Antonio Biasiucci. 3/3
![Antonio Biasiucci. 3/3, Museo Pignatelli, Napoli Antonio Biasiucci. 3/3, Museo Pignatelli, Napoli](http://www.arte.it/foto/600x450/37/15144-biasu.jpg)
Antonio Biasiucci. 3/3, Museo Pignatelli, Napoli
Dal 06 Aprile 2013 al 31 Maggio 2013
Napoli
Luogo: Museo Pignatelli
Indirizzo: via Riviera di Chiaia 200
Orari: 10-14; chiuso martedì
Costo del biglietto: € 2
Telefono per informazioni: +39 081 2294478/ 081 7612356
E-Mail info: sspsae-na.pignatelli@beniculturali.it
Sito ufficiale: http://www.polomusealenapoli.beniculturali.it
La Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli e gli Incontri Internazionali d’Arte dedicano ad Antonio Biasiucci la mostra dal titolo “Tre terzi. Sacrificio Tumulto Costellazioni”, che dopo la tappa napoletana verrà ospitata presso la Maison Européenne de la Photographie di Parigi.
La mostra intende ripercorrere il percorso creativo e interiore di uno dei più originali ed interessanti fotografi della scena artistica napoletana e internazionale, dalle ricerche di carattere antropologico dei primi anni Ottanta e dalla riscoperta del mondo contadino, all’esplorazione delle periferie urbane e alla documentazione dei Vulcani attivi in Italia, fino all’indagine sulle proprie radici, sulla memoria collettiva e personale, sul mistero dell’esistenza e della realtà.
“3/3”, il titolo scelto da Biasiucci, allude alla partitura concettuale dell’esposizione intorno a tre dei temi cardine della sua ricerca e delle Serie realizzate a partire dagli anni Ottanta attraverso un processo di progressiva riduzione e semplificazione dell’immagine, di sua reiterazione e reinvenzione in relazione al contesto e allo spazio che la ospita.
L’inizio e la fine, la vita e la morte, la luce e l’ombra, l’origine e la catastrofe, il dono e il sacrificio, sono i temi che permeano la poetica di Biasiucci, e che attraverso le Serie Vapori (1982-87), Magma (1998), Madri (1995-2002), Vacche (2000), Res (2004), Ex voto (2006-2007), Volti (2006-2010), Pani (2012), si cristallizzano in frammenti di immagini sospese nello spazio e nel tempo, tra visibile e invisibile, tra forme e informe, sorta di simboli archetipici e ancestrali che ci riportano all’origine della nostra cultura, al mistero dell’esistenza e della realtà.
E se negli Ex voto l’oggetto diviene metafora del timore e della speranza, di un aldilà che può essere solo intuito e invocato, nel più recente lavoro di Biasiucci, Lastre, una serie di ritratti recentemente riemersi e risalenti all’attività del padre, fotografo professionista a Dragoni, il volto si impone come presenza concreta, tangibile, metafora della vita e del suo eterno ritorno.
Un percorso nelle viscere della natura e dell’anima, una immersione fisica e mentale nella luce e nelle tenebre della realtà è quella che ci propone Biasiucci attraverso un allestimento “scenico” da lui stesso pensato insieme a Giovanni Francesco Frascino per gli spazi di Villa Pignatelli, memore dell’esperienza teatrale di Antonio Neiwiller, conosciuto nel 1987 a Napoli.
Un percorso in cui il vero protagonista sembra essere lo sguardo, o meglio “ l’altro sguardo” - come lo definiva il drammaturgo - “lo sguardo dei poeti, lo sguardo degli artisti”, che nasce dall'urgenza di “guardare oltre le macerie, oltre la barbarie, oltre la guerra delle armi e delle coscienze”. Uno sguardo che scava nella coltre spessa della realtà, per restituircene l’essenza più profonda e vera.
Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961 e nel 1980 si trasferisce a Napoli. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Nel 1992 vince ad Arles il premio "European Kodak Panorama". Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni tra cui: Centre Méditerranéen de la Photographie di Bastia, Bibliothèque Nationale di Parigi, Departamento de documentaciòn de la cultura audiovisual di Puebla, in Messico, Centre de la Phothographie di Ginevra, Château d'Eau di Tolosa, Maison Européenne de la Photographie di Parigi, Fondazione Banca del Gottardo di Lugano, Musée de l'Elysée di Losanna, Galleria Civica di Modena, Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l'Arte Contemporanea di Guarene (Cn) e Galerie Freihausgasse di Villach, Austria, Calcografia di Stato, Roma, PAN-Palazzo delle Arti, Napoli, Collezione UNICREDIT e Museo MADRE, Napoli.
La mostra intende ripercorrere il percorso creativo e interiore di uno dei più originali ed interessanti fotografi della scena artistica napoletana e internazionale, dalle ricerche di carattere antropologico dei primi anni Ottanta e dalla riscoperta del mondo contadino, all’esplorazione delle periferie urbane e alla documentazione dei Vulcani attivi in Italia, fino all’indagine sulle proprie radici, sulla memoria collettiva e personale, sul mistero dell’esistenza e della realtà.
“3/3”, il titolo scelto da Biasiucci, allude alla partitura concettuale dell’esposizione intorno a tre dei temi cardine della sua ricerca e delle Serie realizzate a partire dagli anni Ottanta attraverso un processo di progressiva riduzione e semplificazione dell’immagine, di sua reiterazione e reinvenzione in relazione al contesto e allo spazio che la ospita.
L’inizio e la fine, la vita e la morte, la luce e l’ombra, l’origine e la catastrofe, il dono e il sacrificio, sono i temi che permeano la poetica di Biasiucci, e che attraverso le Serie Vapori (1982-87), Magma (1998), Madri (1995-2002), Vacche (2000), Res (2004), Ex voto (2006-2007), Volti (2006-2010), Pani (2012), si cristallizzano in frammenti di immagini sospese nello spazio e nel tempo, tra visibile e invisibile, tra forme e informe, sorta di simboli archetipici e ancestrali che ci riportano all’origine della nostra cultura, al mistero dell’esistenza e della realtà.
E se negli Ex voto l’oggetto diviene metafora del timore e della speranza, di un aldilà che può essere solo intuito e invocato, nel più recente lavoro di Biasiucci, Lastre, una serie di ritratti recentemente riemersi e risalenti all’attività del padre, fotografo professionista a Dragoni, il volto si impone come presenza concreta, tangibile, metafora della vita e del suo eterno ritorno.
Un percorso nelle viscere della natura e dell’anima, una immersione fisica e mentale nella luce e nelle tenebre della realtà è quella che ci propone Biasiucci attraverso un allestimento “scenico” da lui stesso pensato insieme a Giovanni Francesco Frascino per gli spazi di Villa Pignatelli, memore dell’esperienza teatrale di Antonio Neiwiller, conosciuto nel 1987 a Napoli.
Un percorso in cui il vero protagonista sembra essere lo sguardo, o meglio “ l’altro sguardo” - come lo definiva il drammaturgo - “lo sguardo dei poeti, lo sguardo degli artisti”, che nasce dall'urgenza di “guardare oltre le macerie, oltre la barbarie, oltre la guerra delle armi e delle coscienze”. Uno sguardo che scava nella coltre spessa della realtà, per restituircene l’essenza più profonda e vera.
Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961 e nel 1980 si trasferisce a Napoli. Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino al 1993, anno della sua scomparsa. Nel 1992 vince ad Arles il premio "European Kodak Panorama". Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni tra cui: Centre Méditerranéen de la Photographie di Bastia, Bibliothèque Nationale di Parigi, Departamento de documentaciòn de la cultura audiovisual di Puebla, in Messico, Centre de la Phothographie di Ginevra, Château d'Eau di Tolosa, Maison Européenne de la Photographie di Parigi, Fondazione Banca del Gottardo di Lugano, Musée de l'Elysée di Losanna, Galleria Civica di Modena, Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l'Arte Contemporanea di Guarene (Cn) e Galerie Freihausgasse di Villach, Austria, Calcografia di Stato, Roma, PAN-Palazzo delle Arti, Napoli, Collezione UNICREDIT e Museo MADRE, Napoli.
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