Wolfgang Voegele. Straw Dog
![© Wolfgang Voegele © Wolfgang Voegele](http://www.arte.it/foto/600x450/4b/50531-54410_1030527_409x480_.jpg)
© Wolfgang Voegele
Dal 08 Giugno 2016 al 25 Luglio 2016
Napoli
Luogo: Annarumma
Indirizzo: via del Parco Margherita 43
Telefono per informazioni: +39 081 0322317
E-Mail info: info@annarumma.net
Sito ufficiale: http://www.annarumma.net
Straw Dog è un continuo alternarsi tra idea e pratica pittorica. Voegele crea un proprio vocabolario di immagini utilizzando linee semplici dai tratti arcaici. Inevitabili incertezze si manifestano nel passaggio dello schizzo alla pittura. Si tratta di movimenti essenziali che si manifestano nell’intero processo creativo, dove le forme diventano variazioni precise impossibili da raggiungere. Questo approccio è chiaro nel suo lavoro, riscontrabile nell’intero percorso stilistico. Dopo aver riprodotto su tela la bozza prodotta al computer, inizia una azione fortemente fisica. Lungo il disegno, Voegele, applica colore a olio nero su tela grattando con una spazzola a setole. L’energia impressa nell’atto è trasferita nella pittura da una pennellata similmente potente. In contrasto con questa vigorosa operazione, nell’intimo della sua composizione, si rivelano la luce, le linee e le sottili filigrane di materia pittorica. Quando ritiene necessario, l’artista aggiunge alcuni nuovi colori. Per la serie Cut paintings, ad esempio, è stato privilegiato il giallo. Lo schizzo iniziale funziona solo come base per lo svolgimento, che nella sua fine sarà un tradimento. Lo scopo è perdere i significati del gesti creativi iniziali, stabilendone di nuovi e di indefiniti. Il metodo scelto è quello cognitivo dell’intuizione, il fine è quello di rendere produttivo l’inevitabile fallimento dei tentativi. Accettare la casualità come coscienza o introdurre elementi altri di ambienti che lo circondano (come ad esempio il pavimento del suo studio), permettono a Wolfgang Voegele di avvalersi di un fluire discorsivo intuitivo in divenire, impercettibile, senza delinearne una fine. L’artista produce cornici di legno che sviluppa a completamento dell’opera. Esse servono a definire lo spazio, e ne diventano parte integrante. Guardare i suoi dipinti, osservarli più da vicino, sembra tradurre scenari di boschi, vestiti o corpi, ma quando si prova a vederli nella sua compiutezza, senza lasciarsi catturare dalle singole forme, gli elementi in apparenza rappresentativi, svaniscono. Solo il riferirsi a dei paesaggi,a volte, permette associazioni, collegamenti, le quali possono funzionare nel contesto del dipinto. Testo di Amalia Temperini.
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