Invernomuto
Dal 23 Ottobre 2014 al 29 Novembre 2014
Milano
Luogo: Marsèlleria
Indirizzo: via Paullo 12/a
Orari: da lunedì a venerdì 10-13 / 14-18; sabato e domenica su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 02 76394920
E-Mail info: info@marselleria.com
Sito ufficiale: http://www.marselleria.org
Marsèlleria è lieta di presentare, da giovedì 23 ottobre a sabato 29 novembre 2014, una mostra personale del duo artistico Invernomuto.
L’esposizione vuole offrire una vera e propria ricognizione sulla produzione e la ricerca artistica condotta negli ultimi tre anni dal duo composto da Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, ed è concepita come una narrazione-riflessione intorno ai temi che danno origine a un percorso vario e articolato, ma al contempo armonico e coerente.
La mostra illustra tutti gli elementi connotativi del lavoro di Invernomuto, orientato in particolar modo all’indagine sui processi di trasformazione culturale e che nella poetica del duo combina tra loro rituali popolari, simboli folkloristici e di matrice urbana. Il tutto rielaborato attraverso l’impiego di linguaggi eterogenei come immagini in movimento, suono, installazione.
Una poetica complessa quella di Invernomuto, che invade i tre piani della galleria concepiti come tre ambienti distinti, ma tra loro contigui e in dialogo per affinità tematica e di ricerca.
La mostra si articola secondo un percorso che segue una ritmica non cronologica, in cui saranno presentate sculture e opere video, adattate e trasformate per l’occasione agli spazi di Marsèlleria, insieme a una serie di installazioni inedite, appositamente concepite.
Il percorso prende avvio da un punto di accesso allo spazio studiato per il progetto, eccezionalmente ribassato di un piano (-1), con lo scopo di invitare il pubblico a una esplorazione della mostra che proceda verticalmente, dal basso verso l’alto.
Ogni ambiente ha un titolo che corrisponde a un luogo realmente esistente; titoli fortemente evocativi, che introducono il tema e l’atmosfera che vi si incontrerà.
Il ciclo Negus – documentario espanso che traccia una linea immaginaria tra Vernasca (Piacenza), luogo natio di Invernomuto, l’Etiopia e la Giamaica – è l’opera, o forse più precisamente il ciclo di opere, maggiormente presente in mostra. Negus trae origine da un preciso avvenimento storico, risalente all’epoca dell’occupazione italiana in Etiopia: nel 1936 un soldato, ferito, fu costretto a far ritorno a Vernasca. Per festeggiare questo ritorno la comunità organizzò un festoso ma al contempo oscuro rituale, bruciando nella piazza del paese l’effige di Haile Selassie I, ultimo Negus di Etiopia nonché figura messianica secondo il culto rastafariano, sviluppatosi in Giamaica negli anni ’30. Il progetto di Invernomuto segue in partenza una traccia biografica, ma si espande e cresce congiungendo Vernasca, l’Etiopia e la Giamaica, secondo un percorso a due vie: alcuni momenti cruciali del passato coloniale italiano sono posti in relazione con le simbologie della tradizione rastafariana.
Negus è un ciclo in progress, un’opera “continua” che come un filo rosso si snoda lungo un percorso che a tratti conduce la ricerca verso la sua stessa rigenerazione: nato come un progetto filmico, recentemente ha dato vita a una direzione più scultorea e installativa, i lavori di questa nuova fase di Negus sono presentati in mostra a Marsèlleria e sono stati raccolti nella personale “I-Ration” a cura di Emanuele Guidi, presso ar/ge Kunst di Bolzano (2014) e nella collettiva “Glitch. Interferenze tra arte e cinema in Italia” a cura di Davide Giannella, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2014).
Il percorso della mostra si sviluppa verticalmente, dal basso verso l’alto, secondo una successione tematica. Non vi si accede attraverso l’ingresso principale, ma dalla porta del locale delle caldaie che conduce al basement che ospita la prima opera presentata, un’installazione ambientale inedita.
>>> -1 Basement | WONDO GENET
Wondo Genet - ovvero “paradiso terrestre” in amarico – è una località nei pressi di Shashamane, in Etiopia, ed è considerato luogo sacro secondo il culto rastafariano.
Il titolo dell’installazione rimanda all’ideale di Eden ma anche al nome di un rinomato luogo di villeggiatura termale in Etiopia. L’ambiente, interamente avvolto da teli riflettenti, è percorso da una coltre di nebbia bassa, al di sopra della quale sono poste luci per le coltivazioni indoor, un video realizzato da Invernomuto tra Wondo Genet e la comunità di Shashamane e un’installazione sonora.
>>> 0 Piano Terra | RUATORIA
Ruatoria si trova in Australia ed è il punto più a est del globo terrestre, il primo a essere colpito dai raggi solari. Qui vive una comunità rasta/maori che attende la venuta del Messia Haile Selassie I.
Questo ambiente, vivificato da un fascio luminoso, occupa il piano terra di Marsèlleria e assume l’aspetto di un paesaggio popolato da tre sculture che collegano idealmente luoghi tra loro molto distanti.
Sullo sfondo della sala si staglia la scultura Wax, Relax (2011), una grotta in cera destinata a sciogliersi lentamente lungo i giorni della mostra: un monumento di cultura popolare nel quale vi è un riferimento ad una copia della grotta di Lourdes presente nella chiesa di Vernasca. L’opera è dunque un’ulteriore copia, ma privata della sua valenza devozionale, benchè mantenga un forte legame con il rito religioso, rappresentato dal processo di scioglimento. Invernomuto prova a dar vita a un nuovo e lento rituale che è la ri-costruzione di un paesaggio (il paesaggio è un motivo centrale, quasi ossessivo, della loro ricerca). La grotta di paese ha al contempo carattere di rituale ma anche di paesaggio posticcio e dichiaratamente falso, al limite del grottesco. Invernomuto lo accoglie proprio nel suo essere “sfondo”, radicato nell’immaginario collettivo, spogliato dei simboli religiosi che lo connotano. Wax, Relax - nella sua consistenza di cera - il materiale che può generare “copie” infinite - è un lavoro sul concetto di copia: la copia di una copia, di una copia di una grotta di Lourdes.
In Zion, Paesaggio (2014) Invernomuto sonda il campo della memoria e i processi di ibridazione. L’opera riproduce un monumento a forma di scala che l’esercito italiano collocò ad Addis Abeba di fronte alla residenza imperiale durante la campagna coloniale fascista. In seguito alla sconfitta degli occupanti, l’ultimo imperatore d’Etiopia compie un’operazione concettuale: i quattordici gradini che indicavano gli anni d’impero del regime furono ridotti a piedistallo per ospitare una scultura raffigurante un piccolo leone, figura simbolo dell’Etiopia. Invernomuto sottolinea questo gesto di riappropriazione collocando una pianta rampicante sul supporto della scala e giocando con la percezione dell’esotico.
Motherland (2014) è una scultura inedita, in dialogo con Zion, Paesaggio. Un monitor LCD posto sul pavimento diventa il piedistallo per una copia del leone originariamente collocato sulla scala eretta dal regime fascista ad Addis Abeba. Nel monitor scorre un video realizzato da Invernomuto al National Museum di Addis Abeba, che conserva Lucy, il più antico esemplare di ominide.
Movimenti Versus l’Altro (2014) è un collage ottenuto dalla sovrapposizione di tre foulard originali: quello utilizzato dagli italiani in Africa Orientale Italiana, quello del tour operator Club Med e quello di Norwegian Caribbean Lines, un’azienda norvegese che organizza crociere tra l’Europa e i Caraibi, la Giamaica in particolare.
>>> 1 Primo Piano | BLACK ARK
Black Ark è il nome dello studio di registrazione fondato a Kingston, Giamaica dal produttore dub/reggae Lee “Scratch” Perry, incendiato dallo stesso Perry nel 1984, come atto di purificazione.
Il primo piano di Marsèlleria presenterà un ambiente in motion, con due sculture e un video.
La prima scultura è Negus (2011), una lamiera sagomata, raffigurante da un lato un ritratto di Haile Selassie I realizzato con la tecnica dell’aerografo, dall’altro la superficie è specchiante. La lamiera ruota su se stessa continuamente ed è illuminata in modo discontinuo da un faro che ne proietta l’ombra e il riflesso su tutte le pareti della sala.
La seconda scultura, I-Ration (2014), è una stella a tre punte, realizzata in ferro e tagliata nel mezzo da una fiamma che si accende a intervalli regolari. La sua forma ricorda il logo di Mercedes-Benz: come testimoniato da un agricoltore di Shashamane a Invernomuto, questa stella era l’emblema di Haile Selassie I e solo in seguito divenne l’icona della casa automobilistica, che in cambio fornì alla municipalità di Addis Abeba mezzi per il trasporto pubblico.
Il video proiettato a fondo sala, Negus — Lee “Scratch” Perry (2013), documenta il rito messo in scena da Invernomuto con la partecipazione del musicista giamaicano Lee “Scratch” Perry nella piazza di Vernasca, luogo dove venne bruciato il fantoccio di Haile Selassie I. Il fuoco, come elemento rituale, è molto presente in Negus: Invernomuto lo utilizza per purificare Vernasca e la sua piazza. Perry stesso nel 1983 incendiò il suo studio (Black Ark) sulle colline di Kingston come atto di purificazione di un luogo infestato da negatività. Oltre al fuoco, in scena sono presenti un soundsystem (Prince Healer), l’effigie di Haile Selassie I e un monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre. Lee Perry si muove in questo set portando il rito a compimento.
Invernomuto (Simone Bertuzzi, 1983; Simone Trabucchi, 1982) nasce nel 2003. L’immagine in movimento e il suono sono i mezzi di ricerca privilegiati del duo; scultura, editoria e pratiche dal vivo sono altre delle sue varianti. Tra le mostre personali: Simone (Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara, 2011), I-Ration (ar/ge kunst, Bolzano, 2014) e ArtSpeak (Vancouver, 2015). Tra le partecipazioni in mostre collettive e festival: Netmage 09 (Bologna, 2009), Terre Vulnerabili (Hangar Bicocca, Milano, 2011); Milano Film Festival (2013); Così Accade (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2014); Black Star Film Festival (Philadelphia, 2014) e Glitch. Interferenze tra arte e cinema in Italia (PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, Milano, 2014). Nel 2013 sono stati finalisti del Premio Furla (Bologna) e hanno vinto il premio MERU ART*SCIENCE. Nel 2014 partecipano a Berlinale Talents (Berlino) e presentano "Negus — Far Eye" per la media facade di Museion (Bolzano).
Invernomuto vive e lavora tra Vernasca (PC) e Milano.
L’esposizione vuole offrire una vera e propria ricognizione sulla produzione e la ricerca artistica condotta negli ultimi tre anni dal duo composto da Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi, ed è concepita come una narrazione-riflessione intorno ai temi che danno origine a un percorso vario e articolato, ma al contempo armonico e coerente.
La mostra illustra tutti gli elementi connotativi del lavoro di Invernomuto, orientato in particolar modo all’indagine sui processi di trasformazione culturale e che nella poetica del duo combina tra loro rituali popolari, simboli folkloristici e di matrice urbana. Il tutto rielaborato attraverso l’impiego di linguaggi eterogenei come immagini in movimento, suono, installazione.
Una poetica complessa quella di Invernomuto, che invade i tre piani della galleria concepiti come tre ambienti distinti, ma tra loro contigui e in dialogo per affinità tematica e di ricerca.
La mostra si articola secondo un percorso che segue una ritmica non cronologica, in cui saranno presentate sculture e opere video, adattate e trasformate per l’occasione agli spazi di Marsèlleria, insieme a una serie di installazioni inedite, appositamente concepite.
Il percorso prende avvio da un punto di accesso allo spazio studiato per il progetto, eccezionalmente ribassato di un piano (-1), con lo scopo di invitare il pubblico a una esplorazione della mostra che proceda verticalmente, dal basso verso l’alto.
Ogni ambiente ha un titolo che corrisponde a un luogo realmente esistente; titoli fortemente evocativi, che introducono il tema e l’atmosfera che vi si incontrerà.
Il ciclo Negus – documentario espanso che traccia una linea immaginaria tra Vernasca (Piacenza), luogo natio di Invernomuto, l’Etiopia e la Giamaica – è l’opera, o forse più precisamente il ciclo di opere, maggiormente presente in mostra. Negus trae origine da un preciso avvenimento storico, risalente all’epoca dell’occupazione italiana in Etiopia: nel 1936 un soldato, ferito, fu costretto a far ritorno a Vernasca. Per festeggiare questo ritorno la comunità organizzò un festoso ma al contempo oscuro rituale, bruciando nella piazza del paese l’effige di Haile Selassie I, ultimo Negus di Etiopia nonché figura messianica secondo il culto rastafariano, sviluppatosi in Giamaica negli anni ’30. Il progetto di Invernomuto segue in partenza una traccia biografica, ma si espande e cresce congiungendo Vernasca, l’Etiopia e la Giamaica, secondo un percorso a due vie: alcuni momenti cruciali del passato coloniale italiano sono posti in relazione con le simbologie della tradizione rastafariana.
Negus è un ciclo in progress, un’opera “continua” che come un filo rosso si snoda lungo un percorso che a tratti conduce la ricerca verso la sua stessa rigenerazione: nato come un progetto filmico, recentemente ha dato vita a una direzione più scultorea e installativa, i lavori di questa nuova fase di Negus sono presentati in mostra a Marsèlleria e sono stati raccolti nella personale “I-Ration” a cura di Emanuele Guidi, presso ar/ge Kunst di Bolzano (2014) e nella collettiva “Glitch. Interferenze tra arte e cinema in Italia” a cura di Davide Giannella, PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2014).
Il percorso della mostra si sviluppa verticalmente, dal basso verso l’alto, secondo una successione tematica. Non vi si accede attraverso l’ingresso principale, ma dalla porta del locale delle caldaie che conduce al basement che ospita la prima opera presentata, un’installazione ambientale inedita.
>>> -1 Basement | WONDO GENET
Wondo Genet - ovvero “paradiso terrestre” in amarico – è una località nei pressi di Shashamane, in Etiopia, ed è considerato luogo sacro secondo il culto rastafariano.
Il titolo dell’installazione rimanda all’ideale di Eden ma anche al nome di un rinomato luogo di villeggiatura termale in Etiopia. L’ambiente, interamente avvolto da teli riflettenti, è percorso da una coltre di nebbia bassa, al di sopra della quale sono poste luci per le coltivazioni indoor, un video realizzato da Invernomuto tra Wondo Genet e la comunità di Shashamane e un’installazione sonora.
>>> 0 Piano Terra | RUATORIA
Ruatoria si trova in Australia ed è il punto più a est del globo terrestre, il primo a essere colpito dai raggi solari. Qui vive una comunità rasta/maori che attende la venuta del Messia Haile Selassie I.
Questo ambiente, vivificato da un fascio luminoso, occupa il piano terra di Marsèlleria e assume l’aspetto di un paesaggio popolato da tre sculture che collegano idealmente luoghi tra loro molto distanti.
Sullo sfondo della sala si staglia la scultura Wax, Relax (2011), una grotta in cera destinata a sciogliersi lentamente lungo i giorni della mostra: un monumento di cultura popolare nel quale vi è un riferimento ad una copia della grotta di Lourdes presente nella chiesa di Vernasca. L’opera è dunque un’ulteriore copia, ma privata della sua valenza devozionale, benchè mantenga un forte legame con il rito religioso, rappresentato dal processo di scioglimento. Invernomuto prova a dar vita a un nuovo e lento rituale che è la ri-costruzione di un paesaggio (il paesaggio è un motivo centrale, quasi ossessivo, della loro ricerca). La grotta di paese ha al contempo carattere di rituale ma anche di paesaggio posticcio e dichiaratamente falso, al limite del grottesco. Invernomuto lo accoglie proprio nel suo essere “sfondo”, radicato nell’immaginario collettivo, spogliato dei simboli religiosi che lo connotano. Wax, Relax - nella sua consistenza di cera - il materiale che può generare “copie” infinite - è un lavoro sul concetto di copia: la copia di una copia, di una copia di una grotta di Lourdes.
In Zion, Paesaggio (2014) Invernomuto sonda il campo della memoria e i processi di ibridazione. L’opera riproduce un monumento a forma di scala che l’esercito italiano collocò ad Addis Abeba di fronte alla residenza imperiale durante la campagna coloniale fascista. In seguito alla sconfitta degli occupanti, l’ultimo imperatore d’Etiopia compie un’operazione concettuale: i quattordici gradini che indicavano gli anni d’impero del regime furono ridotti a piedistallo per ospitare una scultura raffigurante un piccolo leone, figura simbolo dell’Etiopia. Invernomuto sottolinea questo gesto di riappropriazione collocando una pianta rampicante sul supporto della scala e giocando con la percezione dell’esotico.
Motherland (2014) è una scultura inedita, in dialogo con Zion, Paesaggio. Un monitor LCD posto sul pavimento diventa il piedistallo per una copia del leone originariamente collocato sulla scala eretta dal regime fascista ad Addis Abeba. Nel monitor scorre un video realizzato da Invernomuto al National Museum di Addis Abeba, che conserva Lucy, il più antico esemplare di ominide.
Movimenti Versus l’Altro (2014) è un collage ottenuto dalla sovrapposizione di tre foulard originali: quello utilizzato dagli italiani in Africa Orientale Italiana, quello del tour operator Club Med e quello di Norwegian Caribbean Lines, un’azienda norvegese che organizza crociere tra l’Europa e i Caraibi, la Giamaica in particolare.
>>> 1 Primo Piano | BLACK ARK
Black Ark è il nome dello studio di registrazione fondato a Kingston, Giamaica dal produttore dub/reggae Lee “Scratch” Perry, incendiato dallo stesso Perry nel 1984, come atto di purificazione.
Il primo piano di Marsèlleria presenterà un ambiente in motion, con due sculture e un video.
La prima scultura è Negus (2011), una lamiera sagomata, raffigurante da un lato un ritratto di Haile Selassie I realizzato con la tecnica dell’aerografo, dall’altro la superficie è specchiante. La lamiera ruota su se stessa continuamente ed è illuminata in modo discontinuo da un faro che ne proietta l’ombra e il riflesso su tutte le pareti della sala.
La seconda scultura, I-Ration (2014), è una stella a tre punte, realizzata in ferro e tagliata nel mezzo da una fiamma che si accende a intervalli regolari. La sua forma ricorda il logo di Mercedes-Benz: come testimoniato da un agricoltore di Shashamane a Invernomuto, questa stella era l’emblema di Haile Selassie I e solo in seguito divenne l’icona della casa automobilistica, che in cambio fornì alla municipalità di Addis Abeba mezzi per il trasporto pubblico.
Il video proiettato a fondo sala, Negus — Lee “Scratch” Perry (2013), documenta il rito messo in scena da Invernomuto con la partecipazione del musicista giamaicano Lee “Scratch” Perry nella piazza di Vernasca, luogo dove venne bruciato il fantoccio di Haile Selassie I. Il fuoco, come elemento rituale, è molto presente in Negus: Invernomuto lo utilizza per purificare Vernasca e la sua piazza. Perry stesso nel 1983 incendiò il suo studio (Black Ark) sulle colline di Kingston come atto di purificazione di un luogo infestato da negatività. Oltre al fuoco, in scena sono presenti un soundsystem (Prince Healer), l’effigie di Haile Selassie I e un monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre. Lee Perry si muove in questo set portando il rito a compimento.
Invernomuto (Simone Bertuzzi, 1983; Simone Trabucchi, 1982) nasce nel 2003. L’immagine in movimento e il suono sono i mezzi di ricerca privilegiati del duo; scultura, editoria e pratiche dal vivo sono altre delle sue varianti. Tra le mostre personali: Simone (Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara, 2011), I-Ration (ar/ge kunst, Bolzano, 2014) e ArtSpeak (Vancouver, 2015). Tra le partecipazioni in mostre collettive e festival: Netmage 09 (Bologna, 2009), Terre Vulnerabili (Hangar Bicocca, Milano, 2011); Milano Film Festival (2013); Così Accade (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino, 2014); Black Star Film Festival (Philadelphia, 2014) e Glitch. Interferenze tra arte e cinema in Italia (PAC Padiglione d'Arte Contemporanea, Milano, 2014). Nel 2013 sono stati finalisti del Premio Furla (Bologna) e hanno vinto il premio MERU ART*SCIENCE. Nel 2014 partecipano a Berlinale Talents (Berlino) e presentano "Negus — Far Eye" per la media facade di Museion (Bolzano).
Invernomuto vive e lavora tra Vernasca (PC) e Milano.
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