Michelangelo Galliani. Marmo solo vol.2
![Michelangelo Galliani. Marmo solo vol.2, Galleria Giovanni Bonelli, Milano Michelangelo Galliani. Marmo solo vol.2, Galleria Giovanni Bonelli, Milano](http://www.arte.it/foto/600x450/fb/27821-mi.jpg)
Michelangelo Galliani. Marmo solo vol.2, Galleria Giovanni Bonelli, Milano
Dal 15 Gennaio 2015 al 28 Febbraio 2015
Milano
Luogo: Galleria Giovanni Bonelli
Indirizzo: via Luigi Porro Lambertenghi 6
Orari: da martedì a sabato 11-19
Telefono per informazioni: +39 02 87246945
E-Mail info: info@galleriagiovannibonelli.it
Sito ufficiale: http://www.galleriagiovannibonelli.it/
La galleria Giovanni Bonelli è lieta di ospitare nei propri spazi di Milano le opere dello scultore Michelangelo Galliani.
Marmo solo vol.2 può essere letto sia come indicazione della centralità del marmo come materiale nell'attività di Galliani, sia come specifico atteggiamento dello scultore a fronte di tale materia: Galliani affronta il blocco di marmo “da solo”, sempre, in ogni fase della lavorazione, dalla scelta del blocco alla sgrossatura, alla levigatura finale, senza ricorrere ad assistenti o a tecnologie sofisticate, pure disponibili.
Galliani sembra cercare tra le pagine della storia dell'arte del passato spunti e modelli che trasforma in volti e corpi assolutamente contemporanei eppure senza tempo con l'atteggiamento del faber tradizionale eppure assolutamente contemporaneo negli esiti.
Il suo utilizzo preponderante del marmo non impedisce la contaminazione con altri materiali come l'ardesia, l'oro, il piombo o lo stagno con evidenti riferimenti a certi accostamenti dell'arte povera di cui però evita ogni altra associazione. L'arte di Galliani non è arte povera ma continua manifestazione di amore profondo per i diversi materiali, marmo in primis, e per le possibilià espressive del loro accostamento.
Le sue opere nascono, come già quelle dei grandi scultori della storia italiana (Michelangelo, Medardo Rosso e Adolfo Wildt, i suoi riferimenti principali), da un incontro al contempo cercato e fortuito con il blocco da cui germinano poi forme, teste, abbozzi o sculture perfettamente finite e polite, come la Vergine degli Inganni, che domina la scena al centro della galleria. Sono volti che aspirano a liberarsi della materia da cui sono plasmati e sulla quale virtuosismi tecnici di Galliani incidono a diverse profondità segni, geroglifici, fiori, simboli ripresi dalla tradizione classica e riportati a nuovi significati. Ogni opera è una scoperta per lo stesso artista che dichiara, non senza riferimento al Buonarroti, di non saper mai esattamente quello che lo aspetta quando inizia a scolpire e di essere attratto e affascinato proprio dal germinare, sotto i gesti abili delle sue mani, delle forme e dei volti prima racchiusi nel blocco. Forse la vera forza evocativa della mostra consiste proprio in questo stupore, in questa meraviglia destate, in fin dei conti, dal marmo solo.
Marmo solo vol.2 può essere letto sia come indicazione della centralità del marmo come materiale nell'attività di Galliani, sia come specifico atteggiamento dello scultore a fronte di tale materia: Galliani affronta il blocco di marmo “da solo”, sempre, in ogni fase della lavorazione, dalla scelta del blocco alla sgrossatura, alla levigatura finale, senza ricorrere ad assistenti o a tecnologie sofisticate, pure disponibili.
Galliani sembra cercare tra le pagine della storia dell'arte del passato spunti e modelli che trasforma in volti e corpi assolutamente contemporanei eppure senza tempo con l'atteggiamento del faber tradizionale eppure assolutamente contemporaneo negli esiti.
Il suo utilizzo preponderante del marmo non impedisce la contaminazione con altri materiali come l'ardesia, l'oro, il piombo o lo stagno con evidenti riferimenti a certi accostamenti dell'arte povera di cui però evita ogni altra associazione. L'arte di Galliani non è arte povera ma continua manifestazione di amore profondo per i diversi materiali, marmo in primis, e per le possibilià espressive del loro accostamento.
Le sue opere nascono, come già quelle dei grandi scultori della storia italiana (Michelangelo, Medardo Rosso e Adolfo Wildt, i suoi riferimenti principali), da un incontro al contempo cercato e fortuito con il blocco da cui germinano poi forme, teste, abbozzi o sculture perfettamente finite e polite, come la Vergine degli Inganni, che domina la scena al centro della galleria. Sono volti che aspirano a liberarsi della materia da cui sono plasmati e sulla quale virtuosismi tecnici di Galliani incidono a diverse profondità segni, geroglifici, fiori, simboli ripresi dalla tradizione classica e riportati a nuovi significati. Ogni opera è una scoperta per lo stesso artista che dichiara, non senza riferimento al Buonarroti, di non saper mai esattamente quello che lo aspetta quando inizia a scolpire e di essere attratto e affascinato proprio dal germinare, sotto i gesti abili delle sue mani, delle forme e dei volti prima racchiusi nel blocco. Forse la vera forza evocativa della mostra consiste proprio in questo stupore, in questa meraviglia destate, in fin dei conti, dal marmo solo.
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