Inflected Objects #1. Abstraction
![](http://www.arte.it/foto/600x450/fd/33599-mi.jpg)
Dal 15 Maggio 2015 al 13 Giugno 2015
Milano
Luogo: Istituto Svizzero
Indirizzo: via Vecchio Politecnico 3
Curatori: Melanie Bühler
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 76016118
E-Mail info: milano@istitutosvizzero.it
Sito ufficiale: http://www.istitutosvizzero.it
L’Istituto Svizzero a Milano presenta la mostra collettiva Inflected Objects #1: Abstraction, primo capitolo di una riflessione sul digitale e le sue conseguenze sulla produzione artistica, a cura di Melanie Bühler, fondatrice e curatrice di Lunch Bytes*, e Valerio Mannucci, co-fondatore e co-direttore di NERO.
Inflected Objects #1: Abstraction parte dall’assunto che non è più possibile parlare di un dominio digitale in quanto tale: “the digital has escaped the box”, per citare l’architetto e scrittore Keller Easterling. I processi computazionali, per loro natura astratti, penetrano in modo crescente nel tessuto sociale ed economico contemporaneo. Il digitale non può più essere considerato un medium specifico, con i suoi meccanismi e la sua estetica, piuttosto è oggi una forza pervasiva che conforma la realtà materiale degli oggetti e la loro rappresentazione. Come risultato, molti degli artisti che riflettono sulla cultura digitale, si concentrano sempre più sugli oggetti fisici e sulla loro natura ibrida, come nel caso dei sei artisti in mostra: Philippe Decrauzat (CH), Harm van den Dorpel (NL), Katharina Fengler (D/CH), Femke Herregraven (NL), Lars Holdhus (N) e Pierre Lumineau (CH).
Con la digitalizzazione dei sistemi, il mondo si dota di infrastrutture di calcolo che lavorano nell’ombra; dipendiamo da procedimenti astratti per far volare i nostri aerei, far funzionare i semafori e determinare il valore del denaro nei nostri conti bancari, in un tessuto iper-capitalista, controllato da poche corporations che capitalizzano i contenuti e i dati generati da chi usa i loro strumenti. In questo senso, il digitale e le sue espressioni artistiche presentano un alto livello di astrazione, che non è quindi di carattere formale, ma risultato di un più ampio processo economico, politico e tecnologico. “L’astrazione si palesa in Sbarre, Corpi, Griglie, Bastoni, Loops e in Ragionamento automatico” scrive Pierre Lumineau nel testo che contribuisce alla mostra. I sei artisti di Inflected Objects #1: Abstraction si cimentano con la digitalizzazione del sociale e l’impiego di algoritmi che si traducono in opere attraverso processi meccanici, matematici e installativi.
La mostra nello spazio dell’Istituto Svizzero a Milano è accompagnata da un sito web che funziona come ideale estensione della mostra e che farà da piattaforma per i successivi capitoli del progetto. A partire dal giorno di inaugurazione saranno presentati online i lavori di Harm van den Dorpel, Lars Holdhus e Sophie Jung.
Inflected Objects #1: Abstraction parte dall’assunto che non è più possibile parlare di un dominio digitale in quanto tale: “the digital has escaped the box”, per citare l’architetto e scrittore Keller Easterling. I processi computazionali, per loro natura astratti, penetrano in modo crescente nel tessuto sociale ed economico contemporaneo. Il digitale non può più essere considerato un medium specifico, con i suoi meccanismi e la sua estetica, piuttosto è oggi una forza pervasiva che conforma la realtà materiale degli oggetti e la loro rappresentazione. Come risultato, molti degli artisti che riflettono sulla cultura digitale, si concentrano sempre più sugli oggetti fisici e sulla loro natura ibrida, come nel caso dei sei artisti in mostra: Philippe Decrauzat (CH), Harm van den Dorpel (NL), Katharina Fengler (D/CH), Femke Herregraven (NL), Lars Holdhus (N) e Pierre Lumineau (CH).
Con la digitalizzazione dei sistemi, il mondo si dota di infrastrutture di calcolo che lavorano nell’ombra; dipendiamo da procedimenti astratti per far volare i nostri aerei, far funzionare i semafori e determinare il valore del denaro nei nostri conti bancari, in un tessuto iper-capitalista, controllato da poche corporations che capitalizzano i contenuti e i dati generati da chi usa i loro strumenti. In questo senso, il digitale e le sue espressioni artistiche presentano un alto livello di astrazione, che non è quindi di carattere formale, ma risultato di un più ampio processo economico, politico e tecnologico. “L’astrazione si palesa in Sbarre, Corpi, Griglie, Bastoni, Loops e in Ragionamento automatico” scrive Pierre Lumineau nel testo che contribuisce alla mostra. I sei artisti di Inflected Objects #1: Abstraction si cimentano con la digitalizzazione del sociale e l’impiego di algoritmi che si traducono in opere attraverso processi meccanici, matematici e installativi.
La mostra nello spazio dell’Istituto Svizzero a Milano è accompagnata da un sito web che funziona come ideale estensione della mostra e che farà da piattaforma per i successivi capitoli del progetto. A partire dal giorno di inaugurazione saranno presentati online i lavori di Harm van den Dorpel, Lars Holdhus e Sophie Jung.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
istituto svizzero ·
philippe decrauzat ch ·
harm van den dorpel nl ·
katharina fengler d ch ·
femke herregraven nl ·
lars holdhus n e pierre lumineau ch
COMMENTI
![](/public/img/mostre_su.png)
-
Dal 27 giugno 2024 al 06 giugno 2025 Torino | Gallerie d’Italia – Torino
Antonio Biasiucci. Arca
-
Dal 28 giugno 2024 al 13 ottobre 2024 Venezia | Palazzo Cini
Eleonora Duse mito contemporaneo
-
Dal 26 giugno 2024 al 22 settembre 2024 Siena | Santa Maria della Scala
Nino Migliori. LUMEN. Fonte Gaia
-
Dal 25 giugno 2024 al 01 settembre 2024 Roma | Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
Luigi Bartolini incisore
-
Dal 25 giugno 2024 al 08 settembre 2024 Genova | Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
Presenze dell’arte svizzera nella collezione del Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce
-
Dal 22 giugno 2024 al 20 ottobre 2024 Firenze | Museo Novecento e Museo degli Innocenti
Louise Bourgeois In Florence