Lagapantodiluchino e altre storie vegetali nel giardino di Olimpia
Dal 16 Settembre 2013 al 17 Settembre 2013
Milano
Luogo: Galleria Antonia Jannone
Indirizzo: corso Giuseppe Garibaldi 125
Orari: da martedì a sabato 15.30-19.30 e mattina su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 030 3759770/ 02 29002930
E-Mail info: eventi@mistralpubblicita.it
Sito ufficiale: http://www.antoniajannone.it
Lunedì 16 e martedì 17 settembre sarà possibile ammirare le opere dell’artista Olimpia Biasi alla Galleria Antonia Jannone di Milano. Artista trevigiana nota internazionalmente - è ospite alla Biennale di Venezia 2013 dopo una sua prima partecipazione nel 2011 - è apprezzata per le sue doti artistiche così come per il carattere, la fantasia, la grazia e la curiosità che pervadono non solo le sue tele, ma le molteplici attività in cui profonde il suo entusiasmo.
Ne è un esempio la sua ultima creazione, il libro “LAGAPANTODILUCHINO e altre storie vegetali nel giardino di Olimpia”, opera letteraria in cui l’autrice ripercorre attraverso la scrittura e le illustrazioni la sua passione per il mondo naturale, scaturito dalla sua personale esperienza di vita che presenterà lunedì 16 alle 18.30, in occasione dell’inaugurazione della mostra.
Nella galleria di Antonia Jannone, Olimpia, pittrice per vocazione e giardiniera per "induzione", racconterà le connessioni tra le sue opere artistiche e quelle vegetali, dove regole di composizione, forma e colori si mescolano in una simbiosi vitalistica che si nutre a vicenda e si evolve in contemporanea. Saranno esposte, infatti, anche alcune delle tavole più belle contenute nel libro, oltre a una selezione di altre opere pittoriche messe a disposizione dall’artista.
È nella campagna trevigiana, in un paese fortemente ancorato alle sue antiche radici, che Olimpia ha trasformato una terra incolta in un meraviglioso giardino animato dallo spirito, dalla creatività e dal suo amore. Ha trovato un anonimo e vecchio fabbricato affacciato su una terra spoglia e gli ha ridato vita riscoprendo, sotto quei tristi intonaci, l'antica dimora affrescata, dopo un paziente restauro curato personalmente.
Le sue piante hanno storie a volte romanzesche, caratteri diversificati, inclinazioni che si esprimono in un luogo magico tutelato da un genius loci benevolo. Le sue opere, di piccolo formato, sono distillati di umori vegetali, pensieri poetici, lampi di colore e pause di ombre colorate. Opere scaturite dalla simbiosi con il giardino, giorno dopo giorno, ora dopo ora, complice il grande gelso e il tavolo, le linfe verdi e violetto delle euforbie hanno sbavato carte pallide. I semi bruniti del finocchio, delle aquilegie, delle digitali si sono insinuate sotto la tempera bianca. Foglie nomadi, tranci di steli, pollini e insetti si sono intrappolati nel vischio del colore.
L’atmosfera del giardino verrà ricreata grazie alle importanti rose inglesi antiche e moderne che Marco Mazza, progettista di giardini ed esperto di rose, proprietario di Castello Quistini, porterà per l’occasione.
Ne è un esempio la sua ultima creazione, il libro “LAGAPANTODILUCHINO e altre storie vegetali nel giardino di Olimpia”, opera letteraria in cui l’autrice ripercorre attraverso la scrittura e le illustrazioni la sua passione per il mondo naturale, scaturito dalla sua personale esperienza di vita che presenterà lunedì 16 alle 18.30, in occasione dell’inaugurazione della mostra.
Nella galleria di Antonia Jannone, Olimpia, pittrice per vocazione e giardiniera per "induzione", racconterà le connessioni tra le sue opere artistiche e quelle vegetali, dove regole di composizione, forma e colori si mescolano in una simbiosi vitalistica che si nutre a vicenda e si evolve in contemporanea. Saranno esposte, infatti, anche alcune delle tavole più belle contenute nel libro, oltre a una selezione di altre opere pittoriche messe a disposizione dall’artista.
È nella campagna trevigiana, in un paese fortemente ancorato alle sue antiche radici, che Olimpia ha trasformato una terra incolta in un meraviglioso giardino animato dallo spirito, dalla creatività e dal suo amore. Ha trovato un anonimo e vecchio fabbricato affacciato su una terra spoglia e gli ha ridato vita riscoprendo, sotto quei tristi intonaci, l'antica dimora affrescata, dopo un paziente restauro curato personalmente.
Le sue piante hanno storie a volte romanzesche, caratteri diversificati, inclinazioni che si esprimono in un luogo magico tutelato da un genius loci benevolo. Le sue opere, di piccolo formato, sono distillati di umori vegetali, pensieri poetici, lampi di colore e pause di ombre colorate. Opere scaturite dalla simbiosi con il giardino, giorno dopo giorno, ora dopo ora, complice il grande gelso e il tavolo, le linfe verdi e violetto delle euforbie hanno sbavato carte pallide. I semi bruniti del finocchio, delle aquilegie, delle digitali si sono insinuate sotto la tempera bianca. Foglie nomadi, tranci di steli, pollini e insetti si sono intrappolati nel vischio del colore.
L’atmosfera del giardino verrà ricreata grazie alle importanti rose inglesi antiche e moderne che Marco Mazza, progettista di giardini ed esperto di rose, proprietario di Castello Quistini, porterà per l’occasione.
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