Elio Varuna. unsold
Dal 22 Settembre 2017 al 20 Ottobre 2017
Napoli
Luogo: Spazio NEA
Indirizzo: via Costantinopoli 53 / piazza Bellini 59
Orari: tutti i giorni 9:00 am - 2:00 am
Curatori: Marcello Francolini
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 081 187 05 839
E-Mail info: info@spazionea.it
Sito ufficiale: http://www.spazionea.it
Giovedì 21 settembre alle ore 19:00, per il terzo appuntamento con la rassegna Primo Mercato, Spazio NEA inaugura “unsold”, personale di Elio Varuna. A cura di Marcello Francolini, l’esposizione sarà visitabile fino al 20 ottobre.
L’assunto di base da cui genera il lavoro di Elio Varuna parte da considerazioni legate alle attuali strategie di mercato, secondo le quali ciò che è diventato preminente è la capacità di indirizzare gli interessi più che di incrementare il capitale. Sarebbe come dire che oggi è più importante saper costruire l’attesa per un’idea che vendere direttamente quell’idea.
Il termine unsold viene impiegato nel mercato dell’arte, e nello specifico nella dimensione delle case d’asta, quando un’opera d’arte non raggiungendo il cosiddetto “prezzo di riserva” va invenduta. Ovviamente ciò può rappresentare uno svantaggio per la carriera dell’artista, giacché dimostrerebbe un interesse inferiore nei confronti delle sue opere che vedrebbero così calare il proprio valore. Ma se invece le opere qui presentate fossero, nello specifico, proprio a proposito del valore?
Unsold, invertendone il significato, è anche ciò che non ha ancora trovato un proprio riconoscimento di valore: aspetto che potrebbe rappresentare per queste opere l’intenzione di volerlo cercare.
Ovvero, con “unsold” Varuna decide di abbracciare la dinamica dell’economia immaginaria producendo opere che abbiano la sola prerogativa di autodeterminarsi come valore al di fuori dei meccanismi del mercato dell’arte, camuffandosi nella propria forma esteriore con i meccanismi dell’economia.
Nello specifico, quella che più si avvicina al territorio limitrofo dell’immagine: il brand. Il debordamento nella sfera economica dell’arte di Varuna avviene proprio nella consapevolezza che ciò che dà valore al bene è nella mente delle persone che potenzialmente possono desiderarlo. Di conseguenza trasforma le sue opere sotto forma di brand con il fine ultimo di servirsi di un valore “altro”, in modo da autodeterminarne una riconoscibilità già acquisita.
Quando usa lo stesso pattern di Louis Vuitton, l’artista instilla una fiducia immediata nello spettatore che ne attribuisce immediatamente un valore perché quest’ultimo vi ritrova un ché di già conosciuto. Ma a ben vedere vi è nell’opera un’imprecisione del già visto: non vi compaiono, infatti, le lettere “LV” ma “EV” (Elio Varuna) secondo un atto di personalizzazione che è invece l’esatto opposto della standardizzazione a cui è soggetto il brand. L’azione di Varuna è significativa proprio a partire da questo camouflage che permette, come in un flashback, di partire dal mercato per ritornare all’arte.
L’artista gioca con la sicurezza delle immagini di mercato, destabilizzando il sistema di riconoscibilità immediata.
Ovvero dissemina di punti sospensivi il flusso ininterrotto del marketing.
L’opera di Varuna, quindi, non risiede nella singola opera ma nella ricezione che lo spettatore ha dell’insieme. L’artista mette alla prova la nostra capacità di assimilare quelle opere costruendo significato, puntando l’obiettivo direttamente su di noi, sulla nostra capacità di riconoscerle a priori. Come fosse un esperimento di etnografia economica.
Dopo il consenso dei primi due appuntamento della rassegna Primo Mercato (allo Spazio NEA, “tremilionidilire” di Dario Agrimi dal 18 maggio al 13 giugno e “millenovecentoventinove” di Giuseppe Biguzzi dal 30 giugno al 30 luglio), la galleria di Luigi Solito scommette ancora una volta su un artista sul quale si sta concentrando l’attenzione del mercato e che negli ultimi anni sta dimostrando di avere le premesse per divenire, in un futuro prossimo, uno dei nuovi protagonisti dell’arte italiana. È la volta di Elio Varuna con la sua produzione artistica dal titolo “unsold”.
Così come per l’intero progetto, la curatela è affidata al critico Marcello Francolini nel tentativo non solo di promuovere la giovane arte ma anche di supportare la giovane critica. Primo Mercato nasce con l’obiettivo di maturare un nuovo collezionismo d’avanguardia nella città di Napoli. Così come fu al tempo di Lucio Amelio, l’esigenza è di investire sull’arte corrente, ritrovare il piacere di scovare il talento celato dando quindi fiducia e sostegno allo stesso mercato dell’arte italiana, sempre più capace di confrontarsi con quello internazionale.
E allo stesso tempo facilitare l’incontro tra l’artista ed il collezionista nella fase in cui lo scambio, dal punto di vista finanziario, è ancora “affordable”. La titolazione Primo Mercato svela, quindi, una doppia prospettiva d’indagine: non solo si riferisce all’artista contemporaneo che si relaziona al mercato dell’arte attraverso la vendita delle sue opere in galleria, ma contemporaneamente contribuisce a riflettere e a indagare il rapporto odierno fra il modo dell’arte e il “valore economico” invitando gli artisti a confrontarsi sulla possibilità che la prima, l’arte, diventi fonte di sapere sulla seconda, ovvero, sull’economia di mercato. In Italia, a differenza di altri paesi europei, non esiste un supporto territoriale e nazionale di enti ed istituzioni che accompagnino gli artisti nel loro percorso di ricerca e di evoluzione del proprio pensiero e del proprio stile; con Primo Mercato Spazio NEA vuole costruire un capitale “reputazionale” solido che sia capace di mettere insieme tutti i fattori che partecipano attivamente al sistema artistico attuale: artista, dealer (o gallerista) e collezionista.
Dopo Dario Agrimi, Giuseppe Biguzzi ed Elio Varuna, gli artisti invitati a far parte della prima edizione di Primo Mercato saranno Roberto Marchese a ottobre e, a chiudere la rassegna, g.olmo stuppia a novembre. Primo Mercato sarà protagonista dello stand di Spazio NEA all’edizione 2017 di The Others, la principale fiera italiana dedicata all'arte emergente internazionale, a Torino dal 2 al 5 novembre presso l'ex Ospedale Regina Maria Adelaide.
Un ulteriore spazio della fiera sarà dedicato alla IEMME Edizioni con l’offerta di cataloghi d’arte e opere, tra gli altri, di Ryan Mendoza e Jack Pierson. Profilo biografico Elio Varuna (Roma, 1975) artista surrealista, vive una realtà parallela fatta di visioni bizzarre e mondi astrali popolati da esseri fantastici. Dipinti, sculture, disegni, gioielli e strani oggetti sono solo alcuni dei risultati che prendono forma dal rimescolarsi di simboli surreali e mistici con elementi ultra-pop, in una continua dissoluzione dicotomica di realtà e immaginazione che ogni volta si coagula in esperienza d'arte.
Ha esposto in Asia, Europa e Stati Uniti, in gallerie private e musei pubblici. Tuty, curiosa entità molecolare rossa, è diventato il segno distintivo del suo favoloso universo.
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