Quartiere Dergano-Bovisa
Dal 14 Giugno 2014 al 06 Settembre 2014
Milano
Luogo: Biblioteca Dergano-Bovisa
Indirizzo: via Baldinucci 76
Orari: lun merc ven 10-19; mart giov sab 10-13.30
Enti promotori:
- Comune di Milano
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 02 88465807
E-Mail info: info@giuliodimeo.it
Sito ufficiale: http://www.comune.milano.it/
La mostra “Quartiere Dergano-Bovisa” è frutto di un lavoro che si è sviluppato nell’ambito di tre workshops di fotografia sociale condotti dal fotografo Giulio Di Meo, con la collaborazione di Michela Curotti, Paola Meloni e Nicola Sacco e tenuti tra Maggio 2013 e Aprile 2014.
Un lavoro su uno dei quartieri periferici di Milano che presenta molte affinità con le periferie di altre grandi città; tutte attraversate, negli ultimi decenni, da profonde trasformazioni nell’assetto urbanistico e nella composizione sociale dei suoi abitanti.
Bovisa, in tal senso, sembra rappresentare l’archetipo delle periferie: situato nella parte nord-ovest di Milano, il suo passato di quartiere industriale, nell’epoca d’oro dell’espansione industriale, fatto di capannoni, gasometri, unità produttive e case popolari, è stato in larga misura spazzato via dalle crisi economiche che ciclicamente si sono succedute e dai processi di delocalizzazione delle attività produttive in ambito internazionale. Il quartiere, dopo una prima fase di progressivo abbandono e degrado, ha gradualmente cambiato faccia a cominciare dall’insediamento nei vecchi edifici industriali dei corsi universitari del Politecnico, dall’arrivo di nuovi flussi migratori, dal rifiorire di botteghe artigianali e attività di micro imprenditorialità che hanno fatto rinascere il quartiere con un nuovo profilo urbanistico.
Il mutamento è ancora in corso, ad esempio nell’area del vecchio gasometro, ampia e ricca di vegetazione, con un discusso progetto di riqualificazione per future destinazioni d’uso di carattere abitativo, commerciale e universitario. Gli abitanti del quartiere, in un rapporto spesso molto dialettico con le istituzioni, esprimono energicamente la loro opinione, nel tentativo di condizionare l’esito finale della ristrutturazione e partecipare al ridisegno complessivo del quartiere.
I partecipanti ai workshops hanno sperimentato la tecnica fotografica del reportage sociale, girando per le vie del quartiere alla ricerca dei segni del cambiamento. Cercare di stabilire un contatto con gli abitanti del quartiere è stato l’obiettivo principale, farsi raccontare le loro storie e i ricordi che hanno del vecchio quartiere, la chiave d’accesso per la comprensione di un cambio d’epoca.
L’idea che si ha della periferia è fatta più spesso di stereotipi e luoghi comuni che frutto dell’esperienza diretta; queste immagini ci propongono un altro punto di vista, svelandoci una realtà culturale, economica e sociale ben più complessa e stimolante.
Espongono:
Antonio Galiero, Camilla Scartozzi, Carlo Rotondo, Carlo Scarpato, Chiara Zeccarelli, Diego Cantore, Federica Rotondo, Giulia Olivo, Laura Pezzenati, Matilde Castagna, Michela Cappannelli, Michela Curotti, Nicola Sacco, Paola Bruno, Paola Meloni, Roberta Acciarini, Simone Piovan, Stefania Pastore, Stefano Pontiggia.
Un lavoro su uno dei quartieri periferici di Milano che presenta molte affinità con le periferie di altre grandi città; tutte attraversate, negli ultimi decenni, da profonde trasformazioni nell’assetto urbanistico e nella composizione sociale dei suoi abitanti.
Bovisa, in tal senso, sembra rappresentare l’archetipo delle periferie: situato nella parte nord-ovest di Milano, il suo passato di quartiere industriale, nell’epoca d’oro dell’espansione industriale, fatto di capannoni, gasometri, unità produttive e case popolari, è stato in larga misura spazzato via dalle crisi economiche che ciclicamente si sono succedute e dai processi di delocalizzazione delle attività produttive in ambito internazionale. Il quartiere, dopo una prima fase di progressivo abbandono e degrado, ha gradualmente cambiato faccia a cominciare dall’insediamento nei vecchi edifici industriali dei corsi universitari del Politecnico, dall’arrivo di nuovi flussi migratori, dal rifiorire di botteghe artigianali e attività di micro imprenditorialità che hanno fatto rinascere il quartiere con un nuovo profilo urbanistico.
Il mutamento è ancora in corso, ad esempio nell’area del vecchio gasometro, ampia e ricca di vegetazione, con un discusso progetto di riqualificazione per future destinazioni d’uso di carattere abitativo, commerciale e universitario. Gli abitanti del quartiere, in un rapporto spesso molto dialettico con le istituzioni, esprimono energicamente la loro opinione, nel tentativo di condizionare l’esito finale della ristrutturazione e partecipare al ridisegno complessivo del quartiere.
I partecipanti ai workshops hanno sperimentato la tecnica fotografica del reportage sociale, girando per le vie del quartiere alla ricerca dei segni del cambiamento. Cercare di stabilire un contatto con gli abitanti del quartiere è stato l’obiettivo principale, farsi raccontare le loro storie e i ricordi che hanno del vecchio quartiere, la chiave d’accesso per la comprensione di un cambio d’epoca.
L’idea che si ha della periferia è fatta più spesso di stereotipi e luoghi comuni che frutto dell’esperienza diretta; queste immagini ci propongono un altro punto di vista, svelandoci una realtà culturale, economica e sociale ben più complessa e stimolante.
Espongono:
Antonio Galiero, Camilla Scartozzi, Carlo Rotondo, Carlo Scarpato, Chiara Zeccarelli, Diego Cantore, Federica Rotondo, Giulia Olivo, Laura Pezzenati, Matilde Castagna, Michela Cappannelli, Michela Curotti, Nicola Sacco, Paola Bruno, Paola Meloni, Roberta Acciarini, Simone Piovan, Stefania Pastore, Stefano Pontiggia.
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