NO FUTURE? Paolo Manazza. Unique Works e Oli su tela?

Paolo Manazza, People. East West, tecnica mista, cm 50x70
Dal 28 September 2012 al 13 October 2012
Milano
Luogo: Galleria Pace
Indirizzo: piazza San Marco 1
Orari: da martedì a sabato 10-12/ 15.30-19
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 6590147
E-Mail info: pace@galleriapace.com
Sito ufficiale: http://www.paolomanazza.com
Dopo il successo fiorentino, la mostra personale di Paolo Manazza -esposta a Palazzo Coveri dal 19 giugno al 6 settembre- si trasferisce per quindici giorni alla Galleria Pace di Milano dove inaugura di giovedì 27 settembre alle ore 18.30 e rimane visitabile fino a sabato 13 ottobre.
Con l’esposizione dal titolo No future? Paolo Manazza. Unique Works e Oli su tela, l’artista rimanda al pensiero di Friederich Nietzsche “Il futuro influenza il presente quanto il passato”.
Per questa occasione oltre alle opere esposte a Firenze, sono presentati alcuni nuovi lavori inediti.
Il percorso espositivo è di grande impatto. Le quasi trenta opere di Manazza mettono a confronto ispirazione e tecnica, con sinergie che s’incontrano attraverso un dialogo sperimentale tra tormentati temi contemporanei e colori solari, offrendo al visitatore un accattivante nuovo capitolo nell’arte contemporanea italiana.
Lo stile veloce, personalissimo e informale, spazia dalla tecnica digitale alla pittura propriamente detta e ingloba le inquietudini e i sarcasmi intellettuali dell’artista, che si accosta agli scenari attuali attraverso una ricerca estetica contaminata sia dal figurativo, sia dall’astrazione.
Paolo Manazza nasce a Milano nel 1959 dove vive e lavora. Studia Filosofia Teoretica presso l’Università Statale di Milano. Pittore e giornalista nonché autore di saggi di critica e di filosofia è oggi un intellettuale nel campo delle arti visive. Ha firmato articoli per importanti testate italiane. Da diciotto anni collabora con il “Corriere della Sera”, oltre ad essere ideatore di uno dei Blog più cliccati in Italia: www.ArtsLife.com, specializzato sull’economia dell’arte. Ha insegnato “Editoria dell’Arte” e “Teoria e pratica del Mercato Multimediale dell’Arte” all’Accademia di Brera di Milano e nei Master di specializzazione post-universitaria. Nel settembre 2005 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi l’Onorificenza di “Ufficiale Al Merito della Repubblica Italiana”.
Nel 2008 alla Fondazione Maimeri, dopo un lungo periodo di riservata e silenziosa pittura, espose 20 dei dipinti realizzati a partire dal 2005, con una curiosissima personale intitolata “ViceVersa: i dipinti di un critico presentati dagli artisti”.
Del suo lavora ha scritto: “tutto cominciò molti anni fa quando -dopo aver per trent’anni amato e studiato la pittura antica- rimasi ipnotizzato dalla tonalità dei rosa di Willem de Kooning. Fu allora che dai dipinti in stile ottocentesco e paesaggistico passai all’astrazione. Univo l’informale americano a quello italiano e francese in una sorta di ideale congiunzione tra l’astrazione statunitense e quella europea. Saltando tra gli anni Quaranta sino ai Novanta del secolo scorso”. In sintonia con la scuola americana degli anni Cinquanta, Manazza sostiene che “Non esiste la figurazione Non esiste l’astratto. Esiste solo la pittura”. De Kooning riteneva che il temine “astratto” appartenesse alle persone che disquisivano di arte ma che non erano affatto interessate alla pittura. La misteriosa, inafferrabile qualità di qualsiasi grande opera, quale che sia il contenuto, è una qualità allusa da parole e termini molto vaghi come “lirico” e “sublime”. Mentre lo scopo della pittura è ciò che de Kooning definiva il “nulla” di un quadro, la parte che non è raffigurata ma che è lì per via degli elementi che vi sono dipinti”.
Un ringraziamento speciale a “ClickGalleryMilano” di Lori Benzoni.
Con l’esposizione dal titolo No future? Paolo Manazza. Unique Works e Oli su tela, l’artista rimanda al pensiero di Friederich Nietzsche “Il futuro influenza il presente quanto il passato”.
Per questa occasione oltre alle opere esposte a Firenze, sono presentati alcuni nuovi lavori inediti.
Il percorso espositivo è di grande impatto. Le quasi trenta opere di Manazza mettono a confronto ispirazione e tecnica, con sinergie che s’incontrano attraverso un dialogo sperimentale tra tormentati temi contemporanei e colori solari, offrendo al visitatore un accattivante nuovo capitolo nell’arte contemporanea italiana.
Lo stile veloce, personalissimo e informale, spazia dalla tecnica digitale alla pittura propriamente detta e ingloba le inquietudini e i sarcasmi intellettuali dell’artista, che si accosta agli scenari attuali attraverso una ricerca estetica contaminata sia dal figurativo, sia dall’astrazione.
Paolo Manazza nasce a Milano nel 1959 dove vive e lavora. Studia Filosofia Teoretica presso l’Università Statale di Milano. Pittore e giornalista nonché autore di saggi di critica e di filosofia è oggi un intellettuale nel campo delle arti visive. Ha firmato articoli per importanti testate italiane. Da diciotto anni collabora con il “Corriere della Sera”, oltre ad essere ideatore di uno dei Blog più cliccati in Italia: www.ArtsLife.com, specializzato sull’economia dell’arte. Ha insegnato “Editoria dell’Arte” e “Teoria e pratica del Mercato Multimediale dell’Arte” all’Accademia di Brera di Milano e nei Master di specializzazione post-universitaria. Nel settembre 2005 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi l’Onorificenza di “Ufficiale Al Merito della Repubblica Italiana”.
Nel 2008 alla Fondazione Maimeri, dopo un lungo periodo di riservata e silenziosa pittura, espose 20 dei dipinti realizzati a partire dal 2005, con una curiosissima personale intitolata “ViceVersa: i dipinti di un critico presentati dagli artisti”.
Del suo lavora ha scritto: “tutto cominciò molti anni fa quando -dopo aver per trent’anni amato e studiato la pittura antica- rimasi ipnotizzato dalla tonalità dei rosa di Willem de Kooning. Fu allora che dai dipinti in stile ottocentesco e paesaggistico passai all’astrazione. Univo l’informale americano a quello italiano e francese in una sorta di ideale congiunzione tra l’astrazione statunitense e quella europea. Saltando tra gli anni Quaranta sino ai Novanta del secolo scorso”. In sintonia con la scuola americana degli anni Cinquanta, Manazza sostiene che “Non esiste la figurazione Non esiste l’astratto. Esiste solo la pittura”. De Kooning riteneva che il temine “astratto” appartenesse alle persone che disquisivano di arte ma che non erano affatto interessate alla pittura. La misteriosa, inafferrabile qualità di qualsiasi grande opera, quale che sia il contenuto, è una qualità allusa da parole e termini molto vaghi come “lirico” e “sublime”. Mentre lo scopo della pittura è ciò che de Kooning definiva il “nulla” di un quadro, la parte che non è raffigurata ma che è lì per via degli elementi che vi sono dipinti”.
Un ringraziamento speciale a “ClickGalleryMilano” di Lori Benzoni.
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