Piero Fogliati. Eterotopia
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© Piero Fogliati
Dal 23 Giugno 2016 al 06 Agosto 2016
Milano
Luogo: Galleria Dep Art
Indirizzo: via Comelico 40
Orari: da martedì a sabato, 10.30-19
Curatori: Alberto Zanchetta
Telefono per informazioni: +39 02 36535620
E-Mail info: ufficiostampa@depart.it
Sito ufficiale: http://www.depart.it
Inaugura giovedì 23 giugno, presso la nuova sede della galleria Dep Art, la mostra dedicata a Piero Fogliati dal titolo “Eterotopia”. La mostra monografica dedica all’artista, da poco scomparso, una retrospettiva con opere dagli Anni ’70 all’ultimo periodo. Un percorso che si articola tra i suoi soggetti più famosi, tra i quali Euritmia evoluente, Latomia, Liquimofono, Reale virtuale, Prisma meccanico, Fleximofono, Forme di buio e Macchina che respira.
Ancor più che opere d’arte, quelle di Piero Fogliati ci appaiono come le invenzioni di un visionario che si è nutrito di sogni. Sogni troppo grandi per un uomo solo. Dagli anni Sessanta Fogliati ha infatti iniziato a concepire una Città fantastica in cui l’ebbrezza meccanica generava “esperienze sensoriali” nelle persone. Molte delle sue intuizioni sono purtroppo rimaste sulla carta: Fissazioni – come amava chiamarle lui – che si esprimono in poche linee e qualche parola.
Assumendo lo spettatore a guisa di ricettore, Fogliati ne mette alla prova le dinamiche visive e le facoltà cognitive; molte sue opere si basano sul “principio percettivo autonomo”, ossia sui movimenti saccadici dell’occhio, che sono involontari. Con queste opere Fogliati si avventura in uno spazio animato da enigmi sensoriali, i cosiddetti fantasmi che possiamo intercettare grazie a una persistenza retinica. Una delle invenzioni più famose di Fogliati è la luce sintetica, altrimenti detta “luce fantastica” che resta bianca a contatto con un corpo statico, scomponendosi viceversa nei colori dell’arcobaleno quando illumina un corpo in movimento.
Affrancando il colore dal supporto pittorico, Fogliati si è sempre avvalso di dispositivi elettromeccanici che avverano una “pittura dell’aria”. Uno spazio potenziale, depositario di meraviglie e delizie, dove linee e volumi fluttuano per poi dissolversi. Le investigazioni percettive di Fogliati sono la summa di una felice commistione tra arte, scienza e tecnologia, capace di ottenere un “magico processo” che non tutti sono in grado di comprendere nella sua totalità.
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