Yan Pei-Ming
Dal 24 Febbraio 2022 al 02 Aprile 2022
Milano
Luogo: MASSIMODECARLO
Indirizzo: Viale Lombardia 17
E-Mail info: milano@massimodecarlo.com
Sito ufficiale: http://www.massimodecarlo.com
In occasione delle celebrazioni del Capodanno lunare, MASSIMODECARLO è lieta di inaugurare Wild Game, la nuova mostra personale di Yan Pei-Ming a Milano – e la prima nel quartier generale milanese di viale Lombardia – che presenta in anteprima un nuovo corpus di opere. Yan Pei-Ming è rappresentato da MASSIMODECARLO dal 1998.
Conosciuto in tutto il mondo per i suoi quadri monumentali, spesso monocromatici, caratterizzati da pennellate vigorose e ampie, il lavoro di Yan Pei- Ming si distingue per l'uso di una tavolozza bicolore concentrata sul bianco e guidata dall’attenzione nei confronti del soggetto e della struttura compositiva. Divenuto celebre per i suoi ritratti espressionistici dei personaggi storici più influenti del nostro tempo e di animali feroci, con questa nuova mostra Yan Pei- Ming rivisita i temi che da sempre popolano il suo immaginario. Accanto a motivi ricorrenti quali l’autoritratto o il ritratto di Papa Innocenzo X, che evoca la pittura di Velasquez, si affiancano i paesaggi urbani di Shanghai e Milano, scenari imponenti ed espressivi con atmosfere rarefatte e sospese.
Nato a Shanghai nel 1960, Yan Pei-Ming è cresciuto durante la Rivoluzione Culturale in Cina e dal 1980 si è stabilito in Francia, tra Digione e Parigi. La dualità delle esperienze culturali orientali e occidentali ha portato allo stile espressivo di Yan Pei-Ming che nell’arco di una carriera ultratrentennale ha guadagnato successo e riconoscimento internazionale. Sebbene le sue opere appaiano spesso quasi astratte a distanza ravvicinata, acquisiscono nitidezza con la distanza, un effetto inteso a offuscare i confini tra realtà e immaginazione.
L'illustrazione dello status e del potere nella ritrattistica tradizionale è particolarmente significativa per la ricerca di Ming, radicata negli archetipi convenzionali della rappresentazione secolare. Nell’era della riproduzione continua e smodata e dello sfruttamento digitale dell’immagine, i soggetti di Pei-Ming esprimono la tensione tra forme convenzionali e attualità, offrendo al pubblico un'interpretazione incerta e complessa, che stimola la riflessione. Alla durezza della città è contrapposta la crudeltà della natura: una tigre sinuosa scende dalla montagna in cerca di cibo in un mondo divenuto ormai ostile, un bue finisce appeso in una macelleria, tema caro alla storia dell’arte con riferimenti iconici che vanno da Rembrandt a Francis Bacon. I dipinti di Yan Pei-Ming prendono vita da ricordi o da immagini fotografiche e intrecciano i riferimenti personali dell’artista con i temi universali della cultura visiva: fama e anonimato, personaggi pubblici e soggetti intimi dialogano all'interno della sua opera per riflettere sulla condizione umana. Yan Pei-Ming cristallizza le manifestazioni di potere nei suoi ritratti di animali, simboli di forza, vedute di città accentratrici di energie economiche e culturali e personaggi storici. I suoi soggetti, apparentemente sconnessi tra loro, sono parte di un approccio razionale alla realtà che esplora i simboli e le icone della contemporaneità, tracciando e amplificando la tradizione pittorica e al tempo stesso rinnovandone il linguaggio. Yan Pei-Ming si trasferisce in Francia all’età di 19 anni dove si iscrive alla École Nationale Supérieure des Beaux-Arts a Digione, diplomandosi nel 1986 e ottenendo un rapido successo con la sua opera espressiva dominata dal ritratto. Nel 2003 ottiene il riconoscimento internazionale alla Biennale di Venezia. Sei anni dopo, il suo lavoro è stato acquisito dal Louvre, dove ha esposto una collezione di ritratti che trasmettono il suo punto di vista personale sulla Gioconda di Leonardo da Vinci. Recentemente sono state dedicate a Yan Pei-Ming mostre presso Des Moines Art Center, Iowa (2008); UCCA Center for Contemporary Art, Pechino (2009); Beijing Center for the Arts (2014); CAC Malaga (2015); Villa Medici, Roma (2016); and Belvedere Museum, Vienna (2016). Nel 2019, è stato esposto presso il Musée Courbet, Ornans; Musée des Beaux-Arts de Dijon; Petit Palais – Musée des Beaux-Arts de la ville de Paris; e Musée d’Orsay, Parigi, nel quale ha omaggiato Gustave Courbet attraverso le lenti della propria autobiografia. Ha fatto seguito una mostra incentrata sui suoi autoritratti al Musée Unterlinden, Colmar, Francia (2021), Palais des Papes and the Collection Lambert, Avignone (2021), come anche il Schlossmuseum Linz, Austria (2022) e il Francisco Carolinum Museum, Austria (2023).
Conosciuto in tutto il mondo per i suoi quadri monumentali, spesso monocromatici, caratterizzati da pennellate vigorose e ampie, il lavoro di Yan Pei- Ming si distingue per l'uso di una tavolozza bicolore concentrata sul bianco e guidata dall’attenzione nei confronti del soggetto e della struttura compositiva. Divenuto celebre per i suoi ritratti espressionistici dei personaggi storici più influenti del nostro tempo e di animali feroci, con questa nuova mostra Yan Pei- Ming rivisita i temi che da sempre popolano il suo immaginario. Accanto a motivi ricorrenti quali l’autoritratto o il ritratto di Papa Innocenzo X, che evoca la pittura di Velasquez, si affiancano i paesaggi urbani di Shanghai e Milano, scenari imponenti ed espressivi con atmosfere rarefatte e sospese.
Nato a Shanghai nel 1960, Yan Pei-Ming è cresciuto durante la Rivoluzione Culturale in Cina e dal 1980 si è stabilito in Francia, tra Digione e Parigi. La dualità delle esperienze culturali orientali e occidentali ha portato allo stile espressivo di Yan Pei-Ming che nell’arco di una carriera ultratrentennale ha guadagnato successo e riconoscimento internazionale. Sebbene le sue opere appaiano spesso quasi astratte a distanza ravvicinata, acquisiscono nitidezza con la distanza, un effetto inteso a offuscare i confini tra realtà e immaginazione.
L'illustrazione dello status e del potere nella ritrattistica tradizionale è particolarmente significativa per la ricerca di Ming, radicata negli archetipi convenzionali della rappresentazione secolare. Nell’era della riproduzione continua e smodata e dello sfruttamento digitale dell’immagine, i soggetti di Pei-Ming esprimono la tensione tra forme convenzionali e attualità, offrendo al pubblico un'interpretazione incerta e complessa, che stimola la riflessione. Alla durezza della città è contrapposta la crudeltà della natura: una tigre sinuosa scende dalla montagna in cerca di cibo in un mondo divenuto ormai ostile, un bue finisce appeso in una macelleria, tema caro alla storia dell’arte con riferimenti iconici che vanno da Rembrandt a Francis Bacon. I dipinti di Yan Pei-Ming prendono vita da ricordi o da immagini fotografiche e intrecciano i riferimenti personali dell’artista con i temi universali della cultura visiva: fama e anonimato, personaggi pubblici e soggetti intimi dialogano all'interno della sua opera per riflettere sulla condizione umana. Yan Pei-Ming cristallizza le manifestazioni di potere nei suoi ritratti di animali, simboli di forza, vedute di città accentratrici di energie economiche e culturali e personaggi storici. I suoi soggetti, apparentemente sconnessi tra loro, sono parte di un approccio razionale alla realtà che esplora i simboli e le icone della contemporaneità, tracciando e amplificando la tradizione pittorica e al tempo stesso rinnovandone il linguaggio. Yan Pei-Ming si trasferisce in Francia all’età di 19 anni dove si iscrive alla École Nationale Supérieure des Beaux-Arts a Digione, diplomandosi nel 1986 e ottenendo un rapido successo con la sua opera espressiva dominata dal ritratto. Nel 2003 ottiene il riconoscimento internazionale alla Biennale di Venezia. Sei anni dopo, il suo lavoro è stato acquisito dal Louvre, dove ha esposto una collezione di ritratti che trasmettono il suo punto di vista personale sulla Gioconda di Leonardo da Vinci. Recentemente sono state dedicate a Yan Pei-Ming mostre presso Des Moines Art Center, Iowa (2008); UCCA Center for Contemporary Art, Pechino (2009); Beijing Center for the Arts (2014); CAC Malaga (2015); Villa Medici, Roma (2016); and Belvedere Museum, Vienna (2016). Nel 2019, è stato esposto presso il Musée Courbet, Ornans; Musée des Beaux-Arts de Dijon; Petit Palais – Musée des Beaux-Arts de la ville de Paris; e Musée d’Orsay, Parigi, nel quale ha omaggiato Gustave Courbet attraverso le lenti della propria autobiografia. Ha fatto seguito una mostra incentrata sui suoi autoritratti al Musée Unterlinden, Colmar, Francia (2021), Palais des Papes and the Collection Lambert, Avignone (2021), come anche il Schlossmuseum Linz, Austria (2022) e il Francisco Carolinum Museum, Austria (2023).
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