Hypèrourànios (la gloria altrove)
Dal 12 Settembre 2014 al 04 Ottobre 2014
Modena
Luogo: Ex Manifattura Tabacchi
Indirizzo: viale Monte Kosica 47
Orari: da mercoledi a sabato ore 15-20 o su appuntamento
Curatori: Patrizia Silingardi, Sonia Schiavone, Pierluigi Giacobazzi
Telefono per informazioni: +39 059 224726
E-Mail info: patrizia@galleriaariete.it
Sic transit gloria mundi.La gloria è altrove. Nell'atmosfera di crisi e malessere individuali delle epoche, dove il senso di finitudine e l’angoscia legata alle scelte si palesa in una coscienza panica che tiene conto della miserabile temporalità dell’esistere, applicare nella sua pienezza quest’attributo ad una creatura umana è dunque una mistificazione utopistica. In relazione alla blank generation e tenendo conto dell’importanza dell’Angoscia e del Nulla quali esperienze rivelatrici, il diffuso estetismo decadente e malinconico che contraddistingue la nostra epoca declina ogni afflato al sublime, ogni tentativo di ascesa ed invece si ripiega verso lo ctonio, verso il materialismo transitorio e la vacuità dell’esistenza.
E dunque, Signora Gloria, avvenente custode della sfera celeste, è invece personificazione di concetti immateriali che competono l’ultraterreno, l’ideale perfetto e simbolico che sicolloca in un altrove di verità e speculazione sull'essenza del vivere in rapportoalla trascendenza. Nei nostri intenti Ella forse compete l’ ? iperuranio, e cioè ‘l’oltre il cielo’ descritto da Platone:
A occupare quella regione è l’essenza che realmente è, priva di colore, di figura, di corpo, visibile solo all’intelletto, sulla quale verte la scienza vera. Così dunque l’intelligenza divina, nutrita di pensiero e di pura scienza, e anche ogni anima che intenda accogliere in sé ciò che li si addice, vedendo ciò che è in ogni tempo, si rallegra e contemplando il vero si nutre e gioisce, finché il percorso circolare non la riconduca allo stesso punto.
Nonostante nella cosmogonia platonica l’universo sia finito e di forma dodecaedrica e non vi sia alcun luogo oltre la volta celeste, nell’idillio della favola mitologica Platone descrive un altrove, uno spazio metafisico di perfezione eidetica sul cui modello è stato plasmato il mondo sublunare. E qui, all’umanità fragile e caduca non resta altro che contemplare con sgomento la vastità del cielo che la sovrasta e la racchiude in solitudine, in questo modo seguendo alla lettera l’indicazione di Platone stesso, che raffigurato nella Scuola di Atene ad opera di Raffaello Sanzio, tiene in mano il Timeo, famigerato dialogo sulla cosmologia, origine del mondo, suggerendo il volgersi dello sguardo verso l’alto, verso la volta celeste, ultimo ed immenso confine che idealmente compromette la rivelazione dell’universo eidetico e glorioso della filosofia. In realtà, nell’odierno decadimento di qualsiasi cosa della natura, nemmeno questo gli è concesso: la fagocitante frenesia del quotidiano e soprattutto l’inquinamento luminoso impediscono l’osservazione delle infinitesimali meraviglie del firmamento costringendo a considerare lo stesso nelle sue valenze poetiche ed ispirative, nelle sue accezioni astratte e smaterializzate.
Avvalendosi della consulenza del Planetario di Modena saranno presenti, in relazione ai circostanziali manufatti artistici concepiti site specific, alcune obsolete strumentazioni chiamate ad evocare le misteriose fascinazioni del cielo. Tralasciando gli aspetti scientifici, l’artificiale epifania degli astri e delle costellazioni, le nebulose, i pianeti e le galassie, nonché la materia oscura e i buchi neri, saranno invece assunte quali entità simboliche ed evocative di un mondo altro, interdetto all’umanità, che perviene alla malinconia e al lirismo. E qui Gloria, anch’essa privata di ogni aspetto idealistico e trascendente, ripiega la sua essenza nelle materialistiche funzioni scenotecniche, divenendo, nell’assurdo teatro della vita, l’ordigno, il marchingegno, l’artifizio meccanico che consente di salire e ridiscendere dal cielo.
fino al 4 ottobre 2014 | aperto tutto il giorno durante il festivalfilosofia
dal 17 09 al 4 10 | da mercoledi a sabato ore 15 - 20 o su appuntamento
E dunque, Signora Gloria, avvenente custode della sfera celeste, è invece personificazione di concetti immateriali che competono l’ultraterreno, l’ideale perfetto e simbolico che sicolloca in un altrove di verità e speculazione sull'essenza del vivere in rapportoalla trascendenza. Nei nostri intenti Ella forse compete l’ ? iperuranio, e cioè ‘l’oltre il cielo’ descritto da Platone:
A occupare quella regione è l’essenza che realmente è, priva di colore, di figura, di corpo, visibile solo all’intelletto, sulla quale verte la scienza vera. Così dunque l’intelligenza divina, nutrita di pensiero e di pura scienza, e anche ogni anima che intenda accogliere in sé ciò che li si addice, vedendo ciò che è in ogni tempo, si rallegra e contemplando il vero si nutre e gioisce, finché il percorso circolare non la riconduca allo stesso punto.
Nonostante nella cosmogonia platonica l’universo sia finito e di forma dodecaedrica e non vi sia alcun luogo oltre la volta celeste, nell’idillio della favola mitologica Platone descrive un altrove, uno spazio metafisico di perfezione eidetica sul cui modello è stato plasmato il mondo sublunare. E qui, all’umanità fragile e caduca non resta altro che contemplare con sgomento la vastità del cielo che la sovrasta e la racchiude in solitudine, in questo modo seguendo alla lettera l’indicazione di Platone stesso, che raffigurato nella Scuola di Atene ad opera di Raffaello Sanzio, tiene in mano il Timeo, famigerato dialogo sulla cosmologia, origine del mondo, suggerendo il volgersi dello sguardo verso l’alto, verso la volta celeste, ultimo ed immenso confine che idealmente compromette la rivelazione dell’universo eidetico e glorioso della filosofia. In realtà, nell’odierno decadimento di qualsiasi cosa della natura, nemmeno questo gli è concesso: la fagocitante frenesia del quotidiano e soprattutto l’inquinamento luminoso impediscono l’osservazione delle infinitesimali meraviglie del firmamento costringendo a considerare lo stesso nelle sue valenze poetiche ed ispirative, nelle sue accezioni astratte e smaterializzate.
Avvalendosi della consulenza del Planetario di Modena saranno presenti, in relazione ai circostanziali manufatti artistici concepiti site specific, alcune obsolete strumentazioni chiamate ad evocare le misteriose fascinazioni del cielo. Tralasciando gli aspetti scientifici, l’artificiale epifania degli astri e delle costellazioni, le nebulose, i pianeti e le galassie, nonché la materia oscura e i buchi neri, saranno invece assunte quali entità simboliche ed evocative di un mondo altro, interdetto all’umanità, che perviene alla malinconia e al lirismo. E qui Gloria, anch’essa privata di ogni aspetto idealistico e trascendente, ripiega la sua essenza nelle materialistiche funzioni scenotecniche, divenendo, nell’assurdo teatro della vita, l’ordigno, il marchingegno, l’artifizio meccanico che consente di salire e ridiscendere dal cielo.
fino al 4 ottobre 2014 | aperto tutto il giorno durante il festivalfilosofia
dal 17 09 al 4 10 | da mercoledi a sabato ore 15 - 20 o su appuntamento
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