisti più originali attivi in Italia nei decenni a cavallo del 1500.
L’esposizione è a cura di Maria Cristina Passoni, Cristina Quattrini; il comitato scientifico è composto da Alessandro Ballarin, Francesco Frangi, Mauro Natale, Maria Cristina Passoni, Cristina Quattrini, Edoardo Rossetti, Marco Tanzi.
La vicenda di questo autore, misteriosa per la scarsità di dati biografici, si svolse tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento, in un quadro di fitte relazioni artistiche fra Milano e Venezia.
È un percorso che si ricostruisce soprattutto per via stilistica, attraverso i confronti con i grandi maestri che Giovanni Agostino poté osservare rielaborandone le influenze in modo assolutamente personale: Bramantino e Leonardo sul versante milanese, Alvise Vivarini, Giovanni Bellini, Boccaccio Boccaccino, Giorgione e Albrecht Dürer su quello veneziano, artisti dei quali saranno presenti in mostra varie opere con prestiti dall’Italia e dall’estero.
Pittore raffinato e bizzarro, Giovanni Agostino riemerse negli studi all’inizio del Novecento, dapprima con il nome convenzionale di Pseudo Boccaccino coniato da Wilhelm von Bode, che nel 1900 gli restituì varie opere precedentemente riferite al cremonese Boccaccio Boccaccino. Nonostante la firma nel cosiddetto Doppio ritratto di Brera, reso noto nel 1912 da Francesco Malaguzzi Valeri, la sua si rivelò una vicenda critica a lungo controversa, fino al riconoscimento della sua statura sancito da ricerche della fine del secolo scorso.
La sua formazione avviene presumibilmente a Milano fra la fine del nono e l’ultimo decennio del Quattrocento, a contatto con Bramante e Bramantino per proseguire a Venezia dove vede la luce la prima opera documentata, la pala per l’altare della fraglia dei barcaioli nella chiesa di San Cristoforo della Pace a Murano, ora in San Pietro Martire, realizzata dopo il 25 marzo 1492.
Durante il primo decennio del Cinquecento l’aggiornamento su Leonardo — evidente anche nella tecnica dei rari disegni — fa pensare che sia occasionalmente tornato in patria, al tempo stesso è uno dei pittori più profondamente toccati dal secondo soggiorno veneziano di Dürerfra il 1505 e il 1507. Nel 1510 e nel 1511 Giovanni Agostino da Lodi è documentato a Milano, dove sembra risiedere in modo stabile e dove, nonostante le poche notizie e le poche opere, pare godere di un certo prestigio, lavorando per cantieri artistici di primo piano come la chiesa di Santa Maria della Pace e la Certosa di Pavia. In quest’ultima fase il suo stile si fa più monumentale e si avvicina alle opere coeve di Bramantino e al leonardismo di Marco d’Oggiono.
Scopo della mostra è presentare al pubblico un artista finora conosciuto e amato soprattutto dagli addetti ai lavori, contestualizzando la sua opera in un momento chiave del Rinascimento in Italia settentrionale
L’esposizione è a cura di Maria Cristina Passoni, Cristina Quattrini; il comitato scientifico è composto da Alessandro Ballarin, Francesco Frangi, Mauro Natale, Maria Cristina Passoni, Cristina Quattrini, Edoardo Rossetti, Marco Tanzi.
La vicenda di questo autore, misteriosa per la scarsità di dati biografici, si svolse tra la fine del Quattrocento e i primi anni del Cinquecento, in un quadro di fitte relazioni artistiche fra Milano e Venezia.
È un percorso che si ricostruisce soprattutto per via stilistica, attraverso i confronti con i grandi maestri che Giovanni Agostino poté osservare rielaborandone le influenze in modo assolutamente personale: Bramantino e Leonardo sul versante milanese, Alvise Vivarini, Giovanni Bellini, Boccaccio Boccaccino, Giorgione e Albrecht Dürer su quello veneziano, artisti dei quali saranno presenti in mostra varie opere con prestiti dall’Italia e dall’estero.
Pittore raffinato e bizzarro, Giovanni Agostino riemerse negli studi all’inizio del Novecento, dapprima con il nome convenzionale di Pseudo Boccaccino coniato da Wilhelm von Bode, che nel 1900 gli restituì varie opere precedentemente riferite al cremonese Boccaccio Boccaccino. Nonostante la firma nel cosiddetto Doppio ritratto di Brera, reso noto nel 1912 da Francesco Malaguzzi Valeri, la sua si rivelò una vicenda critica a lungo controversa, fino al riconoscimento della sua statura sancito da ricerche della fine del secolo scorso.
La sua formazione avviene presumibilmente a Milano fra la fine del nono e l’ultimo decennio del Quattrocento, a contatto con Bramante e Bramantino per proseguire a Venezia dove vede la luce la prima opera documentata, la pala per l’altare della fraglia dei barcaioli nella chiesa di San Cristoforo della Pace a Murano, ora in San Pietro Martire, realizzata dopo il 25 marzo 1492.
Durante il primo decennio del Cinquecento l’aggiornamento su Leonardo — evidente anche nella tecnica dei rari disegni — fa pensare che sia occasionalmente tornato in patria, al tempo stesso è uno dei pittori più profondamente toccati dal secondo soggiorno veneziano di Dürerfra il 1505 e il 1507. Nel 1510 e nel 1511 Giovanni Agostino da Lodi è documentato a Milano, dove sembra risiedere in modo stabile e dove, nonostante le poche notizie e le poche opere, pare godere di un certo prestigio, lavorando per cantieri artistici di primo piano come la chiesa di Santa Maria della Pace e la Certosa di Pavia. In quest’ultima fase il suo stile si fa più monumentale e si avvicina alle opere coeve di Bramantino e al leonardismo di Marco d’Oggiono.
Scopo della mostra è presentare al pubblico un artista finora conosciuto e amato soprattutto dagli addetti ai lavori, contestualizzando la sua opera in un momento chiave del Rinascimento in Italia settentrionale
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