Giuliana Cunéaz. La grammatica delle forme
Giuliana Cunéaz, Matter waves chrome, 2014-2016, animazione 3D, videoinstallazione
Dal 2 February 2017 al 28 February 2017
Milano
Luogo: Studio Museo Francesco Messina
Indirizzo: via San Sisto 4/A
Orari: da martedì a domenica 10-18
Curatori: Angela Madesani
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 86453005
E-Mail info: c.museomessina@comune.milano.it
Lo Studio Museo Francesco Messina, nel cuore di Milano, ospita fino al 28 febbraio la mostra "La grammatica delle forme" di Giuliana Cunéaz, a cura di Angela Madesani.
L'esposizione, ideata specificatamente per gli spazi del museo, l'antica chiesa sconsacrata di San Sisto, è un omaggio alla poesia di Francesco Messina. La scrittura, del resto, ha sempre accompagnato il percorso plastico dello scultore siciliano le cui liriche I tigli del parco, pubblicate nel 1965, si avvalsero di una introduzione redatta dall'amico Salvatore Quasimodo.
Giuliana Cunéaz spiega: "Nei versi di Messina ho trovato motivi di profonda aderenza con la mia ricerca intrisa di forme mutevoli e cangianti, di immagini in continuo divenire dove il complesso mondo della materia si intreccia alla sua stessa sublimazione". Da questa sintonia sono nati i tre interventi inediti dell'artista, ognuno ispirato ad una poesia del grande artista e dedicato ai luoghi che ne raccontano il vissuto.
Nei lavori di Giuliana Cunéaz l'uso del 3D e della tecnologia più sofisticata si armonizzano con i temi trattati nelle liriche di Messina, creando un dialogo inedito tra parola e forma. Ne scaturisce una visione intima, che consente a ciascuno di entrare in contatto con l'aspetto imperscrutabile delle cose. A tale proposito Angela Madesani scrive nel testo in catalogo: "L'incontro tra la tecnologia, utilizzata da Cunéaz, e la poesia di Messina parrebbe un ossimoro. In realtà il dialogo è perfettamente equilibrato, riferimento ad una dimensione che va oltre un preciso tempo storico, a una localizzazione realmente geografica. Il rimando è, infatti, a una presunta quanto auspicata classicità". Questa considerazione trova conferma nella videoinstallazione in 3D Matter waves chrome nella quale le onde, con il loro respiro, sembrano depositare sul terreno oggetti misteriosi o reperti archeologici dai colori vivaci e in continua metamorfosi. Perfetto appare il contrappunto di Messina che scriveva "...dagli scogli il mare esplode...oltre le case, oltre la notte un sepolcro di reliquie affiora".
La poesia Linguaglossa ha ispirato invece la realizzazione di un lavoro sulla genesi delle forme, mentre una delle liriche più famose di Messina, I tigli del parco, ha mosso Giuliana Cunéaz verso la progettazione di un'installazione alta oltre nove metri, collocata sulla vetrata principale dell'antica chiesa dove attraverso un materiale traslucido, rievocazione della pittura monumentale, l'artista ha ideato una sequenza di nanostrutture nella quale si potrebbero riconoscere i tigli descritti da Messina.
Giuliana Cunéaz nata ad Aosta nel 1959, vive e lavora a Milano. Utilizza tutti i media artistici, dalla videoinstallazione alla scultura, dalla fotografia alla pittura sino agli schermi dipinti. Dall'inizio degli anni Novanta inizia un'indagine dove la ricerca plastica si coniuga con le sperimentazioni video.
Nel 2004 il 3D entra, a pieno titolo, a far parte della sua indagine e l'artista acquisisce gli elementi tratti dal mondo della scienza e della nanoscienza per modificarli sino a creare un paesaggio virtuale che interagisce con i dati naturali. Giuliana Cunéaz ha iniziato ad esporre in importanti spazi pubblici e privati italiani e stranieri dall'inizio degli anni Novanta. Ha partecipato, tra l'altro, alla Biennale di San Paolo in Brasile, a Tina B. Festival di Praga, alla Biennale di Siviglia Youniverse, ad Anteprima Torino nell'ambito della Quadriennale di Roma e alla Biennale Internazionale Project Daejeon. Molti sono i luoghi che hanno ospitato le sue opere, dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, al museo Pecci di Prato, dal Castello Gamba, a Gallerie d'Italia, sino alla Fondazione Burri di Città di Castello e al museo Marino Marini di Pistoia.
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