SALVINO CAMPOS - “INQUIETUDINE”
Dal 09 Novembre 2011 al 11 Dicembre 2011
Napoli
Luogo: Museo di Capodimonte
Indirizzo: Via Miano 2
Orari: tutti i giorni dalle 14.30 alle 19.30 – chiuso mercoledì
Curatori: Angela Tecce
Costo del biglietto: € 7,50 (museo e mostra)
Telefono per informazioni: 0817499111
E-Mail info: sspsae-na.capodimonte@benicuturali.it
Sito ufficiale: http://www.museo-capodimonte.it/
Al Museo di Capodimonte, a Napoli, è presentata la mostra fotografica "INQUIETUDINE" dell’artista brasiliano Salvino Campos. L’esposizione, promossa dalla Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli, è curata da Angela Tecce.
La mostra, organizzata dall’Associazione Culturale ArteAs di Maurizio Siniscalco, presenta 26 fotografie inedite realizzate in esclusiva per l’occasione: scatti fotografici raffiguranti la condizione di non-quiete, la transitorietà di persone e luoghi intesi come allegoria non solo del movimento fisico e materiale ma anche mentale, come in continua ricerca di una condizione mancante.
Sono ricorrenti i temi del viaggio, dello spostamento e quindi luoghi che per definizione rappresentano lo scenario naturale del passaggio di moltitudini: stazioni, aeroporti, treni, metropolitane, musei, strade. Sguardi e volti persi nella routine quotidiana; gesti stanchi e mani che raccontano storie; corpi in movimento, in statica attesa della fermata successiva. La sensazione, molto spesso la certezza, di sentirsi soli anche se immersi tra la folla.
“Il gioco vario degli sguardi – scrive Angela Tecce – sfuggenti o incatenati a quelli del compagno di viaggio, persi in se stessi o attenti scrutatori di minuzie irrilevanti, divaganti ma infallibili nell’evitare di urtare gli sconosciuti, tesi lungo traiettorie invisibili o gettati al di là di barriere impenetrabili… se ne stacca solo uno, quello, curioso al limite dell’indiscrezione, che un ragazzo rivolge alla visitatrice di Capodimonte – anche il Museo diviene un metaforico ‘mezzo di viaggio’ – nel cui volto sembra cercare le ragioni di una grandezza a lui incomprensibile”.
Così il silenzio delle sale di un museo come Capodimonte o di un binario all’alba, si contrappone al vocio e al rumore di fondo di una stazione pervasa da persone alla ricerca della prossima destinazione o più semplicemente dell’uscita.
26 storie per 17 città: partendo da São Paulo nel 2009 e passando per Pechino, Beunos Aires, Lisbona, New York, Porto Alegre, Napoli, Rio de Janeiro, Berlino, Shanghai, Venezia, Brasilia e Istanbul. Una varietà eterogenea di scenari, di storie e di uomini che hanno in comune il sentimento della mancanza, il desiderio di un “qualcosa” che non possediamo e che ancora ci ostiniamo a cercare.
Salvino Campos nasce in Brasile nel 1970 a Quartel Geral, nello stato di Minas Gerais, dove inizia l’attività di fotografo nel 1992, anno in cui si trasferisce a Porto Alegre e dove, nel 1995, espone per la prima volta. Nello stesso anno si trasferisce a Brasilia. Lavora come assistente nel campo della pubblicità e della moda maturando e acquisendo la possibilità di sperimentare e adottare particolari modalità di lavoro, quali lo studio della luce e l’utilizzo dei grandi formati, espressioni proprie della foto pubblicitaria.
Nel 2000 Campos si trasferisce a Napoli, che diventa la sua città di adozione e lo spartiacque della sua carriera artistica. Vive e lavora fra Napoli e Rio de Janeiro.
Secondo la citata affermazione di Henri Cartier-Bresson, che la fotografia è "un modo per comprendere", Campos è alla continua ricerca di una sintesi espressiva tra arte e riflessione politico-sociale, dando vita ad un percorso originale secondo una struttura flessibile che si presta ad affrontare temi e linguaggi diversi: dallo studio di volti, corpi, personaggi, a quello di epoche storiche, come il barocco, fino al paesaggio affrontato nella sua valenza simbolica, per cui la ripresa fotografica diventa soprattutto una questione di ambienti e spazi ed evocazioni.
Dopo la tappa napoletana, la mostra sarà in seguito esposta in Brasile nell’ambito del programma di eventi
“Momento Itália / Brasil 2011-2012”.
Il catalogo edito da Arte-m, Napoli, testo di Angela Tecce
La mostra, organizzata dall’Associazione Culturale ArteAs di Maurizio Siniscalco, presenta 26 fotografie inedite realizzate in esclusiva per l’occasione: scatti fotografici raffiguranti la condizione di non-quiete, la transitorietà di persone e luoghi intesi come allegoria non solo del movimento fisico e materiale ma anche mentale, come in continua ricerca di una condizione mancante.
Sono ricorrenti i temi del viaggio, dello spostamento e quindi luoghi che per definizione rappresentano lo scenario naturale del passaggio di moltitudini: stazioni, aeroporti, treni, metropolitane, musei, strade. Sguardi e volti persi nella routine quotidiana; gesti stanchi e mani che raccontano storie; corpi in movimento, in statica attesa della fermata successiva. La sensazione, molto spesso la certezza, di sentirsi soli anche se immersi tra la folla.
“Il gioco vario degli sguardi – scrive Angela Tecce – sfuggenti o incatenati a quelli del compagno di viaggio, persi in se stessi o attenti scrutatori di minuzie irrilevanti, divaganti ma infallibili nell’evitare di urtare gli sconosciuti, tesi lungo traiettorie invisibili o gettati al di là di barriere impenetrabili… se ne stacca solo uno, quello, curioso al limite dell’indiscrezione, che un ragazzo rivolge alla visitatrice di Capodimonte – anche il Museo diviene un metaforico ‘mezzo di viaggio’ – nel cui volto sembra cercare le ragioni di una grandezza a lui incomprensibile”.
Così il silenzio delle sale di un museo come Capodimonte o di un binario all’alba, si contrappone al vocio e al rumore di fondo di una stazione pervasa da persone alla ricerca della prossima destinazione o più semplicemente dell’uscita.
26 storie per 17 città: partendo da São Paulo nel 2009 e passando per Pechino, Beunos Aires, Lisbona, New York, Porto Alegre, Napoli, Rio de Janeiro, Berlino, Shanghai, Venezia, Brasilia e Istanbul. Una varietà eterogenea di scenari, di storie e di uomini che hanno in comune il sentimento della mancanza, il desiderio di un “qualcosa” che non possediamo e che ancora ci ostiniamo a cercare.
Salvino Campos nasce in Brasile nel 1970 a Quartel Geral, nello stato di Minas Gerais, dove inizia l’attività di fotografo nel 1992, anno in cui si trasferisce a Porto Alegre e dove, nel 1995, espone per la prima volta. Nello stesso anno si trasferisce a Brasilia. Lavora come assistente nel campo della pubblicità e della moda maturando e acquisendo la possibilità di sperimentare e adottare particolari modalità di lavoro, quali lo studio della luce e l’utilizzo dei grandi formati, espressioni proprie della foto pubblicitaria.
Nel 2000 Campos si trasferisce a Napoli, che diventa la sua città di adozione e lo spartiacque della sua carriera artistica. Vive e lavora fra Napoli e Rio de Janeiro.
Secondo la citata affermazione di Henri Cartier-Bresson, che la fotografia è "un modo per comprendere", Campos è alla continua ricerca di una sintesi espressiva tra arte e riflessione politico-sociale, dando vita ad un percorso originale secondo una struttura flessibile che si presta ad affrontare temi e linguaggi diversi: dallo studio di volti, corpi, personaggi, a quello di epoche storiche, come il barocco, fino al paesaggio affrontato nella sua valenza simbolica, per cui la ripresa fotografica diventa soprattutto una questione di ambienti e spazi ed evocazioni.
Dopo la tappa napoletana, la mostra sarà in seguito esposta in Brasile nell’ambito del programma di eventi
“Momento Itália / Brasil 2011-2012”.
Il catalogo edito da Arte-m, Napoli, testo di Angela Tecce
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