Maria Wasilewska. Distorsions
Dal 30 Ottobre 2014 al 20 Novembre 2014
Milano
Luogo: Amy-d Arte Spazio
Indirizzo: via Lovanio 6
Orari: da lunedì a venerdì 10-13 / 15-19; sabato e festivi su appuntamento
Curatori: Anna d’Ambrosio
E-Mail info: info@amyd.it
Sito ufficiale: http://www.amyd.it
Mi chiedo se la convinzione dell'onnipotenza umana non sia in gran parte illusoria.
Un simile desiderio di intervenire nel mondo circostante (inclusi gli oggetti d'arte) non diventa in qualche misura una caricatura?
La mobilità non porta a cambiamenti che creano solo disturbi temporanei e non portano a cambiamenti significativi?
L'impressione di poter influire su qualcosa fa sì che io controlli tale realtà? Per raggiungere l'equilibrio sono alla ricerca di qualcosa di permanente.
L'installazione dal punto di vista visivo si compone di un oggetto con sfere pendenti (come di uno strumento?) spiato da una telecamera, che lo trasmette come proiezione dal vivo, e di una camera con due specchi concavi, in ??cui lo spettatore trova un'immagine distorta di se stesso e dell'ambiente. L'elemento finale è un video in loop, in cui non cambia quasi nulla. Dura solo 25 fotogrammi/sec.
Il senso di questo lavoro si trova nell'interazione con lo spettatore. È lui che quando entra, attraverso la sua attività e il suo movimento in relazione con gli elementi, mette in moto l'installazione e la percezione sensoriale attraverso vista e udito. Per fare questo, ha bisogno di tempo e spazio. Dalla sua attività dipende la misura in cui è in grado di ricevere questa realtà. La maggiore motilità dello spettatore provoca rumori che possono diventare fastidiosi e stancanti come i rumori urbani, di continue informazioni, ecc., cui ogni uomo è soggetto. In uno spazio d’installazione minimo, qualsiasi attività, anche la più piccola, può fungere da contrappunto e richiamare un altro punto sull'asse dei sentimenti.
Maggiore è l'attività dello spettatore che attiva i suoni, maggiore è il disturbo del silenzio e quindi il rumore. L'escalation del rumore generato in tempo reale può diventare impossibile da sopportare e in grado di diminuire la possibilità di percezione e assorbimento dei dati.
Semplicemente, la mente umana si ribella a un'eccessiva quantità di dati (in questo caso il suono).
In questa situazione preparata, cioè l'installazione artistica nella galleria (white cube), lo spettatore, il personaggio principale, può anche avere l'illusione di avere un effetto assoluto sull'intensità degli stimoli.
L'interazione dello spettatore provoca il movimento degli elementi dell'oggetto e crea contemporaneamente un suono, il cui segnale amplificato è emesso in tutta la galleria in tempo reale, combinando così tutti gli elementi di questa realizzazione multidimensionale e dai diversi fili conduttori. Ulteriori dimensioni non si aprono in maniera lineare ma in profondità, come se volessimo dividere l'atomo in piccole parti.
L'installazione audiovisiva consente una percezione soggettiva della realtà e un'influenza del destinatario su tale realtà. Si tratta anche di un tentativo di dematerializzare l'oggetto spaziale, dotato di massa e peso propri, che viene estratto dall'ambiente e al tempo stesso lo assorbe, lo plasma e talvolta lo moltiplica.
In fisica è noto il concetto di sistema invariante, ossia un sistema che non cambia sotto l'influenza delle interferenze. Questo concetto si riferisce alla teoria del controllo, che si occupa dell'analisi e della creazione di oggetti e processi matematici di natura sia fisica che sociale.
Ne risulta che, ad esempio, la massa invariante sia un valore molto desiderato nel grande anello di collisione per adroni (Large Hadron Collider) poiché, a prescindere del punto di riferimento, ha sempre il medesimo valore e proprio questo ha consentito la scoperta del bosone di Higgs, la più piccola particella elementare (straordinariamente mobile) del modello standard della fisica.
Maria Wasilewska
Un simile desiderio di intervenire nel mondo circostante (inclusi gli oggetti d'arte) non diventa in qualche misura una caricatura?
La mobilità non porta a cambiamenti che creano solo disturbi temporanei e non portano a cambiamenti significativi?
L'impressione di poter influire su qualcosa fa sì che io controlli tale realtà? Per raggiungere l'equilibrio sono alla ricerca di qualcosa di permanente.
L'installazione dal punto di vista visivo si compone di un oggetto con sfere pendenti (come di uno strumento?) spiato da una telecamera, che lo trasmette come proiezione dal vivo, e di una camera con due specchi concavi, in ??cui lo spettatore trova un'immagine distorta di se stesso e dell'ambiente. L'elemento finale è un video in loop, in cui non cambia quasi nulla. Dura solo 25 fotogrammi/sec.
Il senso di questo lavoro si trova nell'interazione con lo spettatore. È lui che quando entra, attraverso la sua attività e il suo movimento in relazione con gli elementi, mette in moto l'installazione e la percezione sensoriale attraverso vista e udito. Per fare questo, ha bisogno di tempo e spazio. Dalla sua attività dipende la misura in cui è in grado di ricevere questa realtà. La maggiore motilità dello spettatore provoca rumori che possono diventare fastidiosi e stancanti come i rumori urbani, di continue informazioni, ecc., cui ogni uomo è soggetto. In uno spazio d’installazione minimo, qualsiasi attività, anche la più piccola, può fungere da contrappunto e richiamare un altro punto sull'asse dei sentimenti.
Maggiore è l'attività dello spettatore che attiva i suoni, maggiore è il disturbo del silenzio e quindi il rumore. L'escalation del rumore generato in tempo reale può diventare impossibile da sopportare e in grado di diminuire la possibilità di percezione e assorbimento dei dati.
Semplicemente, la mente umana si ribella a un'eccessiva quantità di dati (in questo caso il suono).
In questa situazione preparata, cioè l'installazione artistica nella galleria (white cube), lo spettatore, il personaggio principale, può anche avere l'illusione di avere un effetto assoluto sull'intensità degli stimoli.
L'interazione dello spettatore provoca il movimento degli elementi dell'oggetto e crea contemporaneamente un suono, il cui segnale amplificato è emesso in tutta la galleria in tempo reale, combinando così tutti gli elementi di questa realizzazione multidimensionale e dai diversi fili conduttori. Ulteriori dimensioni non si aprono in maniera lineare ma in profondità, come se volessimo dividere l'atomo in piccole parti.
L'installazione audiovisiva consente una percezione soggettiva della realtà e un'influenza del destinatario su tale realtà. Si tratta anche di un tentativo di dematerializzare l'oggetto spaziale, dotato di massa e peso propri, che viene estratto dall'ambiente e al tempo stesso lo assorbe, lo plasma e talvolta lo moltiplica.
In fisica è noto il concetto di sistema invariante, ossia un sistema che non cambia sotto l'influenza delle interferenze. Questo concetto si riferisce alla teoria del controllo, che si occupa dell'analisi e della creazione di oggetti e processi matematici di natura sia fisica che sociale.
Ne risulta che, ad esempio, la massa invariante sia un valore molto desiderato nel grande anello di collisione per adroni (Large Hadron Collider) poiché, a prescindere del punto di riferimento, ha sempre il medesimo valore e proprio questo ha consentito la scoperta del bosone di Higgs, la più piccola particella elementare (straordinariamente mobile) del modello standard della fisica.
Maria Wasilewska
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
COMMENTI
-
Dal 16 aprile 2024 al 15 settembre 2024
Venezia | Gallerie dell’Accademia
Willem de Kooning e l’Italia
-
Dal 17 aprile 2024 al 22 settembre 2024
Venezia | Ateneo Veneto
Walton Ford. Lion of God
-
Dal 17 aprile 2024 al 24 novembre 2024
Venezia | Procuratie Vecchie
Robert Indiana: The Sweet Mystery
-
Dal 17 aprile 2024 al 16 giugno 2024
Venezia | Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ d’Oro
The Golden Way. La Via dell’Oro. I capolavori dorati della Galleria Nazionale dell’Umbria incontrano l’Arte Contemporanea
-
Dal 13 aprile 2024 al 28 luglio 2024
Treviso | Museo Luigi Bailo
Moda e modernità tra ‘800 e ‘900. Boldini, Erler, Selvatico
-
Dal 13 aprile 2024 al 16 settembre 2024
Venezia | Collezione Peggy Guggenheim
Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere