Arte Povera più Azioni Povere 1968
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Michelangelo Pistoletto, Mappamondo, 1966-1968
Carta di giornale pressata, ferro
Dal 11 Novembre 2011 al 20 Febbraio 2012
Napoli
Luogo: MADRE. Museo d´Arte contemporanea DonnaRegina
Indirizzo: Via Settembrini 79
Orari: Lunedì, Mercoledì Giovedì, Venerdì, Sabato 10.30 - 19.30; Domenica 10.30 - 23.00
Curatori: Germano Celant, Eduardo Cicelyn
Costo del biglietto: Intero € 7,00 Ridotto € 3,50
Telefono per prevendita: +39.081.193.13.016
Telefono per informazioni: +39.081.193.13.016
Sito ufficiale: http://www.museomadre.it
Arte Povera più Azioni Povere 1968 è il titolo della mostra al MADRE che apre al pubblico l’11 novembre 2011 e che fa parte di Arte Povera 2011, una complessa ed articolata serie di esposizioni che aspira a fare il punto su un percorso artistico straordinario e ancora attuale nella carica propulsiva e rivoluzionaria della sua poetica e della sua carica sperimentale.?Il coinvolgimento del MADRE nel circuito del grande progetto di Germano Celant è fondato sulla missione dell’istituzione partenopea nei confronti dell’arte contemporanea. Non si può dimenticare però che nei soli sette anni di vita del MADRE sono stati proprio il supporto e l’entusiasmo degli artisti dell’Arte Povera a dare un cruciale apporto alla fisionomia del museo e al suo programma culturale ed espositivo. Le opere di Luciano Fabro e Jannis Kounellis, che insieme a Giovanni Anselmo, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone e Gilberto Zorio fanno parte integrante del percorso espositivo del museo, occupano un particolare posto di rilievo nelle sale ‘ambientate’ permanenti del primo piano; stanze in cui i protagonisti dell’Arte Povera sono intervenuti direttamente nello spazio, sui muri, sul soffitto e sul pavimento. A loro e a Marisa Merz e Alighiero Boetti, il MADRE ha dedicato inoltre negli anni delle mostre personali.
La tappa di Napoli costituisce un contributo significativo nella ricostruzione storica dell'Arte Povera poiché si ispira ad uno degli
eventi più importanti accaduto alla fine degli anni Sessanta: la mostra svoltasi agli Arsenali di Amalfi nel 1968, grazie all’interessamento e all’attività culturale di Marcello e Lia Rumma. Una rassegna nella quale, lavori, performance e dibattiti svoltisi in tre intense giornate all'inizio di ottobre, contribuirono a foggiare l'identità di un'arte destinata ad uscire dai canoni e dai territori tradizionali in favore di un intervento diretto nella vita e nel sociale.
La mostra Arte Povera più Azioni Povera 1968 allestita nella splendida cornice nella Chiesa di Donnaregina annessa al Museo Madre a Napoli, aspira a ricostruire il clima e la prassi artistica di quello straordinario evento. Per l’occasione saranno esposte opere
storiche di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio.
La tappa di Napoli costituisce un contributo significativo nella ricostruzione storica dell'Arte Povera poiché si ispira ad uno degli
eventi più importanti accaduto alla fine degli anni Sessanta: la mostra svoltasi agli Arsenali di Amalfi nel 1968, grazie all’interessamento e all’attività culturale di Marcello e Lia Rumma. Una rassegna nella quale, lavori, performance e dibattiti svoltisi in tre intense giornate all'inizio di ottobre, contribuirono a foggiare l'identità di un'arte destinata ad uscire dai canoni e dai territori tradizionali in favore di un intervento diretto nella vita e nel sociale.
La mostra Arte Povera più Azioni Povera 1968 allestita nella splendida cornice nella Chiesa di Donnaregina annessa al Museo Madre a Napoli, aspira a ricostruire il clima e la prassi artistica di quello straordinario evento. Per l’occasione saranno esposte opere
storiche di Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio.
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