Sotto l’ombra del Moro. La Sala delle Asse
Dal 16 Maggio 2019 al 12 Gennaio 2020
Milano
Luogo: Castello Sforzesco
Indirizzo: Piazza Castello
Orari: Castello: Lun - Dom 7 - 19.30 | Musei: Mar - Dom 9 - 17.30 / Ultimo ingresso h 17 (Solo visitatori già in possesso di biglietto) | Chiuso Lun / 25 Dic / 1° Gen, il 1 maggio. Ingresso libero: ogni primo e terzo martedì del mese dalle ore 14; ogni prima domenica del mese per l'intera giornata Ogni sabato alle ore 15 visita guidata ai Musei del Castello € 8
Curatori: Francesca Tasso e Michela Palazzo
Enti promotori:
- Opificio delle Pietre Dure di Firenze e delle istituzioni territoriali del MiBAC
Costo del biglietto: Intero 5 € | Ridotto 3 €
Telefono per informazioni: +39 02 8846 3700
E-Mail info: C.MilanoLeonardo500@comune.milano.it
Sito ufficiale: http://www.milanocastello.it
La Sala delle Asse è un ambiente a pianta quadrata collocato al piano terra della torre di Nord-Ovest del Castello Sforzesco di Milano. Sulla volta a ombrello e sulle lunette sono raffigurati un intricato groviglio di rami e foglie annodati da corde. Al centro vi è lo stemma di Ludovico il Moro e della moglie Beatrice d’Este. Sui lati stemmi con iscrizioni che ricordano le imprese del Moro e i suoi legami con l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo. Il nome “Sala delle Asse” deriva dall’interpretazione da parte del primo restauratore del Castello, l’architetto Luca Beltrami, di un documento conservato presso l’Archivio di Stato di Milano e datato all’aprile 1498, in cui il segretario di Ludovico Maria Sforza detto il Moro, Gualtiero da Bascapè, comunica al duca che presto sarebbero state rimosse le assi di legno che rivestivano la Sala per permettere a Leonardo da Vinci di lavorarci.
In epoca sforzesca la Sala delle Asse fa parte degli appartamenti del duca e costituisce il luogo dove avvengono le riunioni più importanti, una vera e propria sala di rappresentanza per Ludovico il Moro che, non a caso, vi fa lavorare Leonardo, l’artista più dotato tra quelli presenti all’epoca a Milano.
Dopo la fuga del Moro nel 1499 per l’arrivo delle truppe francesi, il Castello perde progressivamente l’uso di dimora signorile e viene utilizzato come caserma dalle diverse dominazioni che si avvicendano al potere. Alcuni ambienti, come la Sala delle Asse, sono trasformati in scuderia e tutte le decorazioni pittoriche sono ricoperte da strati di intonaco. Solo alla fine dell’Ottocento il monumento, passato al Comune di Milano, è oggetto di un importante restauro progettato dall’architetto Luca Beltrami cui si deve, tra l’altro, il ritrovamento della Sala delle Asse.
Nel 1898, sotto diversi strati di calce bianca (lo scialbo), Beltrami trova la decorazione di Leonardo con l’aiuto dello storico tedesco Paul Mueller Walde. Il successivo restauro, secondo i canoni dell’epoca, consiste in una sostanziale ridipintura eseguita dal pittore-restauratore Ernesto Rusca. Durante gli anni 1954-1955, in occasione dei restauri post-bellici del Castello, il restauratore Ottemi della Rotta interviene pesantemente sulle ridipinture di Rusca, alleggerendole, alla ricerca della pittura originale di Leonardo. Il momento più importante del restauro della metà degli anni Cinquanta è però il ritrovamento del cosiddetto Monocromo, dipinto sulla bocca del camino, già rinvenuto da Beltrami che però lo aveva ritenuto del Seicento. Riconosciuto invece nel 1954 come opera di Leonardo, il disegno a monocromo raffigurante una grande radice che spacca la roccia cambia fortemente la percezione della sala, che viene allestita dallo studio di architettura BBPR con una pannellatura in legno a coprire le pareti, a ricordo delle assi che avevano dato il nome alla sala.
Oltre 50 anni dopo proprio lo stato conservativo del Monocromo induce la Direzione del Castello – con il coinvolgimento del Ministero dei Beni e le Attività Culturali e dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze – a formulare un’ipotesi di restauro dell’intero ambiente sforzesco, a cui si dà inizio nel 2013.
L’inizio del cantiere di restauro significa anche l’avvio di una serie di analisi scientifiche e studi di carattere storico artistico e iconografico che si prefiggono di comprendere al meglio l’iconografia. Proprio durante questi studi l’archivista Carlo Catturini scopre che il nome attribuito alla sala dopo l’intervento di Leonardo è Camera dei Moroni, ossia camera dei gelsi. Leonardo ha quindi realizzato una raffinatissima decorazione encomiastica per Ludovico Maria Sforza detto il Moro, dal latino Morus, gelso, albero che a Milano significava ricchezza perché impiegato nella florida industria della seta.
Con EXPO Milano 2015 si porta a compimento il restauro del Monocromo e i lavori si fermano per favorire la fruizione della Sala delle Asse durante la manifestazione. La Sala delle Asse viene resa accessibile grazie a un parziale disallestimento dei ponteggi, che consente a oltre 450.000 persone la vista della sala. Per accogliere al meglio i visitatori l’ambiente viene valorizzato con un innovativo sistema multimediale realizzato da Culturanuova srl basato su proiezioni, ologrammi e illuminazioni puntuali che raccontano la storia della Sala delle Asse, il ruolo di Leonardo da Vinci e il restauro in corso.
Tuttavia la fondamentale scoperta dell’attuale cantiere di restauro è una fascia muraria, mai investigata prima, in cui sotto numerosi strati di calce bianca si trova l’intonaco originale di fine Quattrocento. Tramite appositi sondaggi si scopre che l’intonaco quattrocento conserva ancora pitture a monocromo su tutti i lati della sala. Il progetto decorativo originario di Leonardo, dunque, era più articolato e non si limitava alla porzione occupata dal Monocromo e alla volta, ma ricopriva l’intera superficie parietale della sala, almeno da una certa altezza in su.
Dopo EXPO il cantiere riparte con un ponteggio imponente, prove di pulitura e nuove analisi diagnostiche. Da allora tutta l’attenzione è rivolta alla rimozione con il laser su tutto lo scialbo in quella fascia muraria inesplorata. I disegni ritrovati sono sorprendenti, per stile e per tecnica esecutiva.
Raffigurano in alcuni casi la prosecuzione dei tronchi degli alberi della volta: in altri casi dei rami più piccoli, forse una rappresentazione di un sottobosco. Ma la cosa più sorprendente è il ritrovamento di un paesaggio. Leonardo non voleva rappresentare solo un padiglione arboreo: lo sguardo di chi visitava la sala di rappresentanza di Ludovico Maria Sforza doveva andare oltre e spingersi fino al territorio dominato dal duca.
La Sala delle Asse è il luogo simbolo delle celebrazioni milanesi del 2019. Per la sua fruizione durante le celebrazioni del V centenario della morte di Leonardo da Vinci vengono smontati integralmente i ponteggi del cantiere e la sala si ripresenta al pubblico dopo una nuova fase di lavori, svelando il pergolato di diciotto gelsi progettato come un gigantesco trompe l’oeil per trasformare il grande spazio alla base della torre in un salone di rappresentanza del duca.
Per la prima volta il pubblico può visionare da vicino il Monocromo attraverso una tribuna creata ad hoc. Una coinvolgente installazione multimediale guida il visitatore alla scoperta della sala e della sua importanza nel Rinascimento, ma anche degli straordinari brani di disegno scoperti sulle pareti. Nessuno infatti, a parte gli addetti ai lavori, ha ancora potuto osservare a poca distanza tronchi nodosi, paesaggi, rami e foglie che continuano ad affiorare cambiando progressivamente la percezione della Sala delle Asse. Attraverso la scenografica installazione multimediale Sotto l’ombra del Moro. La Sala delle Asse, curata da Francesca Tasso e Michela Palazzo e realizzata da Culturanuova srl di Massimo Chimenti, i visitatori sono guidati nella lettura dello spazio integrale della sala, spostando l’attenzione dalla volta (molto compromessa dai restauri del passato e che sarà oggetto nel 2020 di un intervento specifico) alle pareti laterali, alla scoperta di come Leonardo abbia qui sviluppato il suo concetto di imitazione della natura.
L'esposizione fa parte di “Leonardo mai visto”, il programma che racchiude le numerose iniziative realizzate presso il Castello Sforzesco di Milano in occasione delle celebrazioni di 500 anni dalla morte del genio.
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