Zero in the Mirror. Christian Megert e Nanda Vigo
Dal 26 Settembre 2015 al 29 Novembre 2015
Lissone | Milano
Luogo: Museo d’Arte Contemporanea
Indirizzo: viale Padania 6
Orari: Mercoledì e Venerdì 10-13; Giovedì 16-23; Sabato e Domenica 10-12 / 15-19
Curatori: Marco Meneguzzo, Alberto Zanchetta
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 039 7397368 / 039 2145174
E-Mail info: museo@comune.lissone.mb.it
Sito ufficiale: http://www.museolissone.it/
Dal 26 settembre al 29 novembre 2015, il Museo d’Arte Contemporanea di Lissone (MB) ospiterà Zero in the Mirror, il progetto itinerante ideato da Christian Megert e Nanda Vigo, artisti riconosciuti a livello internazionale per le esperienze cinevisuali che appartengono al clima culturale del Gruppo Zero, un movimento transnazionale che negli anni Sessanta coinvolse molti centri della cultura europea (Germania, Italia, Francia, Olanda).
Dopo essere transitata a Berlino e Lugano, la mostra, curata da Marco Meneguzzo e Alberto Zanchetta, presenterà una selezione di opere storiche e recenti, incentrate sull’utilizzo dello specchio.
Il titolo della rassegna è un ovvio riferimento all’atmosfera creativa-vitalistica del Gruppo Zero e all’uso dello specchio come strumento espressivo da parte di Christian Megert e Nanda Vigo, entrambi partecipi di quell’esperienza e tuttora legati ai materiali specchianti.
Sia Megert che Vigo, in maniera del tutto indipendente (l’uno in Germania, l’altra in Italia), hanno maturato la loro attività esplorando le proprietà dello specchio e dei suoi derivati: “riflessione”, “trasparenza”, “luminosità” e “frammentazione dell’immagine” sono solo alcuni aspetti legati a questo materiale, che possono trasformarsi in elementi etico-metaforici atti a modificare la vita attraverso una nuova visione del mondo.
Fin da subito, i due artisti hanno accolto la poetica del Gruppo Zero e l’hanno portata avanti, diffondendola attraverso il loro lavoro e contribuendo a fare delle superfici specchianti una presenza consueta nell’arte contemporanea internazionale.
I visitatori della mostra potranno confrontare i differenti modi con cui Megert e Vigo hanno utilizzato questo strumento, notando anche le variazioni di ricerca intercorse durante la loro longeva carriera. Al MAC di Lissone saranno esposti lavori che datano agli eroici e stoici anni Sessanta fino agli anni più recenti; il coinvolgimento del pubblico è un aspetto fondamentale di questa mostra, perché tutte le opere necessitano dell’interazione tra l’oggetto e il fruitore, aspetto che non mancherà di incuriosire e – perché no – di divertire gli avventori del museo.
Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo bilingue.
Christian Megert è nato a Berna nel 1936, in Svizzera. Viaggiando tra la Svezia, la Germania e Parigi, l’artista sperimenta il suo linguaggio artistico a cominciare dalla pittura monocroma e, dal 1959, attraverso le sue opere cinetiche. La ricerca di Megert si concentra sull’utilizzo della luce, del movimento e del riflesso luminoso che si concretizzano nello specchio, da lui considerato come materiale e mezzo artistico primario. Nel 1961 Megert scrive il suo Manifesto “Ein Neuer Raum” (Un nuovo spazio), sintesi della sua ricerca artistica. Protagonista di numerose esposizioni personali, Megert ha preso parte alle esposizioni del Gruppo Zero e a quelle dell’Arte cinetica in Europa. Le sue opere si trovano oggi in numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il Musée des Beaux Arts di Montreal, il Progressive Museum di Basilea e il Museum of Modern Art di New York. Dal 2014/2015 il suo lavoro è presente al Guggenheim di New York e al Gropius-Bau di Berlino.
Nanda Vigo è nata a Milano nel 1936. Dopo essersi laureata all’Institut Polytechnique di Lausanne e a seguito di uno stage a San Francisco, nel 1959 Vigo apre il proprio studio a Milano. Da quel momento il tema essenziale della sua arte diventa il conflitto/armonia tra luce e spazio, che l’artista utilizza nel proprio lavoro, anche come architetto e designer. Dal 1959 frequenta lo studio di Lucio Fontana prima, e poi si avvicina a Piero Manzoni e Enrico Castellani. In quel periodo effettua diversi viaggi in tutta l’Europa per esporre e organizzare mostre, entrando così in contatto con gli artisti e i luoghi del movimento ZERO in Germania, Olanda e Francia. Nel 1965 l’artista ha curato la leggendaria mostra ZERO avantgarde nello studio di Lucio Fontana a Milano, con la partecipazione di ben 28 artisti. Nel 1982 l’artista ha partecipato alla 40a Biennale di Venezia. Dal 2006, in permanenza al Museo del Design della Triennale, sono presenti i lavori dell’artista. Dal 2013 alcune sue opere sono presenti nella collezione del Ministero degli Affari Esteri, e dal 2014/2015 al Guggenheim di New York e al Gropius-Bau di Berlino.
Dopo essere transitata a Berlino e Lugano, la mostra, curata da Marco Meneguzzo e Alberto Zanchetta, presenterà una selezione di opere storiche e recenti, incentrate sull’utilizzo dello specchio.
Il titolo della rassegna è un ovvio riferimento all’atmosfera creativa-vitalistica del Gruppo Zero e all’uso dello specchio come strumento espressivo da parte di Christian Megert e Nanda Vigo, entrambi partecipi di quell’esperienza e tuttora legati ai materiali specchianti.
Sia Megert che Vigo, in maniera del tutto indipendente (l’uno in Germania, l’altra in Italia), hanno maturato la loro attività esplorando le proprietà dello specchio e dei suoi derivati: “riflessione”, “trasparenza”, “luminosità” e “frammentazione dell’immagine” sono solo alcuni aspetti legati a questo materiale, che possono trasformarsi in elementi etico-metaforici atti a modificare la vita attraverso una nuova visione del mondo.
Fin da subito, i due artisti hanno accolto la poetica del Gruppo Zero e l’hanno portata avanti, diffondendola attraverso il loro lavoro e contribuendo a fare delle superfici specchianti una presenza consueta nell’arte contemporanea internazionale.
I visitatori della mostra potranno confrontare i differenti modi con cui Megert e Vigo hanno utilizzato questo strumento, notando anche le variazioni di ricerca intercorse durante la loro longeva carriera. Al MAC di Lissone saranno esposti lavori che datano agli eroici e stoici anni Sessanta fino agli anni più recenti; il coinvolgimento del pubblico è un aspetto fondamentale di questa mostra, perché tutte le opere necessitano dell’interazione tra l’oggetto e il fruitore, aspetto che non mancherà di incuriosire e – perché no – di divertire gli avventori del museo.
Per l’occasione sarà pubblicato un catalogo bilingue.
Christian Megert è nato a Berna nel 1936, in Svizzera. Viaggiando tra la Svezia, la Germania e Parigi, l’artista sperimenta il suo linguaggio artistico a cominciare dalla pittura monocroma e, dal 1959, attraverso le sue opere cinetiche. La ricerca di Megert si concentra sull’utilizzo della luce, del movimento e del riflesso luminoso che si concretizzano nello specchio, da lui considerato come materiale e mezzo artistico primario. Nel 1961 Megert scrive il suo Manifesto “Ein Neuer Raum” (Un nuovo spazio), sintesi della sua ricerca artistica. Protagonista di numerose esposizioni personali, Megert ha preso parte alle esposizioni del Gruppo Zero e a quelle dell’Arte cinetica in Europa. Le sue opere si trovano oggi in numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il Musée des Beaux Arts di Montreal, il Progressive Museum di Basilea e il Museum of Modern Art di New York. Dal 2014/2015 il suo lavoro è presente al Guggenheim di New York e al Gropius-Bau di Berlino.
Nanda Vigo è nata a Milano nel 1936. Dopo essersi laureata all’Institut Polytechnique di Lausanne e a seguito di uno stage a San Francisco, nel 1959 Vigo apre il proprio studio a Milano. Da quel momento il tema essenziale della sua arte diventa il conflitto/armonia tra luce e spazio, che l’artista utilizza nel proprio lavoro, anche come architetto e designer. Dal 1959 frequenta lo studio di Lucio Fontana prima, e poi si avvicina a Piero Manzoni e Enrico Castellani. In quel periodo effettua diversi viaggi in tutta l’Europa per esporre e organizzare mostre, entrando così in contatto con gli artisti e i luoghi del movimento ZERO in Germania, Olanda e Francia. Nel 1965 l’artista ha curato la leggendaria mostra ZERO avantgarde nello studio di Lucio Fontana a Milano, con la partecipazione di ben 28 artisti. Nel 1982 l’artista ha partecipato alla 40a Biennale di Venezia. Dal 2006, in permanenza al Museo del Design della Triennale, sono presenti i lavori dell’artista. Dal 2013 alcune sue opere sono presenti nella collezione del Ministero degli Affari Esteri, e dal 2014/2015 al Guggenheim di New York e al Gropius-Bau di Berlino.
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