Valentino Vago. Oltre l’orizzonte. Dipinti recenti e opere su carta degli anni ’50 e ‘60

Valentino Vago, Trapezio rosso, 1959, 120x100, olio su tela

 

Dal 05 Ottobre 2017 al 20 Marzo 2018

Milano

Luogo: Galleria Il Milione

Indirizzo: via Maroncelli 7

Orari: Lun - ven 10,30-13,00 / 15,30-19,00, sabato su appuntamento

Telefono per informazioni: +39 02 29063272

E-Mail info: info@galleriailmilione.com

Sito ufficiale: http://www.galleriailmilione.it



La Galleria Il Milione inizierà la stagione 2017-18 con VALENTINO VAGO - Oltre l'orizzonte, una personale dell'artista nato nel 1931 a Barlassina in cui saranno esposti lavori recenti inediti e opere su carta degli anni Cinquanta e Sessanta. La mostra sarà realizzata in collaborazione con la Galleria Annunciata che, in contemporanea, terrà una mostra di dipinti degli anni Sessanta e Settanta di Vago.

Orizzonte, Davanti all’orizzonte, Immagine all’orizzonte sono i titoli ricorrenti dei lavori di Vago della prima metà degli anni Sessanta. In quelle opere realizzate da un pittore trentenne ormai distante dagli stilemi informali, si manifesta, secondo Marco Valsecchi, «una profonda sostanza luminosa» ripartita «in piani dilatati», in «allusioni di spazi infiniti» che si proiettano «sulla tangenza di una linea (l’orizzonte)».
Nei dipinti dei decenni successivi questa scansione orizzontale viene progressivamente sfumata, alterata, frantumata in segmenti, mutata in atmosfera: «la mia più grande gioia – ha affermato una volta l’artista – è stata la liberazione dall’orizzonte che vivevo come un limite dello spazio dello spirito».
Le modalità con cui è avvenuto questo affrancamento si possono comprendere meglio osservando le opere degli ultimi anni. Vago si è liberato dall’orizzonte interiorizzandolo in maniera radicale, tramutandolo da entità geografica e astronomica in situazione psicologica, assimilandolo al suo io più profondo e dissolvendolo al suo interno. Così come ce la mostrano i suoi lavori del 2017, la realtà oltre l’orizzonte consiste in addensamenti di tonalità rosa e giallo nei quali non esistono autentiche cesure, ma solo vibrazioni più intense che, quando li percorrono orizzontalmente, si fanno talmente diafane da risultare bianche. Forse l’artista è vicino a soddisfare attraverso la pittura quel «desiderio di ritornare a prima della nascita, alla pura energia, alla grande luce» di cui parlava in un intervista del 1987: non a caso, comunque, gli ultimi dipinti hanno perlopiù come titolo VV 1931, ovvero le iniziali del suo nome e il suo anno di nascita.
Questa condizione di pre-realtà, di vita antecedente l’esistenza individuale, nella poetica di Vago ha un carattere non solo spirituale, ma anche esplicitamente religioso. L’opera ambientale da poco completata nella chiesa di San Giovanni in Laterano, a Milano in zona Città Studi, non è che l’ultimo di una lunga serie di interventi in edifici sacri iniziata nel 1982, ma è soprattutto la manifestazione più eloquente di quella sua «astrazione generosa e sconfinata […] portatrice di verità e speranza» di cui ha scritto nel 2011 Flavio Caroli. Nel corso della mostra alla Galleria del Milione, la chiesa di san Giovanni in Laterano ospiterà alcune visite guidate all’opera di Vago, la prima delle quali si terrà giovedì 5 ottobre alle 17.00.

Nato a Barlassina nel 1931, Valentino Vago ha frequentato l’Accademia di Brera nei primi anni Cinquanta: suoi compagni di studi sono stati tra gli altri Valerio Adami, Bepi Romagnoni, Kengiro Azuma, Floriano Bodini …
Nel 1960 inaugura la sua prima rilevante personale al Salone Annunciata di Milano con una presentazione di Guido Ballo. Tra anni Sessanta e Settanta si succedono personali all’Annunciata e nella galleria Morone 6 di Milano, ma anche da Martano a Torino e Contini a Roma. Nel 1972 vince il XXVI Premio Michetti. In questo stesso anno il suo lavoro è accostato a quello degli esponenti della Pittura Analitica o Nuova Pittura, con i quali peraltro espone nelle mostre “fondative” di questa tendenza, ma senza mai sentirsi totalmente in sintonia con essa.
Nel 1980 il Palazzo Reale di Milano ospita un suo intervento ambientale intitolato Tre stanze in scala tonale. L’anno precedente a trasformarsi in una grande opera pittorica tridimensionale erano stati gli spazi della Cassa Rurale e Artigiana della sua città natale, Barlassina, che nel 1982 vedrà anche la chiesa parrocchiale di San Giulio trasformarsi grazie alle campiture blu di Vago. Con gli anni Ottanta giungono anche la prima antologica al PAC di Milano, un ampio consenso internazionale, un’attività espositiva che spazia dallìEuropa all'America Latina … Si susseguono inoltre le collaborazioni con architetti e gli interventi in chiese italiane e straniere. Nel 2007 l’artista dipinge i 12.000 mq di superficie della chiesa di Nostra Signora del Rosario a Doha, in Qatar. Nel 2011 Skira da alle stampe i tre volumi di cui è composto il suo Catalogo Generale.

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